Akhenaton

 

 

Akhenaton, figlio di Amenhotep III, salì al trono col nome di Amenhotep IV. Sua madre Tiy era una donna di origini modeste nelle cui vene scorreva sangue nubiano. Molti aspetti della vita del faraone e del suo regno rimangono per noi ignoti, cosa che non possiamo che lamentare, considerata la sua importanza. Se sia succeduto al padre direttamente alla morte di questi o se prima gli si sia affiancato come correggente è questione ancora ampiamente dibattuta. Sembra comunque difficile poter ammettere la prima teoria, che lo vorrebbe sul trono a dodici anni, perché sappiamo che egli intraprese la grande riforma religiosa atoniana - impostasi con vigore nel quarto anno del suo regno - quando lasciò Tebe per spostare la sua capitale nel Medio Egitto, ad Akhetaton: avrebbe avuto allora appena sedici anni. Più plausibile è invece l'ipotesi che lo vedrebbe incoronato intorno ai diciotto anni, in correggenza con suo padre Amenophis III. Tale correggenza sarebbe durata più o meno un decennio, durante il quale il vecchio sovrano, rimasto a Tebe, si sarebbe tenuto in disparte nel suo palazzo di Malgatta e avrebbe affidato al figlio le redini del governo. In accordo con quest'ultima ipotesi, si può dunque collocare il regno di Amenhotep IV  tra il 1367 ed il 1350 (è certo che abbia regnato per diciassette anni).

Si ignora quale ruolo spetti ai parenti di Amenhotep e a sua moglie Nefertiti nella rivoluzione religiosa che egli pose in atto imponendo all'impero il culto di Aton. Sembra comunque certo che le cause essenziali del suo comportamento debbano essere ascritte alla sua indole mistica e sognatrice, benché sia opportuno non sottovalutare l'importanza dell'esempio fornitogli dal primo, seppur timido esperimento di riforma atoniana promosso da suo padre e, senza dubbio, l'icoraggiamento di Nefertiti.

Il clero di Ammone venne a poco a poco privato delle sue prerogative e dei suoi beni e il nome di Ammone fu cancellato dalle iscrizioni. Nel quarto anno del suo regno, Amenhotep mutò il suo nome in Akhenaton <<Splendore di Aton>>, lasciò Tebe, terra consacrata ad Ammone, e si stabilì in una nuova capitale, in un luogo libero dall'appartenenza a qualsiasi divinità. La città da lui prescelta venne chiamata Akhetaton e i funzionari legati al nuovo regime integrarono al loro nome quello di Aton. Interamente occupato a imporre il suo nuovo culto e a glorificare con inni di sua composizione il dio che era oggetto della sua venerazione, Akhenaton abbandonò per un po' di tempo gli affari dell'impero, per cui nutriva un certo disprezzo. Scoppiarono allora in Egitto, favorite dai sacerdoti di Ammone, delle rivolte. Verso la fine del suo regno, Akhenaton entrò in urto con Nefertiti e si associò al trono un certo Smenekhkare a cui diede in sposa la sua figlia maggiore Merytaton. Smenekhkare secondo alcuni studiosi era il fratello di Akhenaton, benché il sovrano abbia offerto al suo correggente il titolo di Nefertiti, questa, che nel frattempo si era nel palazzo nord, sembra aver continuato a regnare al suo fianco. La ragione della separazione di Akhenaton dalla regina rimane sconosciuta; si crede comunque che, almeno in parte, possa essere stata causata da divergenze di ordine religioso, benché, anche qui, le opinioni si prospettino discordi. Sempre secondo alcuni studiosi Akhenaton desiderava riconciliarsi con il clero di Ammone contro il parere di Nefertiti e avrebbe per questo inviato a Tebe come ambasciatori suo genero e sua figlia. Sembra però più verosimile il contrario, e cioè che il faraone si sia chiuso nella sua reggia per continuare la sua politica religiosa mentre Nefertiti, che aveva accolto nel suo palazzo il giovane Tutankhamon (chiamato a quel tempo Tutankhaton), ingaggiava delle trattative con il clero di Ammone per il ritorno a Tebe dell'amministrazione.

Non si sa di cosa sia morto Akhenaton, né come sia sparito Smenekhkare che doveva essere ancora giovane. Con la morte di Akhenaton vengono anche ristabiliti i culti tradizionali. Ad Akhenaton da adesso in poi si farà riferimento come al "nemico", il suo nome verrà cancellato dagli annali e la città di Akhetaton distrutta come le opere realizzate in onore di Aton. Il nome del faraone non sarà più pronunciata sino al 1917 d. C. quando venne scoperta nella Valle dei Re una tomba, la numero 55, risalente all'epoca di Tutankhamon. Quale è il nome del defunto è impossibile stabilirlo poiché sia il sarcofago che le iscrizioni sulle pareti furono cancellate a scalpellate. Gli unici indizi vennero ricavati dallo studio dei crani di Tutankhamon e dello sconosciuto. Il confronto, secondo gli esperti, rivelava una parentela diretta, probabilmente del 1º grado. Sono in molti a sostenere che quella è la tomba di Akhenaton, il cui corpo fu trasportato nella Valle dei Re da Tutankhamon, mentre per altri il defunto sconosciuto è Smenekhkare.

Durante il regno di Akhenaton l’Egitto non ebbe una buona politica estera: non seppe contrapporsi all’ascesa dei Mitanni e degli Ittiti in Asia Minore, perdendo così quegli stati vassalli dell'area siro-palestinese, che apportavano ricchezza alle casse reali. Di questa situazione, infatti, seppe approfittare molto bene il re ittita Suppiluliumas che realizzò un potente impero.

Dal punto di vista culturale, invece, l’Egitto conobbe un grande splendore: nacque l'arte armaniana, rivoluzionaria per il periodo, in quanto contrapponeva alla staticità classica delle figure egiziane, una nuova dinamicità, arricchita di particolari, quali immagini naturali importate da Micene. Inoltre, attraverso l'arte, vengono rappresentate scene di vita reale che, per la prima volta, riguardavano anche la famiglia del faraone.