Amnesty Italia

HOMEPAGE

E' finalmente online l'appello di Amnesty.

UN PAESE IN GUERRA: COLOMBIA

Colombia

Colombia
Repubblica di Colombia
Capo di stato e di governo: Álvaro Uribe Vélez
Pena di morte: abolizionista per tutti i reati
Popolazione: 45,7 milioni
Aspettativa di vita: 72,2 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 30/22‰
Alfabetizzazione adulti: 92,7%

  1. Conflitto armato interno
  2. Diritti delle popolazioni native
  3. Servizi di intelligence civile
  4. Scandalo "parapolitico"
  5. Esecuzioni extragiudiziali da parte delle forze di sicurezza
  6. Gruppi paramilitari
  7. Il processo di giustizia e pace
  8. Gruppi della guerriglia
  9. Impunità
  10. Difensori dei diritti umani
  11. Aiuti militari degli Stati Uniti
  12. Vaglio internazionale
  13. Il dramma della Colombia in cifre
  14. Gli obiettivi della campagna di AI
  15. Missioni e rapporti di Amnesty International

Mappa Colombia

Il conflitto armato interno ha continuato ad avere conseguenze devastanti per la popolazione civile e in particolar modo per le comunità native che sono state tra le più colpite. Tutte le parti belligeranti, come le forze di sicurezza, i gruppi di guerriglieri e i paramilitari, si sono rese responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e violazioni del diritto internazionale umanitario. Sebbene rispetto agli anni precedenti il numero delle vittime civili di esecuzioni extragiudiziali per mano delle forze di sicurezza sia diminuito e gli sfollamenti forzati della popolazione civile siano aumentati con un ritmo ridotto, sono andati intensificandosi altri tipi di violazioni dei diritti umani. Si è avuto un incremento delle uccisioni tra i membri di gruppi sociali emarginati e delle popolazioni native e delle minacce nei confronti di difensori dei diritti umani e altri attivisti. I testimoni delle uccisioni e le vittime di violazioni dei diritti umani e le loro famiglie sono stati al centro di minacce e vessazioni.

A settembre, il governo ha annunciato che avrebbe sciolto il servizio di intelligence civile (Departamento administrativo de seguridad - Das) dopo che erano emerse prove che questo aveva intercettato illegalmente le comunicazioni di difensori dei diritti umani, giornalisti, oppositori politici e giudici per almeno sette anni e che era colluso con i gruppi paramilitari.

L'inchiesta della Corte suprema di giustizia sullo scandalo "parapolitico" è andato avanti. Circa 80 membri del Congresso, la maggior parte appartenenti ai partiti della coalizione di governo, erano sotto inchiesta per i loro presunti legami con i gruppi paramilitari.

Si sono accentuate le tensioni con diversi paesi della regione, specialmente il Venezuela, a seguito della decisione del governo di permettere ai militari statunitensi di utilizzare sette basi militari in Colombia.

Conflitto armato interno
Le parti belligeranti non hanno fatto distinzioni tra civili e combattenti, determinando sfollamenti forzati, uccisioni di civili, violenze sessuali contro le donne, presa di ostaggi, sparizioni forzate, reclutamento coatto di minorenni e attacchi indiscriminati nei confronti della popolazione civile. Si è avuto un rapido incremento del livello di violenza in alcune delle maggiori città del paese. L'aumento è stato attribuito al conflitto armato, ai reati collegati al traffico di droga e ad atti di "pulizia sociale".

Secondo quanto riferito, circa 20.000 sparizioni forzate continuavano a essere indagate dall'ufficio del procuratore generale.

Il numero degli sfollati ha continuato a crescere, sebbene a un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti. Secondo la Ngo Consultorio per i diritti umani e lo sfollamento (Consultoría para los derechos humanos y el desplazamiento - Codhes) nel corso dell'anno i nuovi sfollati sono stati oltre 286.000. Tra i maggiormente colpiti sono risultati i popoli nativi, gli afro-americani e i campesino (contadini).

Il governo si è rifiutato di appoggiare un progetto di legge, la legge sulle vittime, che avrebbe garantito risarcimenti alle vittime del conflitto sulla base della non discriminazione, indipendentemente dal fatto che il perpetratore fosse un agente statale o meno. Il progetto di legge è stato respinto dal Congresso a giugno.

