VI/b. Pc-Art: figure in metamorfosi

la tecnica il pensiero

 

 

 

introduzione

"Dio ha scelto fin da principio sulla Sua irremovibile decisione la retta e la curva, perché segnassero con Lui nel mondo la divinità del Creatore". "Così l'Omniscente ha creato il mondo delle grandezze il cui essere unitario è racchiuso nella differenza fra la linea retta e la linea curva".  (Keplero)

 

 

Il pensare morfologico si può utilizzare nell'ambito dell'animazione, a partire da immagini semplici, disegnando forme che si costruiscono e mutano morfologicamente. Questo pensare immaginativo sviluppa il pensiero anche verso l'intuizione e la capacità volitiva, grazie al pensare mobile.

Il mondo fisico non è completo, necessita di un completamento attraverso ciò che noi aggiungiamo attivamente come concetto, solo questa unione crea la realtà. Ogni forma è movimento giunto a quiete, e tutto viene costruito in questo modo.

 

Con facili esercizi si sono illustrate le basi per iniziare ad animare semplici figure tramite varie opportunità stilistiche.

Naturalmente in base alla creatività e all'immaginazione dell'allievo, questi esercizi si possono combinare per dar vita a semplici filmati animati.

In seguito queste forme si possono sostituire con vere immagini o disegni adatti a costruire un'animazione vera e propria, a cui farà capo una sceneggiatura, la regia, la sincronizzazione con le musiche, o il sonoro, e via dicendo.

Il programma utilizzato per costruire le immagini è Photoshop, mentre i fotogrammi sono stati montati con Flash, molto adatto per piccole produzioni. Naturalmente per filmati di maggior spessore artistico e durata è più adatto un programma professionale come Premiere.

I formati impiegati e la durata del fotogram./sec. sono gestiti come prove e non seguono il reale andamento, che dovrebbe essere di 24 fotogrammi al secondo. La risoluzione video più adatta da utilizzare su computer è di pixel 800x600 o superiore, per 72 o 150 pixel dpi di definizione.  Per filmati video digitali da proiettare su schermi tv o superiori, si usa la risoluzione full-screen che corrisponde a 720x576 per il PAL.

 

 

il punto

 

Il punto in geometria è il più semplice ente, privo di dimensioni. Se con un compasso tracciamo un cerchio, siamo partiti da un punto. Quindi abbiamo puntato il compasso, lo abbiamo aperto per decidere una distanza e con la mina abbiamo costruito il cerchio. Il cerchio col punto al centro è un simbolo, è il simbolo del tutto, che è stato generato dal centro che ne è l'origine.

Il pixel in informatica è una unità elementare dell'informazione visualizzata sullo schermo di un calcolatore, corrispondente ad un punto luminoso.

Quindi noi per costruire le nostre immagini sul computer usiamo dei programmi che utilizzano come unità di misura il punto luminoso. Nella Computer Art, per realizzare immagini statiche (ricordandoci che tante immagini statiche correlate in successione danno origine ad un'animazione), come dipinti, si usano programmi di grafica o foto-ritocco professionali, come Photoshop.

Il pixel è, in poche parole, un puntino sul monitor; si tratta pertanto dell'unità minima indivisibile da cui è composta l'immagine che viene elaborata all'interno di una scheda grafica, e poi mandata in output.
Ogni pixel reca con sé informazioni riguardanti la sua posizione ed il suo colore, e ovviamente, tutti i pixel insieme, formano l'immagine che vediamo sul monitor.
Le risoluzioni grafiche sono sempre indicate in (pixel in larghezza) x (pixel in altezza), dunque 800x600 significa che ci sono 800x600 pixel nell'immagine che stiamo osservando (e dunque 480.000).

Con la nostra tavolozza virtuale ci è possibile raggiungere le stesse mescolanze di colore che otteniamo con i pigmenti reali, in quanto i colori si possono sovrapporre per velature, irraggiare, sfumare, similarmente a come agiamo manualmente.

