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    CASO DAVVERO RARO, LA LAUREA DURANTE LA DETENZIONE 
    UN DOTTORE IN SCIENZE POLITICHE ALLA CASA CIRCONDARIALE D’IVREA
    Un grande evento si è compiuto la settimana scorsa in carcere: il nostro amico Valentino si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università torinese! E quando diciamo “grande evento’’, è perché intendiamo dire che è veramente una cosa particolare, rara, quasi eccezionale, se teniamo conto che sono poco più di una trentina in tutta Italia i ristretti che ce la fanno. Ma soprattutto perché conosciamo quanta fatica, quanto impegno, quanta pazienza, sono stati necessari per raggiungere l’obiettivo. 
       Chi non frequenta questi luoghi sprangati e dimenticati dal mondo che sono le carceri, non può neppure immaginare cosa significhi studiare lì dentro. Tutto diventa incredibilmente difficile là dove introdurre una riga centimetrata da disegno o un dizionario appena un po’ voluminoso si presenta come un’impresa laboriosa e non sempre coronata da successo; dove procurarsi costosi libri di testo è un sogno che richiede mille aiuti dall’esterno; e dove tutte le informazioni dall’Ateneo e qualsiasi rapporto tra studente e professore può avvenire solo per via epistolare. 
       Non si può ovviamente assistere alle lezioni, e, se hai bisogno di spiegazioni su qualcosa, devi arrangiarti; si conoscono i professori solo per gli esami, nel carcere dove sei trasportato per l’occasione, e, se non sai che tipi sono, peggio per te; si deve studiare completamente da soli, senza confronti con compagni di studi, anche se in realtà non sei mai solo, costretto come sei a convivenze forzate, a ritmi imposti dalla vita istituzionale, oltre che a... periodici riordini dei tuoi fogli di appunti messi a soqquadro da una perquisizione della cella. 
       E poi c’è il grosso problema economico: dove trovare i soldi per le tasse? E per i libri? Potrò mai lavorare qualche giorno per racimolare qualcosa che mi permetta di far fronte alle spese? E cosa dire dello scoraggiamento che ogni tanto ti prende in modo paralizzante, della solitudine affettiva in cui ti trovi, della mancanza di una seppur minima serenità? 
       Eppure lo studio è una cosa importantissima! Dà senso alle tue giornate ed alla tua vita, ti fa conoscere cose nuove e ti migliora, ti aiuta a vincere il degrado della tua condizione di ozio e di isolamento, e, magari, ti prepara anche per una vita diversa quando sarai fuori. Ma se si pensa che, su una popolazione di quasi 52.000 detenuti, sono solo circa 4.000 quelli che frequentano un qualche tipo di corso scolastico, viene davvero da scoraggiarsi. 
       Anche perché questo non dipende dalla mancanza di buona volontà dei ristretti, ma dalla mancanza... dei corsi stessi. Qui ad Ivrea, ad esempio, ci sono due corsi professionalizzanti, uno di impiantistica ed uno di computer; ma possono essere frequentati da una ventina di persone in tutto, e basta. Poi c’è un corso di alfabetizzazione, ma anch’esso non supera i venti posti; ed, infine, due persone si stanno cimentando, anche loro tra mille difficoltà, con la Scuola Media Superiore, ed una con la facoltà universitaria di Legge, in perfetta... solitudine. 
       Mentre i detenuti totali sono oggi più di 300! Per questo è grande la nostra gioia per il coronamento degli studi di Valentino (che, tra l’altro, sappiamo che sta già meditando... di riprendere i libri in mano per qualcos’altro!); e per questo siamo lieti di annunciarlo a tutti i lettori di questa rubrica, perché anche altri si congratulino con lui e lo ringrazino per la fatica del suo cammino di riabilitazione. 
       E cogliamo anche l’occasione per far presente che, se qualcuno ha capacità e tempo per farlo, noi abbiamo sempre molto bisogno di insegnanti che siano disposti a seguire nell’apprendimento della lingua italiana, nella preparazione all’esame della terza media, ed anche nella preparazione a specifiche materie per la scuola superiore o per corsi universitari (adesso, ad esempio, abbiamo urgenza di un insegnante di disegno tecnico per un giovane iscritto all’Istituto Geometri). 
       Al Dottor Valentino, infine, gli auguri più affettuosi per tutto quello che sappiamo gli sta oggi a cuore!

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