Diritti delle popolazioni native
Nel corso della sua visita in Colombia, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sui popoli indigeni ha descritto la situazione dei diritti umani che le popolazioni native si trovavano ad affrontare in Colombia come "un grave, critico e profondo motivo di preoccupazione". Durante l'anno sono stati uccisi 114 tra uomini, donne e bambini nativi, un numero maggiore rispetto al 2008. Più della metà di loro appartenevano alle comunità awá.

*Il 26 agosto, 12 awá, tra cui sei bambini e un bebè di otto mesi, sono stati uccisi da uomini armati nel resguardo (riserva indigena) di Gran Rosario, nel dipartimento di Nariño. Una delle vittime, Tulia García, era stata testimone dell'uccisione di suo marito, Gonzalo Rodríguez, per mano dell'esercito il 23 maggio.

*Il 4 febbraio, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Fuerzas armadas revoluncionarias de Colombia - Farc) hanno ucciso 15 awá, tra cui due donne incinte, nella municipalità di Barbacoas, dipartimento di Nariño.

Anche leader nativi e le loro famiglie sono stati minacciati.

*L'11 maggio, la figlia dodicenne della leader nativa Aída Quilcué è stata minacciata con un fucile puntato davanti alla sua abitazione. Aída Quilcué era stata posta sotto protezione da un'ordinanza della Commissione interamericana dei diritti umani, da quando suo marito era stato ucciso dai soldati nel dicembre 2008.

A gennaio, la Corte costituzionale ha emanato l'ordinanza 004/09, con cui si concludeva che la sopravvivenza di alcune popolazioni native era a rischio a causa del conflitto armato.

Ad aprile, il governo ha sottoscritto la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli nativi. Nel 2007, la Colombia si era astenuta quando l'Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva adottato la Dichiarazione.

Servizi di intelligence civile
Ad aprile, i media hanno rivelato che il Das, che opera sotto l'autorità diretta del presidente, era stato coinvolto in un esteso, consolidato, illegale caso di spionaggio ai danni di difensori dei diritti umani, oppositori politici, giudici e giornalisti, al fine di limitare o neutralizzare il loro lavoro. Secondo quanto riferito, l'operazione era stata condotta in stretta collaborazione con i gruppi paramilitari. Anche membri della comunità diplomatica in Colombia e difensori dei diritti umani internazionali erano stati presi di mira. 
 
A maggio, il procuratore generale ha accusato un ex direttore del Das, Jorge Noguera, di omicidio e appartenenza a gruppi paramilitari. Alcuni degli attivisti intercettati dal Das avevano ricevuto minacce di morte e accuse penali pretestuose. A settembre, il presidente Uribe ha affermato che il Das sarebbe stato abolito e che sarebbe stato creato un nuovo servizio di intelligence.

A marzo, il Congresso ha approvato la legge sull'intelligence, che pone fuorilegge le attività segrete nei confronti di persone sulla base della loro affiliazione o appartenenza a un sindacato od organizzazione sociale o di tutela dei diritti umani. A settembre, un decreto attuativo della legge sull'intelligence ha disposto la revisione dei fascicoli dei servizi segreti compilati su queste basi da parte di tutti i servizi di sicurezza, quelli militari compresi. Questi fascicoli venivano spesso utilizzati per montare procedimenti penali privi di fondamento a carico di attivisti. A fine anno, non erano disponibili informazioni sui risultati della revisione.

Scandalo "parapolitico"
Circa 80 membri del Congresso sono finiti sotto inchiesta penale nel corso del 2009 per i loro presunti legami con gruppi paramilitari.

A settembre, la Corte suprema ha stabilito di essere competente per indagare i deputati che si erano dimessi nel tentativo di fare in modo che i loro casi fossero indagati dall'ufficio del procuratore generale, dove essi speravano di essere trattati con maggior indulgenza.

Diversi magistrati coinvolti nelle indagini sullo scandalo, i quali avevano ricevuto minacce e vessazioni, hanno continuato a beneficiare delle misure di protezione ordinate dalla Commissione interamericana dei diritti umani.