 

Esempio di immagine che si può ottenere sfruttando varie tecniche come: velature, sovrapposizioni, sfumature.

 

Fotogramma tratto da "Coscienza d'Amore" (I volti dell'amore), di A. Delvecchio ©.

 

 

la linea

 

La forma lemniscata ha una grande azione armonizzante, dalla spirale interna più piccola, ci si svolge verso quella più esterna, più grande. In questo modo partendo da una linea si va a formare una forma polare che si esplica in più volte. Si impara a gestire il movimento armonico e a costruire lo spazio secondo le regole del movimento.

 

senso di riproduzione

figura finale 

animazione flash

 

Per costruire il filmato: si parte dal fotogramma finale, il fotogramma rimane statico, solo la linea si muove. Si procede duplicando tante volte il fotogramma finale, per il numero di fotogrammi che si è deciso di eseguire. A questo punto si parte dal primo e si inizia a cancellare la parte che non serve sino al ricciolino che da inizio alla serie di volute. Si ripete tale operazione su ogni fotogramma, ogni volta si cancella un pezzo di porzione inferiore al precedente, possibilmente ad intervalli regolari in modo da comporre una scena che si svolge in modo armonicamente regolare. Una volta terminati i fotogrammi si va a montare la scena, qui si può regolare il tempo e la lunghezza dei fotogrammi, per la resa migliore.

 

Figura tratta da "Disegnare Forme" di R. Steiner

 

la metamorfosi

 

Per realizzare figure in movimento e trasformazione si disegnano figure a due colori, ad esempio con l'interno verde e l'esterno rosso. Nel rosso si fa vivere una forza che si spinge verso l'alto, alla fine ciò che era dentro viene fuori; c'è stato un'inversione di forma.

 

Per costruire il filmato: si costruiscono sette figure come illustra la figura, si dividono poi in sette fotogrammi differenti e si vanno a montare, sulla stessa posizione, in successione. Ne risulta un'animazione in cui la prima figura pian piano si trasforma nell'ultima.

 

le sette figure che compongono l'animazione

animazione flash

 

In un altro esempio di metamorfosi abbiamo una forma con un esterno rosso con un interno giallo, dove il rosso si spinge verso il basso e si capovolge, lasciando l'interno rosso e l'esterno giallo. E' una trasformazione di forma con un'inversione di colore.

le otto figure che compongono l'animazione

animazione flash

Per costruire il filmato: si costruiscono otto figure come illustra l'immagine, si duplica tale immagine di base, in otto fotogrammi differenti e prendendo la prima si vanno a cancellare le successive sette forme. Nel successivo si cancellerà la prima forma e le successive, così di seguito per gli altri fotogrammi. Ne risulta un'animazione in cui la prima figura pian piano si trasforma nell'ultima, ma questa volta la posizione del fotogramma non è statica, infatti essa si muove in avanti in un intervallo prestabilito con la costruzione della prima immagine di base.

 

Figure tratte da "Disegnare Forme" di R. Steiner

 

la transizione

 

Vi sono due modi per passare da una scena all'altra del filmato:

  • la transizione ad effetto sfumato

  • la transizione diretta

Questi due metodi aiutano la realizzazione di un filmato, in quanto essendo molto lungo e complicato realizzare un filmato per intero riproducendo in modo migliore la realtà, è importante gestire le scene in modo che ci si focalizzi maggiormente su dettagli importanti e si lasci all'immaginazione dello spettatore ciò che risulterebbe ovvio o banale.

Naturalmente questi effetti servono per passare da una scena all'altra, per creare un effetto armonico, con lo sfumato, o un contrasto attraverso la transizione diretta.

 

 

Transizione ad effetto sfumato

 

 fotogramma di partenza

fotogramma di arrivo

animazione flash

Spezzone di animazione tratto da "Coscienza d'Amore" (I volti dell'amore), di A. Delvecchio ©.

