"Il pensare che ho chiamato
"morfologico" deve essere interiormente mobile... tanto mobile da
produrre una figura dall'altra: è un pensare che assume di continuo
una "forma organica", che cresce continuamente".
Rudolf Steiner, "La realtà dei mondi
spirituali".
Il pensare morfologico si può pensare
anche come pensare artistico in quanto nell'arte, l'idea iniziale
cresce e genera morfologicamente altre idee, da una all'altra, in modo
organico. Un processo che si può paragonare a quello alchemico di
trasmutazione, in quanto partendo da un'idea si arriva ad un'altra,
non saltando da un'idea all'altra, ma si segue un passaggio in modo
organico.
D'ora in poi dobbiamo pensare di aver
acquisito sapere sulle leggi della natura grazie alle scorse lezioni,
quindi sul mondo minerale, vegetale, animale e umano. Per avere
coscienza del mondo inanimato abbiamo riprodotto delle nature morte,
molto adatte per imparare l'uso della tecnica pittorica, che consiste
nel capire cosa è il colore e come vuole essere steso.
Poi è stata la volta del paesaggio,
per capire come la natura lavora, per afferrare il vivente, cosa è
il verde.
In seguito è venuto il mondo
dell'uomo, lo studio della figura umana, il mondo dell'anima e dello
spirito.
Una volta che si chiude il ciclo sul
mondo fisico occorre fare luce su se stessi, sul proprio lavoro
svolto sin'ora, un lavoro basato sull'apprendimento di varie
tecniche, sulla scelta di temi personali, sulla ricerca di uno
stile; occorre fare un'analisi del proprio percorso artistico. Lo
studio del mondo fisico in realtà è una preparazione verso qualcosa
"di altro". Apprendere le leggi che regolano la natura è un passo
necessario prima di trovarsi in un mondo complementare al nostro
completamente diverso, il mondo spirituale.
L'arte è in continua evoluzione, segue
di pari passo l'evoluzione dell'uomo in campo religioso, storico,
politico. In questa Era siamo molto vicini al materialismo e di
conseguenza l'arte si è trasferita su di un mezzo meccanico, il
computer. L'uomo oggi è chiamato a sviluppare il proprio io,
potenziare il volere e il pensare in modo cosciente. In tempi primordiali, l'uomo godeva di una certa
chiaroveggenza atavica-istintiva sognante, che gli consentiva percezioni entro i
mondi superiori. Con la conquista della desta coscienza dell'io, l'uomo si è
liberato di quella facoltà atavica inconscia ed è caduto nel mondo materiale,
entro il quale ha lentamente conquistato tale auto-coscienza e la forza del
pensare autonomo. E' una legge di natura, che ogni facoltà debba essere
conquistata isolatamente, magari a scapito di altre, che poi verranno a loro
volta aggiunte. Tutta questa involuzione quindi porta ad un progresso, è
come se gli organi animici-senzienti di percezione si fossero ritirati in
riposo, per lasciare il posto alla coscienza dell'io. Quindi esistono già, ma
sono in attesa del momento evolutivo che li vedrà nuovamente attivi.
Oggi non possiamo far altro che far
evolvere l'arte sfruttando il computer, ma non per questo dobbiamo
pensare che ad essa venga tolto il divino. Il procedimento che ha
portato alla nascita ed evoluzione dell'opera deve essere il
medesimo, perché in esso vivono le leggi della natura, quel che
cambia è il mezzo con cui esse vengono applicate. La Computer-Art,
l'Animazione-Pc, possono essere un mezzo attualissimo per esprimere
il proprio io interiore, la bellezza, la poesia, il sentire
trasmesso dalla nostra anima.
La libertà non dipenderà da ciò che è stato
predeterminato dalle condizioni anteriori, bensì da ciò che l'anima
avrà saputo fare di se stessa. "
(La scienza occulta nelle sue linee generali, R.
Steiner).
