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Magico Vento n° 44
Ritornano i viaggi di fantasia di Manfredi. Stavolta Magico Vento incontra
Calamity Jane. Non si è sicuri se la sua vita sia leggenda o realtà, ma
sicuramente è un personaggio interessante. Ai nostri giorni, di lei, si
parlerebbe come di una "grande trovata pubblicitaria". Dall'inizio dell'albo
i nostri due amici sono divisi su due diversi fronti: Magico Vento sta
accompagnando la sua tribù a Fort Laramie per aggregarsi alla riserva
di Nuvola Rossa; Poe, invece, si trova ad Omaha chiamato dal suo editore
per assistere ad una Convention di Democratici. Due vicende che corrono
in parallelo e che sono destinate a ricongiungersi nel prossimo numero.
Dicevamo che Magico Vento si sta recando con la sua gente verso Fort Laramie.
Le intenzioni del capo Coda di Toro sono quelle di trattare la pace con
i militari per proteggere le donne e gli anziani. I giovani guerrieri,
capeggiati da Daino Rosso, vogliono, invece, unirsi a Cavallo Pazzo e
Toro Seduto per la guerra contro i bianchi. Arrivati al forte Magico Vento
fa la conoscenza del Colonnello Durkheim, il comandante del forte e, in
modo poco consueto, di Calamity Jane. I militari del forte la stanno,
infatti, "trasportando" verso le prigioni. L'accusa è di aver profanato
una tomba indiana per rubare un libro di preghiere e dei guanti. Calamity
afferma, invece, di aver ricevuto quel libro e i guanti dallo spirito
di Porta Acqua per farne dono al nuovo comandante del forte, il colonnello
Durkeim. Pensando di essere presa per una visionaria, Calamity ha preferito
tacere. In questo modo MV viene a conoscenza della storia di Mini Aku
(Porta Acqua), del giovane tenente Wood e della loro storia d'amore. Una
specie di Giulietta e Romeo trasportato nel selvaggio West. Come nella
ben più nota tragedia del bardo, le rispettive famiglie di Porta Acqua
e del Tenente Wood non acconsentivano alla loro relazione. Porta Acqua,
di indole testarda, cominciò un lungo forzato digiuno di protesta. Nel
frattempo il giovane Tenente mentre stava raggiungendo il villaggio di
Porta Acqua, muore in un agguato. Ai soldati che lo trovarono in fin di
vita Wood espresse il desiderio di non compiere rappresaglie nel tentativo
di vendicarlo. Queste furono le sue ultime parole. Quando Porta Acqua
seppe della morte del suo amato, supplicò il padre di ricondurla al forte
per rendere omaggio alla sua tomba, ma troppo provata dal lungo digiuno
e dalla sofferenza morì durante il viaggio. Il suo ultimo desideri fu
quello di essere seppellita accanto al suo innamorato. Il sacrificio di
queste due anime diede inizio ad un lungo periodo di pace tra indiani
e militari. Il libro di preghiere e i guanti furono un dono simbolico
dei militari per sancire la pace. Una pace che ora potrebbe essere in
pericolo. Infatti Nuvola Rossa non è presente al forte per accogliere
il capo indiano e la sua tribù. Calamity informa MV che da tempo Nuvola
Rossa protesta per il trattamento riservato agli indiani della riserva.
A suo dire le vacche che l'esercito gli fornisce tramite l'agenzia indiana
sono vecchie e malate. MV accompagnato da Calamity Jane si mette in viaggio
verso la riserva per accertarsi delle reali condizioni. Giunti all'agenzia
indiana trovano un nefando individuo di nome Wilson, l'agente indiano.
Si scopre ben presto che il corrotto Wilson scambia le mucche in buona
salute dell'esercito destinate alla riserva con quelle malaticce di un
allevatore del luogo (che siano le antenate delle mucche pazze?), tale
Mike Dunn. Wilson confessa tutto e dopo uno scontro a fuoco dove il nostro
amico ha la meglio, giunge alla riserva Nuvola Rossa con i suoi guerrieri.
Insieme decidono di tornare al forte con il braccio destro di Wilson,
unico testimone superstite, per condannare i truffatori. Durante il viaggio
di ritorno Mike Dunn e i suoi uomini, per paura di vedere scoperti i loro
traffici, tentano un agguato per uccidere l'unico testimone che può incastrarli.
Il loro tentativo è vano. Giunti al forte MV consegna al Colonnello Durkeim
i prigionieri, raccontando tutto quello che hanno scoperto. Nuvola Rossa
accoglie la tribù di Coda di Toro e i giovani guerrieri che decidono infine
di seguirlo. La pace è un bene prezioso che deve essere conquistato e
difeso da entrambe le parti, indiani ed esercito. Se per MV la storia
è a lieto fine, non si può dire lo stesso di Poe. Ad Omaha, il suo amico
ed editore del Morning, lo invita a schierarsi dalla parte dei Democratici.
Ciò significa minare tutte le certezze di Poe, accusando l'attuale presidente,
che aveva il suo incondizionato appoggio, di corruzione. Significa anche
di dubitare sull'onestà del senatore Fulton che fino ad ora lo ha aiutato
contro Hogan. Secondo Ronnie (l'editore) Fulton avrebbe concentrato l'attenzione
dell'opinione pubblica su Hogan per non danneggiare il presidente Grant.
Durante la convention Democratica Poe fa la conoscenza di un individuo
che noi tutti conosciamo, in un modo o nell'altro: il generale Custer.
Già noto all'opinione pubblica come massacratore di indiani, lui si sente
come l'uomo che doveva fare i lavori sporchi per conto di una politica
corrotta. Sempre più confuso, Poe ha paura di aver sbagliato a porre la
sua fiducia nella volontà di pace del presidente Grant e dei suoi uomini
più vicini, come il Senatore Fulton, che potrebbero essere stati raggiunti
dalla corruzione. Durante un discorso del Generale, Poe fa irruzione in
sala, ubriaco e fuori di sé, accusando Custer di voler incentrare tutto
il potere sui militari escludendo un controllo politico. Poe arriva a
minacciarlo con la pistola, ma nel momento cruciale sviene e viene portato
via da un misterioso gentiluomo di N.Y. Quel gentiluomo è Dick Carr, l'attore
sfigurato, inviato in incognito da Fulton per tenere d'occhio Custer e
portarlo oltre il limite… Ivo Milazzo torna sulle pagine di Magico Vento.
Il suo stile, da molti osannato, non rientra tra i miei canoni e le mie
preferenze. In alcuni punti mi sembra di vedere un disegno molto arrangiato
e a volte… i sembra che Magico Vento abbia le gambe troppo corte. Sulla
storia nulla da eccepire, anche se ho l'impressione che Manfredi abbia
perso di vista il filone iniziale di Magico Vento. Rileggendo i primi
numeri ho avuto la sensazione che le storie fossero state scritte da un'altra
"mano". Il nostro personaggio è cresciuto lasciando molto spazio alla
realtà ed a temi sociali importanti e, ahimè, lasciando indietro la fantasia.
Alla prossima!! Ciop |
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