Per costruire il filmato: la scena è formata da altre due scene. La prima parte con l'immagine di sinistra che si va dissolvendo, per scomparire, sull'immagine di destra che affiora sempre più. Manualmente questo effetto si ottiene in Photoshop andando a cancellare uniformemente, o secondo le zone, le parti che dovranno cedere il posto al secondo fotogramma. Si dovrà tenere conto della durata della transizione e dividere le varie fasi di dissolvenza sui vari fotogrammi.

 

Transizione ad effetto DIRETTO

 fotogramma di partenza

fotogramma di inizio transizione

animazione flash

Spezzone di animazione tratto da "Destino" (I volti dell'amore), di A. Delvecchio ©.

Per costruire il filmato: la scena è formata da altre due scene. La prima parte con l'immagine di sinistra che lascia la scena direttamente all'immagine di destra che continua la sua animazione in un'altra scena. Come si può notare il cambio di scena diretto crea un effetto di contrasto, ed in questo caso è ottimo per narrare una vicenda vista sotto due punti di vista, il maschile e il femminile.

 

 

la vivificazione

 

Quando costruiamo un'animazione è molto importante, essendo un'opera d'Arte, riuscire ad arrivare alla realtà e superarla. Quali caratteristiche vivificano un'opera? E cosa ne rende la trascendenza spirituale?

Come ci insegna Goethe, occorre guardare la natura, studiarla, entrare nei suoi fini meccanismi e trarne le sue leggi. E' molto complicato rendere questo con dei disegni animati, soprattutto per la mole di lavoro che nascondono, ma piccoli accorgimenti fanno sì di rendere, con poco, viva una scena. Stiamo animando un uomo, ad esempio, basta osservare i suoi movimenti, per rendere vivo un viso occorre dare l'impressione del vivente. Nell'espressione del volto ci viene in aiuto la fisiognomica.

Il battere degli occhi, una luce che colpisce le pupille, il rossore delle gote, rendono vivo un viso. Lo stesso vale nella rappresentazione di un animale, occorre cogliere il fattore più caratteristico che lo identifica. Un fiore è sicuramente fermo, ma l'ondeggiare del vento lo vivifica.

L'atmosfera invece può creare il carattere spirituale, infatti effetti di luce particolari, colori dati in senso morale, elevano una semplice immagine a qualcosa di alto, di sovrasensibile.

 

 

 fotogramma posizione "occhi aperti"

 fotogramma posizione "occhi chiusi"

animazione flash

Spezzone di animazione tratto da "Coscienza d'Amore" (I volti dell'amore), di A. Delvecchio ©.

Per costruire il filmato: la scena è formata da altre due fotogrammi che si intervallano. Il primo fotogramma a sinistra ritrae l'uomo con gli occhi aperti, il secondo sulla destra lo ritrae con gli occhi chiusi; alternando questi due fotogrammi ad intervalli regolari si simula il battere d'occhio umano. Naturalmente in questa breve scena sono presenti altri elementi in movimento che seguono l'andamento della storia narrata. Si può notare come il personaggio si muova in un senso da sinistra verso destra e i petali in senso casuale. Questi effetti di movimento aiutano il realismo della scena e creano assieme all'atmosfera una situazione surreale.

 

Il movimento, il ritmo, l'andamento formofologico, le metamorfosi, le transizioni, gli effetti vivificatori, sono già una buona base di partenza, elementi che se dosati e collocati seguendo la vostra fantasia creatrice portano a buoni risultati.

 

Per realizzare un'animazione:

  • Partire da un progetto scritto, una sceneggiatura, che vi aiuti nella realizzazione della storia.

  • Valutare la lunghezza del filmato per suddividere i fotogrammi in base ai secondi.

  • Tenere presente la risoluzione e la definizione del filmato.

  • Ogni tanto fermarsi a provare le scene, per migliorarne i risultati.

  • Mantenere un ritmo costante nella successione degli avvenimenti, soprattutto nel caso che vi sia una base musicale, occorre cercare di andare il più possibile a tempo con essa.

  • Montare il filmato.

a cura di A. Delvecchio

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