Esecuzioni extragiudiziali da parte delle forze di sicurezza
Le rivelazioni del 2008 secondo cui le forze di sicurezza si erano rese responsabili delle esecuzioni extragiudiziali di oltre una dozzina di giovani di Soacha, nei pressi della capitale Bogotá, hanno costretto il governo ad adottare misure per combattere il problema. Il numero di casi di esecuzioni extragiudiziali è diminuito considerevolmente durante il 2009 rispetto all'anno precedente. All'incirca 2000 esecuzioni extragiudiziali commesse da personale dell'esercito nell'arco di diversi anni erano oggetto di indagine da parte dell'ufficio del procuratore generale nel 2009, ma l'avanzamento delle inchieste è stato lento. Il sistema di giustizia militare ha opposto una rinnovata resistenza alla giurisdizione civile nei casi che vedevano coinvolti elementi militari, accusati di violazioni dei diritti umani.

Sia i testimoni di esecuzioni extragiudiziali sia i parenti degli uccisi sono stati minacciati e aggrediti.
 
In seguito alla sua visita in Colombia nel mese di giugno, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle uccisioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie ha affermato che le esecuzioni extragiudiziali "erano state condotte più o meno con le stesse modalità da elementi significativi interni all'ambiente militare".

Gruppi paramilitari
Gruppi paramilitari hanno continuato a operare in molte parti del paese, talvolta in collusione con settori delle forze di sicurezza. Le loro continue attività smentivano le asserzioni del governo secondo cui tutti i paramilitari avevano deposto le armi in seguito a un programma di smobilitazione promosso dal governo e iniziato nel 2003.

Il governo ha sostenuto che la violenza attribuita a questi gruppi era unicamente collegata alla droga ed era di natura criminosa. Tuttavia, le tattiche impiegate da questi gruppi per terrorizzare la popolazione civile, anche con minacce e massacri, rispecchiava quelle utilizzate dai gruppi paramilitari prima della smobilitazione.

Difensori dei diritti umani, leader di comunità e altri attivisti della società civile hanno continuato a essere presi di mira da questi gruppi.

È stato comprovato che gruppi paramilitari stessero per diventare ancora una volta maggiormente organizzati. In un rapporto pubblicato a ottobre, la Missione di sostegno al processo di pace in Colombia dell'Organizzazione degli stati americani faceva riferimento alla capacità di rinnovamento di "queste strutture illegali, specialmente tra i loro leader, il che rappresenta una sfida per le autorità nel prevenirne la riorganizzazione".

Si è avuto un incremento di uccisioni di persone appartenenti a gruppi socialmente emarginati nelle aree urbane, per lo più perpetrate dai paramilitari. Tra le vittime vi erano giovani, senzatetto, criminali comuni, lavoratori del mercato del sesso, lesbiche, gay, bisessuali e transgender e tossicodipendenti. Secondo la Ngo Centro di ricerca ed educazione popolare (Centro de investigación y educación popular - Cinep) nel 2009 sono state registrate 184 di queste uccisioni, rispetto alle 82 del 2008.
 
Sono aumentati gli sforzi dei gruppi paramilitari di esercitate il controllo sociale sulle comunità più povere attraverso la distribuzione di massa di volantini minacciosi. Nel 2009, il Cinep ha registrato 83 casi di questo tipo di minacce in molte parti del paese, rispetto ai 58 del 2008.

Il processo di giustizia e pace
A fine anno soltanto circa 3700 dei 31.000 paramilitari che, stando alle fonti, erano stati smobilitati a partire dal 2003, avevano preso parte al processo di giustizia e pace. Tuttavia, di molti di loro non si è saputo più nulla. Il processo di giustizia e pace consente agli ex paramilitari di beneficiare di riduzioni di pena in cambio di confessioni riguardanti violazioni dei diritti umani. Alcuni paramilitari hanno asserito di aver commesso violazioni dei diritti umani, coinvolgendo altri soggetti, tra cui esponenti politici, affaristi e militari. Tuttavia, il processo continuava a non essere in linea con gli standard internazionali sui diritti delle vittime a verità, giustizia e riparazione. 
 
