Gli arretrati
 
 
Gli spettri di Fort Laramie
Magico Vento n° 44

© Sergio Bonelli Editore S.p.A. Ritornano i viaggi di fantasia di Manfredi. Stavolta Magico Vento incontra Calamity Jane. Non si è sicuri se la sua vita sia leggenda o realtà, ma sicuramente è un personaggio interessante. Ai nostri giorni, di lei, si parlerebbe come di una "grande trovata pubblicitaria". Dall'inizio dell'albo i nostri due amici sono divisi su due diversi fronti: Magico Vento sta accompagnando la sua tribù a Fort Laramie per aggregarsi alla riserva di Nuvola Rossa; Poe, invece, si trova ad Omaha chiamato dal suo editore per assistere ad una Convention di Democratici. Due vicende che corrono in parallelo e che sono destinate a ricongiungersi nel prossimo numero. Dicevamo che Magico Vento si sta recando con la sua gente verso Fort Laramie. Le intenzioni del capo Coda di Toro sono quelle di trattare la pace con i militari per proteggere le donne e gli anziani. I giovani guerrieri, capeggiati da Daino Rosso, vogliono, invece, unirsi a Cavallo Pazzo e Toro Seduto per la guerra contro i bianchi. Arrivati al forte Magico Vento fa la conoscenza del Colonnello Durkheim, il comandante del forte e, in modo poco consueto, di Calamity Jane. I militari del forte la stanno, infatti, "trasportando" verso le prigioni. L'accusa è di aver profanato una tomba indiana per rubare un libro di preghiere e dei guanti. Calamity afferma, invece, di aver ricevuto quel libro e i guanti dallo spirito di Porta Acqua per farne dono al nuovo comandante del forte, il colonnello Durkeim. Pensando di essere presa per una visionaria, Calamity ha preferito tacere. In questo modo MV viene a conoscenza della storia di Mini Aku (Porta Acqua), del giovane tenente Wood e della loro storia d'amore. Una specie di Giulietta e Romeo trasportato nel selvaggio West. Come nella ben più nota tragedia del bardo, le rispettive famiglie di Porta Acqua e del Tenente Wood non acconsentivano alla loro relazione. Porta Acqua, di indole testarda, cominciò un lungo forzato digiuno di protesta. Nel frattempo il giovane Tenente mentre stava raggiungendo il villaggio di Porta Acqua, muore in un agguato. Ai soldati che lo trovarono in fin di vita Wood espresse il desiderio di non compiere rappresaglie nel tentativo di vendicarlo. Queste furono le sue ultime parole. Quando Porta Acqua seppe della morte del suo amato, supplicò il padre di ricondurla al forte per rendere omaggio alla sua tomba, ma troppo provata dal lungo digiuno e dalla sofferenza morì durante il viaggio. Il suo ultimo desideri fu quello di essere seppellita accanto al suo innamorato. Il sacrificio di queste due anime diede inizio ad un lungo periodo di pace tra indiani e militari. Il libro di preghiere e i guanti furono un dono simbolico dei militari per sancire la pace. Una pace che ora potrebbe essere in pericolo. Infatti Nuvola Rossa non è presente al forte per accogliere il capo indiano e la sua tribù. Calamity informa MV che da tempo Nuvola Rossa protesta per il trattamento riservato agli indiani della riserva. A suo dire le vacche che l'esercito gli fornisce tramite l'agenzia indiana sono vecchie e malate. MV accompagnato da Calamity Jane si mette in viaggio verso la riserva per accertarsi delle reali condizioni. Giunti all'agenzia indiana trovano un nefando individuo di nome Wilson, l'agente indiano. Si scopre ben presto che il corrotto Wilson scambia le mucche in buona salute dell'esercito destinate alla riserva con quelle malaticce di un allevatore del luogo (che siano le antenate delle mucche pazze?), tale Mike Dunn. Wilson confessa tutto e dopo uno scontro a fuoco dove il nostro amico ha la meglio, giunge alla riserva Nuvola Rossa con i suoi guerrieri. Insieme decidono di tornare al forte con il braccio destro di Wilson, unico testimone superstite, per condannare i truffatori. Durante il viaggio di ritorno Mike Dunn e i suoi uomini, per paura di vedere scoperti i loro traffici, tentano un agguato per uccidere l'unico testimone che può incastrarli. Il loro tentativo è vano. Giunti al forte MV consegna al Colonnello Durkeim i prigionieri, raccontando tutto quello che hanno scoperto. Nuvola Rossa accoglie la tribù di Coda di Toro e i giovani guerrieri che decidono infine di seguirlo. La pace è un bene prezioso che deve essere conquistato e difeso da entrambe le parti, indiani ed esercito. Se per MV la storia è a lieto fine, non si può dire lo stesso di Poe. Ad Omaha, il suo amico ed editore del Morning, lo invita a schierarsi dalla parte dei Democratici. Ciò significa minare tutte le certezze di Poe, accusando l'attuale presidente, che aveva il suo incondizionato appoggio, di corruzione. Significa anche di dubitare sull'onestà del senatore Fulton che fino ad ora lo ha aiutato contro Hogan. Secondo Ronnie (l'editore) Fulton avrebbe concentrato l'attenzione dell'opinione pubblica su Hogan per non danneggiare il presidente Grant. Durante la convention Democratica Poe fa la conoscenza di un individuo che noi tutti conosciamo, in un modo o nell'altro: il generale Custer. Già noto all'opinione pubblica come massacratore di indiani, lui si sente come l'uomo che doveva fare i lavori sporchi per conto di una politica corrotta. Sempre più confuso, Poe ha paura di aver sbagliato a porre la sua fiducia nella volontà di pace del presidente Grant e dei suoi uomini più vicini, come il Senatore Fulton, che potrebbero essere stati raggiunti dalla corruzione. Durante un discorso del Generale, Poe fa irruzione in sala, ubriaco e fuori di sé, accusando Custer di voler incentrare tutto il potere sui militari escludendo un controllo politico. Poe arriva a minacciarlo con la pistola, ma nel momento cruciale sviene e viene portato via da un misterioso gentiluomo di N.Y. Quel gentiluomo è Dick Carr, l'attore sfigurato, inviato in incognito da Fulton per tenere d'occhio Custer e portarlo oltre il limite… Ivo Milazzo torna sulle pagine di Magico Vento. Il suo stile, da molti osannato, non rientra tra i miei canoni e le mie preferenze. In alcuni punti mi sembra di vedere un disegno molto arrangiato e a volte… i sembra che Magico Vento abbia le gambe troppo corte. Sulla storia nulla da eccepire, anche se ho l'impressione che Manfredi abbia perso di vista il filone iniziale di Magico Vento. Rileggendo i primi numeri ho avuto la sensazione che le storie fossero state scritte da un'altra "mano". Il nostro personaggio è cresciuto lasciando molto spazio alla realtà ed a temi sociali importanti e, ahimè, lasciando indietro la fantasia.
Alla prossima!!

Ciop

 
 
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