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La reinvenzione dell'edificio attraverso la progettazione della copertura.*

La nuova sede del parlamento federale a Berlino di Norman Foster.

              

Politecnico di Milano

Facoltà di Architettura

A.A. 1999-2000

Corso di Cultura Tecnologica della progettazione

Prof. Guido Nardi

Tesi composta da:

Laura Camilla Corna

data di creazione:

24/03/01

data ultima modifica:

07/01/10

1. La trasformazione di un edificio grazie alla copertura.

Il vetro è un materiale che ha caratteristiche contrastanti: è duro ma fragile, trasparente ma materialmente presente. Esso gioca con la luce filtrandola, guidandola, scomponendola o riflettendola: può smaterializzare l’involucro di un edificio facendone vedere l’interno. 

Inoltre, se lo scopo principale dell’involucro di un edificio è quello di garantire il benessere climatico interno, la doppia parete in vetro permette di controllare l’ingresso dei raggi solari e del calore, la ventilazione e il ricambio d’aria, minimizzando il consumo energetico. Il doppio involucro migliora anche l’isolamento acustico e riduce le dispersioni termiche causate dalla ventilazione, grazie all’utilizzo dell’aria preriscaldata dal sole nell’intercapedine.

Le possibilità applicative del vetro sono quindi sempre più ampie, grazie ai numerosi esperimenti applicativi del materiale, anche in combinazione con sistemi di schermatura diversi.

Vorrei qui occuparmi dell’uso di questo versatile materiale nelle coperture, in particolar modo nella ristrutturazione di edifici. La domanda che mi pongo è: in quale modo una copertura può rivoluzionare l’immagine di un edificio esistente?

Il passaggio da una copertura opaca ad una copertura trasparente cambia l’illuminazione interna di un edificio. Sorprendendo, ad esempio, il fruitore con un’inaspettata luce zenitale, cambiano l’atmosfera e le sensazioni degli utenti. Gli esempi di illuminazione tramite pozzi di luce sono numerosi: dal museo Guggenheim di New York di Wright al Museum of Modern Art di San Francisco di Botta (fig.1), fino alla stazione Canary Wharf della Jubilee line della metropolitana di Londra (figg.2-3) progettata da Foster. Nei primi due esempi è il contrasto tra il volume massiccio, quasi senza finestre, visibile esternamente e la luminosità dei monumentali atri interni a creare sorpresa. Nel terzo esempio l’oscurità del tunnel della metropolitana viene improvvisamente interrotta dal pozzo di luce che denota l’uscita.

Una copertura trasparente cambia anche il rapporto dell’edificio stesso con l’esterno. Il vetro crea una continuità percettiva tra l’interno e l’esterno che sembra annullare i confini. Pur essendoci un limite fisico, lo sguardo può spaziare al di fuori dell’edificio, filtrato dall’involucro.

La trasparenza può essere scelta principalmente in funzione del massimo sfruttamento della luce naturale oppure per far emergere la funzione, rendendola protagonista della comunicazione dell’edificio. 

Inoltre “il lucernario, rispetto alla copertura dell’organismo architettonico, costituisce segno particolare nell’insieme e in questo senso può risultare emergente, cioè con una propria configurazione spaziale, oppure apparente, cioè incorporato nella parte opaca della copertura” (Mandolesi, 1991).

Nella ristrutturazione di uno studio legale al piano attico di un edificio di Vienna, ad esempio, Swiczinsky ha sostituito la tradizionale copertura viennese con un lucernario-scultura che visto dalla strada si nota appena. L’unica visibilità è determinata dal braccio metallico sporgente, simile a quello di una gru. All’interno si crea un ambiente molto luminoso, in diretto contatto con la volta celeste e con una spettacolare vista al di sopra della città. Trattandosi di un ambiente di lavoro, i cui fruitori hanno quindi bisogno di concentrazione, assume ancora più valore il benessere psicologico derivante dall’illuminazione naturale.

Un esempio totalmente diverso è quello dell’Opéra di Lione, ristrutturata da Jean Nouvel sovrapponendo alla struttura Ottocentesca un’enorme volta a botte vetrata alta venti metri (fig.4). In questo caso, trattandosi di un edificio pubblico, l’individuabilità all’interno del tessuto edilizio è una qualità importante. La nuova copertura, rivestita da sottili lamelle di vetro, nella quale trovano sede le sale di danza (fig.5), ha trasformato l’edificio in un riferimento facilmente riconoscibile del paesaggio urbano. Quando tramonta il sole, la speciale illuminazione in rosso, la cui intensità è proporzionale al numero delle persone che si trovano all’interno, mantiene individuabile l’edificio.

Nel caso della ristrutturazione del Palazzo del Reichstag di Berlino, progettata da Norman Foster, che tratterò più dettagliatamente nei prossimi paragrafi, la trasparenza acquista una doppia valenza: lo sfruttamento dell’energia solare e la visibilità delle attività politiche, segno della nuova democrazia tedesca.

* Un estratto del testo è stato pubblicato sulla rivista Mercedes, n° 4/2002.

 

Fig.1 - Museum of Modern Art di San Francisco progettato da Mario Botta.

Figg.2-3 -Vista e sezione dell'ingresso alla stazione Canary Wharf della Jubilee Line della metropolitana di Londra progettata da Foster and Partners.

Figg.4-5 - Esterno ed interno della volta a botte vetrata dell'Opéra di Lione, progettata da Jean Nouvel.


Capitoli seguenti:

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