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Giunse il periodo
di lontananza forse più importante, quello atteso del suo stage
universitario all'estero. Andò a Praga, dove per quasi tre mesi prese in
affitto un appartamento. Ci trovammo al centro commerciale non lontano da
casa mia, suo padre l'aveva portata lì prima di raggiungere l'aereoporto,
per completare gli ultimissimi acquisti. Io le avevo già preso un dizionario
tascabile Italiano-ceco, una guida alla città con la pianta e dei baci
Perugina da portare con se.
Dopo alcuni giorni l'avrei raggiunta, e la cosa fu quasi provvidenziale dato
che all'inizio si trovò male, spaesata, e non riusciva a trovare alcune cose
che le servivano. I generi da supermercato non erano reperibili con la
stessa logica italiana.
Presi un aereo, il primo in vita mia, la raggiunsi e conobbi le nostre
ultime notti assieme, dato che da allora non ce ne furono più.
L'accompagnavo tutti i giorni in ufficio durante i 10 giorni di permanenza,
poi facevo un giro in cerca delle cose che le servivano. Una caffettiera,
alcune pentole...tutto ciò che le potesse essere utile. Poi tornavo a casa e
mettevo in ordine, in modo che lei tornando (ma l'andavo a prendere)
trovasse tutto a posto. Ero felice di essere lì, di aver riesumato il mio
inglese per farmi capire in giro per la città, ma soprattutto di averla con
me.
Pensai che dopo la mia partenza sarebbe rimasta poco più di due mesi da
sola, lontana da me...ma...lontana anche dai suoi, e da ciò che potevano
essere le loro influenze. Decisi allora, in una delle mattinate nelle quali
era in ufficio, di acquistare un quaderno con la copertina rigida e le
pagine bianche, una penna ed una grossa candela profumata, senza dirle
nulla. Quando tornai in Italia trascorsi diverse notti a scrivere con quella
penna, su quel quaderno e a lume di quella candela un libro-lettera che
chiamai "Il Mio Cuore
è Volato a Praga". Alcune pagine in fondo le riservai per ricavarne una
sede dove racchiudere un sacchetto pieno di cotone imbevuto del profumo che
acquistai a Praga, e in fondo ci misi un CD, creato in pochi giorni, con
sette canzoni che incisi tra quelle più ricorrenti durante le mie serate
alla tastiera, e che chiamai "Cantare Aspettandoti".
Quel quaderno tornò a Praga con un pacco celere internazionale che le arrivò
dopo tre giorni. Mi scrisse, per ringraziarmi, la sua più bella email
d'amore tra quelle che ogni giorno mi scriveva ad indicarmi che forse
cominciava a capire quanto importante fosse stare insieme.
Quel periodo fu così, come un romanzo uscito dalla penna di uno scrittore
famoso. E sentivo davvero di amarla con tutto me stesso...
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