1.
La trasformazione di un edificio grazie alla copertura.
Il
vetro è un materiale che ha caratteristiche contrastanti: è duro ma
fragile, trasparente ma materialmente presente. Esso gioca con la luce
filtrandola, guidandola, scomponendola o riflettendola: può
smaterializzare l’involucro di un edificio facendone vedere
l’interno.
Inoltre,
se lo scopo principale dell’involucro di un edificio è quello di
garantire il benessere climatico interno, la doppia parete in vetro
permette di controllare l’ingresso dei raggi solari e del calore, la
ventilazione e il ricambio d’aria, minimizzando il consumo energetico.
Il doppio involucro migliora anche l’isolamento acustico e riduce le
dispersioni termiche causate dalla ventilazione, grazie all’utilizzo
dell’aria preriscaldata dal sole nell’intercapedine.
Le
possibilità applicative del vetro sono quindi sempre più ampie, grazie
ai numerosi esperimenti applicativi del materiale, anche in combinazione
con sistemi di schermatura diversi.
Vorrei
qui occuparmi dell’uso di questo versatile materiale nelle coperture,
in particolar modo nella ristrutturazione di edifici. La domanda che mi
pongo è: in quale modo una copertura può rivoluzionare l’immagine di
un edificio esistente?
Il
passaggio da una copertura opaca ad una copertura trasparente cambia
l’illuminazione interna di un edificio. Sorprendendo, ad esempio, il
fruitore con un’inaspettata luce zenitale, cambiano l’atmosfera e le
sensazioni degli utenti. Gli esempi di illuminazione tramite pozzi di
luce sono numerosi: dal museo Guggenheim di New York di Wright al Museum
of Modern Art di San Francisco di Botta (fig.1), fino alla stazione
Canary Wharf della Jubilee line della metropolitana di Londra (figg.2-3)
progettata da Foster. Nei primi due esempi è il contrasto tra il volume
massiccio, quasi senza finestre, visibile esternamente e la luminosità
dei monumentali atri interni a creare sorpresa. Nel terzo esempio
l’oscurità del tunnel della metropolitana viene improvvisamente
interrotta dal pozzo di luce che denota l’uscita.
Una
copertura trasparente cambia anche il rapporto dell’edificio stesso
con l’esterno. Il vetro crea una continuità percettiva tra
l’interno e l’esterno che sembra annullare i confini. Pur essendoci
un limite fisico, lo sguardo può spaziare al di fuori dell’edificio,
filtrato dall’involucro.
La
trasparenza può essere scelta principalmente in funzione del massimo
sfruttamento della luce naturale oppure per far emergere la funzione,
rendendola protagonista della comunicazione dell’edificio.
Inoltre
“il lucernario, rispetto alla copertura dell’organismo
architettonico, costituisce segno
particolare nell’insieme e in questo senso può risultare emergente,
cioè con una propria configurazione spaziale, oppure apparente, cioè
incorporato nella parte opaca della copertura” (Mandolesi, 1991).
Nella
ristrutturazione di uno studio legale al piano attico di un edificio di
Vienna, ad esempio, Swiczinsky ha sostituito la tradizionale copertura
viennese con un lucernario-scultura che visto dalla strada si nota
appena. L’unica visibilità è determinata dal braccio
metallico sporgente, simile a quello di una gru. All’interno si crea
un ambiente molto luminoso, in diretto contatto con la volta celeste e
con una spettacolare vista al di sopra della città. Trattandosi di un
ambiente di lavoro, i cui fruitori hanno quindi bisogno di
concentrazione, assume ancora più valore il benessere psicologico
derivante dall’illuminazione naturale.
Un
esempio totalmente diverso è quello dell’Opéra di Lione,
ristrutturata da Jean Nouvel sovrapponendo alla struttura Ottocentesca
un’enorme volta a botte vetrata alta venti metri (fig.4). In questo
caso, trattandosi di un edificio pubblico, l’individuabilità
all’interno del tessuto edilizio è una qualità importante. La nuova
copertura, rivestita da sottili lamelle di vetro, nella quale trovano
sede le sale di danza (fig.5), ha trasformato l’edificio in un
riferimento facilmente riconoscibile del paesaggio urbano. Quando
tramonta il sole, la speciale illuminazione in rosso, la cui intensità
è proporzionale al numero delle persone che si trovano all’interno,
mantiene individuabile l’edificio.
Nel
caso della ristrutturazione del Palazzo del Reichstag di Berlino,
progettata da Norman Foster, che tratterò più dettagliatamente nei
prossimi paragrafi, la trasparenza acquista una doppia valenza: lo
sfruttamento dell’energia solare e la visibilità delle attività
politiche, segno della nuova democrazia tedesca.
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Un estratto del testo è stato pubblicato
sulla rivista Mercedes, n° 4/2002.
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Fig.1
- Museum of Modern Art di San Francisco progettato da Mario Botta.
Figg.2-3
-Vista e sezione dell'ingresso alla stazione Canary Wharf della Jubilee
Line della metropolitana di Londra progettata da Foster and Partners. Figg.4-5
- Esterno ed interno della volta a botte vetrata dell'Opéra di Lione,
progettata da Jean Nouvel. |