"La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonchè ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto. Con l'arrivo di Dean Moriarty ebbe inizio quella parte della mia vita che si potrebbe chiamare la mia vita lungo la strada"

Indubbiamente nella biblioteca ontheroad non può mancare un libro divenuto cult negli anni settanta anche se scritto una decina d'anni prima: On the road di Jack Kerouac. Non sarei sincera se affermassi il contrario ma devo ammettere che non è stato uno dei libri più facili per me da leggere l'ho trovato a tratti noioso e arrivare sino in fondo non è stata impresa facile, tuttavia in fondo ci sono arrivata e mi ha fatto riflettere, mi ha incuriosito al punto da invogliarmi alla ricerca di informazioni su questo autore, fornendomi la possibilità di apprezzarne maggiormente altri scritti (I sotterranei, Mexico City Blues, Diario di uno scrittore affamato) e soprattutto di conoscere la Beat Generation di cui On The Road ne è manifesto. Un modo di vivere sregolato, svincolato dai canoni imposti dalla società, alla ricerca della libertà, temi che hanno caratterizzato anche il percorso artistico e umano di molte rockstar da Janis Joplin, Jimi Hendrix, passando da Jim Morrison fino ad arrivare ad un più "recente" Kurt Cobain tanto per citarne qualcuno. Personaggi costantemente in conflitto, in partenza per un continuo viaggio proiettati nella romantica dimensione dell'avventura, dove quello che importa non è tanto la meta, l'arrivo in un posto ma il muoversi per esorcizzare quel "male di vivere"e spesso reso ancor più gravoso dalle droghe, dall'alcol, e dagli eccessi. Una volontà di ribellione, un desiderio utopico di fare del mondo un posto migliore basato sul sentimento della fratellanza.
La Beat Generation di fatto non ha caratterizzato solo le "vecchie generazioni" ma continua a far sentire la sua voce contagiando anche le generazioni successive. Del resto i temi trattati non sembrano mai tramontati: il disprezzo per la guerra, la coscienza ecologista, il rispetto per le popolazioni e le terre lontane, la depenalizzazione dell'uso di droghe leggere. Forse di diverso dai "ragazzi degli anni settanta" c'è qualche decennio di lotte in più, di diritti acquisiti, e soprattutto di benessere ma è anche vero che forse c'è anche qualcosa meno. Oggi non esiste più un grande divario tra classi abbienti e non, oggi quasi tutti possono permettersi di viaggiare e il viaggio non rappresenta più il sogno, la fuga ma un diversivo, un modo per impiegare il tempo libero...sì ma libero da cosa poi? Siamo sicuri di essere davvero così liberi o siamo forse intrappolati da un meccanismo che ci impone di consumare, di avere bisogni che non sono poi così reali e indispensabili? On the road è un libro della memoria, una sorta di "bibbia" per quelli che hanno vissuto parte di quella romantica magia e per chi vuole capire perchè e soprattutto cosa ne hanno fatto uno dei libri più intensi e unici della storia della letteratura mondiale.

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Febbraio2002
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