I/b. Il colore: l'essenza del colore

la tecnica

il pensiero

 

 

 

introduzione

 

Dalla lezione sul pensiero abbiamo compreso come l'uomo viva nel colore e quindi è il colore stesso che ci dice come vuole essere steso sulla superficie. Il colore è sentito come qualcosa che fa parte di noi, segue i nostri sentimenti, si muove con noi:

 

 

"Quando il pittore dipinge, dando forma al chiaro e allo scuro e lavorando con la vera pittura, porta la sua attività artistica fino al preciso punto al quale la pittura e veggenza si incontrano e qui comincia la veggenza. Punto in cui la veggenza volendo continuare verso l'esterno, si comincia a dipingere, e si sa quando occorre mettere un colore accanto all'altro. E' il segreto del colore. Non esistono linee, il mare non confina con l'orizzonte con una linea, il confine è dove i colori confinano tra loro. Avviene un movimento interiore, il movimento vive in quel che si dipinge. Si sperimenta l'interiorità del colore. Nella pittura si incontrano creativamente veggenza e arte."

 

R.Steiner, "Arte e conoscenza dell'arte".

 

 

 

Solitamente come primo approccio verso la composizione del colore si seguono alcuni esercizi di riproduzione di schemi cromatici riportati nella sezione qui sotto, che illustrano vari modi per mescolare il colore a partire dai tre colori primari che Steiner chiama colori-splendore: giallo, rosso, blu. Per facilitare l'esecuzione si possono utilizzare colori a tempera che si diluiscono in acqua.

Necessariamente oltre ai colori primari si dovrà utilizzare il bianco, ma personalmente sconsiglio l'utilizzo di nero puro nell'esecuzione degli schemi. Il nero può essere sostituito mescolando i colori primari insieme, questo per abituarsi al fatto che in natura tutti i colori si influenzano gli uni con gli altri (la natura segue il principio dell'unità) e mai di ognuno troveremo la pura essenza. In pratica per imitare la natura occorre, e lo vedremo in seguito nella sezione dedicata alle tecniche pittoriche, mescolare tutti i colori insieme andando poi a dosarli nel miglior modo per ottenere le giuste sfumature di colore.

Per dipingere occorre abbandonarsi al proprio istinto naturale, i colori stessi vi guideranno, poiché è in esso "la misura", "l'armonia".

 

il disco cromatico in 12 parti di Johannes Itten

 

Si costruisce partendo dai tre colori principali che sono il giallo, il rosso, il blu. Si dispongono i tre colori in un triangolo equilatero,  in modo che il giallo stia in alto, il rosso in basso a destra, il blu in basso a sinistra. Nel cerchio in cui è inscritto il triangolo, si sviluppa un esagono, ottenendo altri tre triangoli in cui si pongono i composti ottenuti dai colori primari combinati due a due ricavando così i tre complementari:

 

giallo + rosso = arancione

blu + giallo = verde

rosso + blu = viola

 

I tre secondari devono essere combinati in modo che non tendano verso il colore primario. Nel cerchio in cui è inserito il triangolo, si traccia un anello, diviso in 12 settori uguali e si ripartono i colori primari e secondari in quei settori in cui vengono a cadere, lasciando un settore vuoto ogni due. Nei vuoti si pongono i colori terziari risultanti dalla combinazione di primari e secondari:

 

giallo + arancio = giallo - arancione

rosso + arancione = rosso - arancione

rosso + viola = rosso - viola

blu + viola = blu - viola

blu + verde = blu - verde

giallo + verde = giallo - verde

 

Si ottengono 12 parti uguali in cui i colori si susseguono come l'arcobaleno o lo spettro. I colori sono equidistanti tra di loro e gli opposti sono i complementari.

Il disco cromatico in 12 parti di Johannes Itten

 

la sfera dei colori di P. O. Runge

 

La sfera è una forma elementare simmetrica e coerente per la rappresentazione della legge dei colori complementari, mette in evidenza i principali rapporti dei colori fra di loro, e con il bianco e il nero. Essa è divisa in 12 meridiani e 6 paralleli. Si tracciano sulla sfera 6 paralleli equidistanti ricavando 7 zone e poi perpendicolarmente si tracciano da un polo  all'altro i 12 meridiani. Nei 12 settori equidistanti dalla fascia equatoriale si inscrivono i colori puri del disco cromatico a 12 colori nella zona polare a nord, il bianco e al sul il nero. Nelle 2 fasce comprese fra il polo nord e la zona equatoriale di dispongono 2 progressivi toni schiariti dei colori puri equatoriali. Nella zona equatoriale del polo sud si dispongono 2 progressivi toni oscurati degli stessi colori puri. I 12 colori puri posseggono ciascuno un proprio valore di luminosità, le gradazioni che vanno verso il bianco e verso il nero sono disgiunte. Ognuno dei 12 colori va graduato ottenendo 2 anelli di colore chiaro attorno al polo bianco e 2 anelli di colore scuro attorno al polo nero, di diverso valore tonale. I paralleli hanno la stessa gamma luminosa.