All'incirca il 90 per cento di quanti erano stati smobilitati hanno continuato a eludere di fatto le indagini come conseguenza del decreto 128 e della legge 782, che accordano amnistie de facto a coloro che non sono sotto inchiesta per violazioni dei diritti umani. A giugno, il Congresso ha approvato una legge che regolamenta lo status di 19.000 presunti paramilitari smobilitati dopo che la Corte suprema aveva sentenziato nel 2008 che essi non potevano beneficiare delle amnistie. La legge autorizza il procuratore generale a sospendere, interrompere o abbandonare le indagini nei loro confronti, pertanto consentendo loro di eludere la giustizia.

A luglio, la Corte suprema ha annullato per motivi procedurali la sentenza pronunciata a marzo dal Tribunale giustizia e pace nei confronti del paramilitare Wilson Salazar Carrascal, alias "El Loro". A fine anno nessun paramilitare era stato condannato in base al processo di giustizia e pace.

La maggior parte dei 18 leader paramilitari estradati negli Usa per accuse legate al traffico di droga ha rifiutato di collaborare con il sistema di giustizia colombiano nelle indagini sulle violazioni dei diritti umani. Funzionari della magistratura colombiani hanno incontrato difficoltà nell'ottenere accesso ai pochi che avevano acconsentito a collaborare.

Alcuni paramilitari hanno restituito una piccola percentuale dei 4-6 milioni di ettari di terreni che avevano sottratto, ma sono stati espressi timori che una parte potesse finire nuovamente sotto il controllo di questi gruppi o dei loro sostenitori. Alcuni dei pochi proprietari originari la cui terra era stata restituita sono stati minacciati o uccisi.

Le vittime, o le loro famiglie, che avevano aderito al processo di giustizia e pace, coloro che le avevano affiancate e i funzionari della magistratura che indagavano sulle violazioni dei diritti umani sono stati minacciati o uccisi. Ciò ha dissuaso molte vittime dal prendere parte al processo.

Gruppi della guerriglia
Le Farc e l'Esercito di liberazione nazionale (Ejército de liberación nacional - Eln) hanno continuato a commettere violazioni dei diritti umani e gravi e ripetute violazioni del diritto internazionale umanitario, come uccisione di civili, reclutamento di bambini e presa di ostaggi.

Le Farc hanno continuato a impiegare in maniera diffusa mine antipersona. Nel corso dell'anno, più di 111 tra civili e membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi e 521 sono stati feriti da mine terrestri.

Le Farc hanno lanciato attacchi indiscriminati in cui le vittime erano per la maggior parte civili.

*Il 13 gennaio, le Farc hanno lanciato un attacco utilizzando ordigni esplosivi nel centro urbano della municipalità di Roberto Payán, nel dipartimento di Nariño. Sei persone sono morte, compresi tre bambini.

Secondo dati forniti dal governo, il numero complessivo dei rapimenti è diminuito a 213 nel 2009, rispetto ai 437 del 2008. La maggior parte di questi sono stati attribuiti a bande criminali, ma gruppi della guerriglia si sono resi responsabili della maggioranza dei rapimenti legati al conflitto.

Il 21 dicembre, le Farc hanno rapito e ucciso il governatore del dipartimento di Caquetá, Luis Francisco Cuéllar.

A febbraio, le Farc hanno rilasciato diversi ostaggi di alto profilo. Tra questi vi era Sigifredo López, un deputato dell'Assemblea legislativa di Valle del Cauca, catturato dal 2002; e l'ex governatore del dipartimento di Meta, Alán Jara, prigioniero dal 2001. Lo stesso mese, le Farc hanno rilasciato anche tre agenti di polizia e un soldato.

Impunità
Sono stati ottenuti dei progressi in alcune importanti indagini ma l'impunità per le violazioni dei diritti umani ha continuato a suscitare grave preoccupazione. 

*A novembre, il generale in congedo dall'esercito Jaime Uscateguí è stato condannato a 40 anni di carcere per il suo ruolo nel massacro del 1997 di Mapiripán, nel dipartimento di Meta.

*A settembre, il Consiglio di stato ha confermato una sentenza del 1995 dell'ufficio del procuratore generale che scagionava il generale Álvaro Velandia Hurtado e tre altri ufficiali dell'esercito per il loro coinvolgimento nella sparizione forzata, la tortura e l'uccisione di Nydia Erika Bautista, appartenente al gruppo di guerriglieri M-19, nel 1987.