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L'animazione simula il principio di trasformazione della natura,
e per tale motivo è un
mezzo di espressione adattissimo per esprimerlo. Di seguito sono presi in esame
stralci di conferenze di R. Steiner raccolte nel volume "Uomo e cosmo" che
illustrano appunto il rapporto esistente tra il nostro microcosmo e il
macrocosmo. Li ho riportati in quanto aprono le porte al pensare, un
pensare morfologico, e riflettendo su questi testi si possono meditare concetti
che possono essere ottimi spunti per allenare il pensiero immaginativo verso la
forma d'arte dell'animazione.
Da dove nasce l'IO?
L'uomo entra nel mondo superiore ogni notte quando
si addormenta, e vi sperimenta ciò che è al di là delle rappresentazioni
sensorie. L'antico saggio orientale sperimentava nei suoi misteri quel che vi è
al di là della sfera dei sensi. Si può sperimentarlo solo dedicandosi a quel
mondo appieno. Per arrivare dietro all'impressione dei sensi occorre vi sia
anche amore nella conoscenza. Se si entrasse nel mondo al di là dei sensi con
l'usuale io umano si avrebbero dei danni. Infatti per penetrare in quel mondo
occorre abbandonare l'io usuale. L'io si forma perché l'uomo si possa immergere
in un caos distruttivo. L'io va temprato e indurito nel mondo che è
nell'interiorità umana, quale mondo del focolaio distruttivo. Con questo io non
si entra nel mondo privo dei sensi. Se si immagina che quel che è dentro
l'interiorità umana, il focolaio distruttivo, si diffondesse su tutto il mondo,
in esso vivrebbe il male. Il male è il necessario caos, esistente
nell'interiorità umana, gettato verso l'esterno. In questo caos che deve
esistere dentro l'uomo deve indurirsi l'io, l'egoità umana. Solo nel sonno
scompare la coscienza dell'io, e quando solo compare nel sogno, è estranea e
indebolita. Solo l'antico saggio orientale che con la sua dedizione, amore e il
compito dell'io, può entrare in quel mondo, il Nirvana.
Il Logos, La Parola del mondo
L'uomo sperimenta i processi che avvengono nella
terra anche in se stesso. Egli li sentiva in sé, perché egli ode tutti i
processi, infatti il segreto cosmico viene udito. Il divenire del mondo si odono
risuonare come un ricordo, che si manifesta attraverso la Parola del mondo, il
Logos. Se si è in grado di percepire tale linguaggio, l'uomo riesce a percepire
anche altro. Poniamoci di fronte allo scheletro umano, oppure allo scheletro di
un animale, senza però guardarne l'anatomia esteriore. "Che cosa ci si dice, se
si contempla uno scheletro, trovandoci profondamente uniti con l'intimo della
natura e con l'essenza dello spirituale? Ci si dice: non puoi limitarti a
guardarlo soltanto". E' orribile, limitarsi a guardare quelle forme! Si pensi: la
colonna vertebrale, con le mirabili vertebre sovrapposte, con le costole che se
ne distaccano per inclinarsi in avanti, con le meravigliose articolazioni, con
la trasformazione delle vertebre nelle ossa del cranio, e quella ancora più
difficile a spiegarsi delle costole (che si incurvano solo come archi uniformi intorno al torace) nelle ossa del braccio e della gamba! Di fronte a
questi segreti dello scheletro, non si può proprio fare a meno di dirsi qualcosa
di ben preciso. Ci si dice: ascolta tutto questo! Non limitarti a guardarlo, ma
ascoltalo! Ascolta come un osso si trasformi nell'altro! Tutto ciò parla
veramente!"
Così sentiva l'uomo
Ebbe luogo per gli uomini una grandiosa
esperienza, in quella remota età gli uomini si interpenetravano reciprocamente.