  • Si dispongono i colori puri all'equatore.

  • Le loro combinazioni col bianco e con il nero sulle zone di luminosità sono sulle parti sferiche.

  • I composti di uguale tono sono derivati dalle coppie complementari delle sezioni orizzontali.

  • Le gradazioni tonali derivate dalla combinazione di 2 complementari verso il chiaro o lo scuro sono sulle sezioni verticali.

 

 

La fig. 1  la sfera vista di prospetto.

 

 

La fig. 2 l'altra facciata della sfera di fig. 1.

 
   

 

 

La fig. 3  la sezione all'equatore della sfera con al centro la zona di grigio neutro e all'esterno i colori puri. Tra i due vi sono le due zone complementari ottenute mischiando i puri con i grigi.

 

 

 

La fig. 4 è la sezione verticale della sfera nella zona rossa-arancio-blu-verde. Mischiata al grigio la zona equatoriale si schiarisce a nord al polo bianco e inscurisce a sud al polo nero.

 

Si deduce come sulla fascia equatoriale della sfera, i 12 colori siano gli stessi che troviamo nel disco di Itten, poi da un lato venendo schiariti con il bianco assumo un tono freddo, siano a schiarire e illuminarsi nel bianco, mentre dall'altro venendo inscuriti con il nero, assumono una colorazione calda sino ad imbrunire e a sparire nel nero.

 

la stella dei colori di P. O. Runge

 

la stella dei colori di P. O. Runge

La stella cromatica è data dalla sfera intagliata staccando la parte oscura. 

Al centro abbiamo il bianco cui succedono 2 zone di colori chiari, 1 di colori puri, 2 di colori scuri con ai vertici il nero.

 

il mandala

 

Un pensiero orientale dice: se guardi da dove nasce il tutto, ritorni nel centro e puoi trovare il centro di te stesso e l'armonia del mondo.

La stessa esperienza è possibile disegnando e dipingendo i mandala: dal centro del mandala -che ne rappresenta l'essenza- fluiscono le articolazioni successive verso l'esterno, in un gioco espressivo di colori e sfumature sempre diverse, che sono l'espressione della personalità di chi lo dipinge.

Così, con estrema libertà, deve essere dipinto il mandala: assecondando i nostri pensieri e lasciando che colori pieni e sfumature si alternino liberamente.

La creazione di mandala può partire da modelli già predisposti in bianco e nero, passando via via alla costruzione di nuovi soggetti, secondo regole geometriche rigorose o in piena libertà.

Queste forme possono essere anche ispirate alla natura, che offre diversi 'esempi' di mandala con soggetti naturali.

Si possono utilizzare diverse tecniche e i colori possono essere pieni e definiti oppure ricchi di sfumature.

Il mandala è una pratica artistica che può divenire di rilassamento o meditazione, a prima vista è un insieme di forme e colori, gradualmente possiamo coglierne l'armonia, lasciarsi attirare dal centro e poi respingere fino ai bordi e ancora ritrovarsi nel centro, fino a perdersi come in un labirinto. Di solito sono esperienze che si ottengono in momenti di ascolto e di rilassamento, paragonabili agli stati in cui si organizzano disegni astratti con l'utilizzo del libero segno.

 

esempi di mandala

A prima vista si può notare come non vi sia in effetti molta differenza tra gli schemi cromatici di Itten o di Runge, rispetto ad un Mandala. Certamente gli ultimi sono molto più complessi perché riproducono simbolicamente il caos, la complessità, però è da mettere in evidenza il sistema, la metodica della rappresentazione similare; dal centro i colori si sviluppano mischiandosi verso l'esterno. In modi e culture diverse, consciamente od inconsciamente, essi vogliono rappresentare lo specchio del cosmo.

 

a cura di A. Delvecchio

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