Difensori dei diritti umani
Difensori dei diritti umani, specialmente coloro che lavoravano nelle zone più remote, sono stati minacciati e uccisi. I leader di comunità sono risultati particolarmente a rischio di aggressioni. Almeno otto difensori e 39 sindacalisti sono stati uccisi nel corso del 2009.

Le minacce di morte nei confronti di attivisti dei diritti umani e della società civile o di organizzazioni, sono aumentate; la maggior parte è stata attribuita a gruppi paramilitari.

Difensori dei diritti umani e attivisti della società civile accusati di intrattenere legami con gruppi della guerriglia hanno continuato a incorrere in procedimenti penali, spesso basati unicamente su informazioni tratte da fascicoli dell'intelligence militare e informatori pagati. Tuttavia, annosi procedimenti nei confronti di alcuni difensori sono stati alla fine archiviati dai tribunali. Gli uffici di alcune organizzazioni per i diritti umani sono stati oggetto di irruzioni e sono state sottratte informazioni riservate.

Durante una visita in Colombia del Relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani a settembre, il presidente Uribe ha affermato che il lavoro sui diritti umani era legittimo. Tuttavia, funzionari di alto rango, compreso lo stesso presidente, hanno continuato a rilasciare dichiarazioni che collegavano questo tipo di lavoro al sostegno offerto ai gruppi della guerriglia.

Aiuti militari degli Stati Uniti
Nel 2009, gli Usa hanno stanziato circa 663 milioni di dollari in aiuti militari e non, alla Colombia. Questi comprendevano 543,5 milioni di dollari dal progetto di legge di finanziamento di operazioni nazionali ed estere, di cui 305 milioni di dollari sono stati destinati alle forze di sicurezza; il 30 per cento di questi era condizionato all'adempimento da parte delle autorità colombiane di determinati requisiti in materia di diritti umani. Ad agosto, 55 milioni di dollari Usa in assistenza alla sicurezza rifiutati nel 2008, erano stati erogati in seguito ad alcuni "progressi positivi" da parte del governo colombiano in tema di diritti umani. Alla data di novembre 2009, 19 milioni di dollari Usa in finanziamenti destinati alla sicurezza per il 2008 e 31 milioni di dollari in fondi per l'assistenza alla sicurezza per il 2009 stavano per essere revocati dal Congresso degli Stati Uniti a causa del persistere di preoccupazioni in tema di diritti umani.

Vaglio internazionale
Il rapporto sulla Colombia dell'ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, pubblicato a marzo, ha sostenuto che nonostante gli sforzi messi in atto dal governo per combattere le esecuzioni extragiudiziali, nel paese continuavano a consumarsi gravi violazioni dei diritti umani. Il rapporto esprimeva preoccupazione per le continue affermazioni da parte di funzionari di governo che associavano i difensori dei diritti umani e gli attivisti della società civile ai gruppi della guerriglia; per le violazioni dei diritti umani da parte dei gruppi della guerriglia; e per i gravi rischi corsi dalla popolazione civile a causa dei "gruppi armati illegali che sono emersi a partire dalla smobilitazione dei paramilitari". Il rapporto inoltre sottolineava che soltanto un numero esiguo di vittime di violazioni dei diritti umani avevano ottenuto verità, giustizia e riparazione.

A marzo, il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha formalmente adottato il risultato della revisione del dicembre 2008 sulla situazione dei diritti umani in Colombia secondo l'Esame periodico universale (Upr). Il governo si è impegnato ad adempiere alla maggior parte delle raccomandazioni, compresa l'urgente applicazione del complesso delle raccomandazioni espresse dall'ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. I Relatori speciali delle Nazioni Unite sull'indipendenza dei giudici e degli avvocati, sui difensori dei diritti umani, sui popoli nativi e sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie hanno visitato la Colombia nel corso dell'anno.

Il 1° novembre, si è concluso il periodo di sette anni che era stato previsto da una dichiarazione della Colombia nell'ambito dell'art. 124 dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, secondo la quale il paese non avrebbe accettato la giurisdizione della Corte in riferimento ai crimini di guerra per questo arco temporale.