Dall'essere umano andò separandosi tutto il mondo vegetale, che la terra
accolse, conferendo ad esso le componenti radicolari e legnose. L'uomo sentiva
di aver abbracciato la terra, con il mondo rigoglioso delle piante; gli sembrava
che la terra fosse grata di quel rivestimento, per quell'abbraccio e che avesse
accolto come un alito emesso dall'uomo gli elementi vegetali nel loro stato
liquido-aeriforme. Coloro che sentivano tali cose sperimentavano, nei riguardi
di questo dono delle piante della terra, una stretta affinità con la principale
divinità del pianeta Mercurio. Invece per gli animali si aveva la sensazione di
averli dovuti allontanare, separare da noi; altrimenti non si sarebbe potuta
sviluppare nel giusto modo la figura umana. Gli animali quindi furono respinti
dall'uomo ed essi dovettero in seguito compiere un'evoluzione separata, a un
livello inferiore a quello dell'uomo. Nei confronti del regno animale si provava
un senso di liberazione, di fronte alle piante si sentiva l'intima affinità con
esse. Il regno vegetale era come un pezzo di uomo che portava calore alla terra;
le piante sono un pezzo di umanità che rivestono la terra con suo materiale
terrestre. In antichità vi era presente anche un elemento morale che nei
confronti delle piante si manifestava non solo nella crescita come fenomeno, ma
si sentiva anche un rapporto morale dell'uomo con l'accrescimento delle piante.
Nei confronti degli animali si sperimentava il rapporto morale di aver
conquistato una posizione superiore a loro.
Occidente, centro, oriente
Come uomini portiamo in noi anche ciò che lassù è
la vera entità delle piante. Noi però portiamo giù nella vita riflessa della
terra ciò che le piante lassù lasciano. Le piante rimangono su nel paese delle
entità spirituali; mandano sulla terra le loro immagini riflesse. La terra
gliele riempie di materia terrestre. Noi uomini portiamo il nostro elemento
animico, che appartiene pure a quel mondo, quaggiù, in questo mondo di immagini
riflesse. Non siamo solo immagini riflesse ma sulla terra siamo anche realtà
animiche. Sulla terra viviamo in tre mondi: nel mondo fisico, nel quale
gli animali non vivono con la loro autocoscienza, in un secondo mondo, in cui
gli animali vivono con la loro autocoscienza, il mondo astrale; però questo lo
portiamo giù con noi nel mondo fisico. Noi viviamo in un terzo mondo, in cui
vive la realtà dell'essere vegetale, nel mondo spirituale, ma sulla terra loro
mandano giù solo le loro immagini riflesse, mentre noi mandiamo giù anche le
nostre realtà animiche. Quindi un uomo che qui vive con corpo, anima e spirito è
un uomo. Un essere che ha sulla terra solo corpo e anima, ma ha lo spirito in un
secondo mondo limitrofo, è l'animale.
Un essere che nel mondo fisico ha solo il corpo, nel
secondo la sua anima, e in un terzo lo spirito, tanto che il corpo è diventato
solo immagine riflessa dello spirito riempito di materia terrestre, è la pianta.
Nella natura vi sono tre mondi che sono portati
anche dall'uomo.
"Considerate una pianta e dite: tu sei un essere,
di cui non vedo sulla terra che l'immagine riflessa, immagine riflessa
insussistente.
Quando più volgo lo sguardo verso l'alto e guardo
le stelle della notte, tanto più vedo lassù il tuo vero essere. La natura
diventa completa, quando dalla terra guardo le stelle e il cosmo nella sua
unicità.
Poi richiamo lo sguardo su di me come uomo e dico
a me stesso: ciò che nella pianta arriva fin lassù, lo porto compresso in me
sulla terra. Io porto in me come uomo il mondo fisico, quello astrale e quello
spirituale.
Rendersi conto di questo: crescere su con la
natura fino ai cieli; crescere dentro nell'uomo fino a dove i cieli si schiudono
in lui, significa elevarsi alla ricerca spirituale dello spirito."
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