Il dramma della Colombia in cifre

Gli obiettivi della campagna di AI
La Colombia sta vivendo giorni difficili: le comunità afrodiscendenti e i difensori dei diritti umani sono sotto attacco.
Quando i membri delle comunità afrodiscendenti di Curvarado' e Jiguamiando', che a seguito delle minacce dei paramilitari erano stati costretti allo sfollamento forzato, sono ritornati hanno trovato le loro terre occupate dall'African Palm ed altri attori economici. La loro richiesta di restituzione ha provocato una serie di violazioni dei diritti umani nei loro confronti, ma a seguito di una azione internazionale è stata disposta la restituzione di queste terre, che fanno parte di un titolo di proprietà collettivo disposto dal governo della Colombia all'inizio degli anni 2000. AI ed altre organizzazioni internazionali stanno seguendo questo processo di restituzione.
Per fronteggiare la nuova ondata di violenza nei confronti dei difensori dei diritti umani e con l'obiettivo di contrastare energicamente tutte le pratiche che attentano alla dignità e alla sicurezza dei difensori dei diritti umani, Amnesty International ha aderito alla campagna internazionale promossa da Oidhaco - Ufficio Internazionale Diritti Umani Azione Colombia di Bruxelles "Colombia: difensori dei diritti umani sotto minaccia. Proteggere i diritti umani in Colombia è un'attività estremamente rischiosa: aiutaci a difenderla".
Gli obiettivi di questa campagna sono alla base della strategia di Amnesty sulla Colombia, che da anni promuove azioni per il raggiungimento di questi scopi:

  1. Porre fine all'impunità nei confronti delle violazioni contro i difensori dei diritti umani
  2. Porre fine all'uso distorto dell'intelligence statale
  3. Porre fine alle segnalazioni sistematiche (che screditano il loro lavoro)
  4. Porre fine ai processi giudiziari senza fondamento
  5. Migliorare in modo strutturale i programmi di protezione per le persone a rischio

All'iniziativa hanno aderito anche la Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive, l'Associazione Libera, la Fondazione Lelio Basso, A SUD, oltre ad altre 226 altre organizzazioni internazionali preoccupate per la situazione colombiana che ogni giorno produce più vittime.

Missioni e rapporti di Amnesty International
Delegati di Amnesty International hanno visitato la Colombia a febbraio, luglio, settembre e ottobre.
The Curvaradó and Jiguamiandó Humanitarian Zones - Communities in resistance in Colombia (AMR 23/001/2009)
The Peace Community of San José de Apartadó - Communities in resistance in Colombia (AMR 23/002/2009)
Everything Left Behind: Internal Displacement in Colombia (AMR 23/015/2009)

Comunicato Stampa di Operazione Colomba

Carta de un Colombiano in Francia (formato .ppt)

Scheda aggiornata sulla Colombia redatta da Amnesty Italia, in formato pdf

"Proteggere i diritti umani in colombia  è un'attività molto rischiosa: aiutaci a difenderla"

Bibliografia sulla Colombia NUOVO

San Josè de Apartado NUOVO

Comunità indigene del Nord del Cauca NUOVO

Conferencia de Piedad Córdoba en Madrid en mayo de 2010 (in spagnolo) NUOVO

Il caso di Pueblo bello

Precedenti rapporti di Amnesty sulla Colombia

2^ Conferenza internazionale sui Diritti Umani in Colombia

Per capire un pò di più la situazione in Colombia, alcuni links esterni:
"Dh Colombia: Red de Difensores no institucionalizados"
;Un caminar en dignidad" Comunidad de Paz de San Josè de Apartadò
Justicia y Paz Colombia
Colombia Vive
Nasaacin
Video "Hasta la ultima piedra"
Sentenza che qualifica come "crimini contro l'umanità" gli omicidi chiamati "falsos positivos"

Desentranando Colombia

Periodismo Libre

Quante vite vale una diga?
La morte nascosta di Elisenia

La volpe cambia il pelo ma non il vizio.


Chi siamo | Colombia | Mostra Fotografica | Percorsi educativi | Rapporto annuale
Terre d'Asilo | Reportage dall'Argentina | Iniziative | "No alla Pena di morte" | Links
H O M E P A G E


ultimo aggiornamento 22 Nov. 2011