Si ritiene che l'intera Polinesia ed il Sud-Est Asiatico siano stati raggiunti e popolati in più ondate migratorie tra il 40.000 ed il 4.000 a.C. usando zattere rudimentali.
Nel mondo "occidentale" le prime testimonianze sull'uso di
imbarcazioni risalgono al quarto millennio a.C. e sono da attribuirsi
agli antichi egizi. Essi iniziarono ad utilizzare le canne di
papiro passando successivamente alla
costruzione in legno. Intorno al 3.500 a.C. avevano iniziato ad usare
la vela sfruttando i venti costanti per risalire il Nilo
spostando velocemente uomini e merci dal Nord al Sud del Paese.
Seguirono i Fenici ai quali si deve la costruzione delle prime navi
d’altura per i collegamenti tra le varie regioni mediterranee. In
seguito furono Greci, Cartaginesi e Romani che compresero le
potenzialità della navigazione marittima e le sfruttarono per i loro
commerci, ma anche per le loro continue guerre di espansione.
Caduto l’Impero Romano, l’arte del navigare riprese nuovo vigore nel
Medio Evo per opera dei Veneziani, dei Normanni, dei Genovesi, dei
Pisani e degli Amalfitani, nell’Evo Moderno da parte degli Olandesi,
dei Portoghesi e degli Spagnoli e, nei tempi più recenti, per merito
degli Inglesi, degli Americani e degli Italiani.
Tappe fondamentali nello sviluppo della navigazione, furono
l’introduzione della bussola nel 13° secolo e l’invenzione del motore a
vapore nel 19° secolo.
Essenzialmente la navigazione è una scienza che deve rispondere a due domande fondamentali:
Da un punto di vista pratico, volendo dare una risposta alle due domande sopra fatte, il concetto di navigazione si può esprimere come l'attitudine del pilota a condurre un mezzo in sicurezza da un punto all'altro lungo una traiettoria prestabilita controllando, istante per istante, la posizione del mezzo e calcolando le correzioni idonee per riportarlo sulla traiettoria programmata o determinando una nuova traiettoria per giungere al punto previsto.
Nei presenti appunti verrà presa in considerazione quasi esclusivamente la navigazione marittima.
In base al metodo o tecnica
utilizzata per effettuare il calcolo di posizione e rotta, possiamo
classificare il tipo di
navigazione effettuato come: a vista, stimata e osservata,
radioelettrica,
isobarica, astronomica, satellitare, inerziale ed integrata.
Segue un breve cenno per ognuna di queste, inoltre alcuni metodi
sono da considerarsi ormai obsoleti ed in disuso e sono stati elencati per motivi storici.
Si basa sulla conoscenza della geografia della zona in cui si
naviga. Ci si orienta a
vista seguendo la semplice regola del "vedere ed essere visti" per
mantenere una distanza di sicurezza sia dagli ostacoli sia dalle altre
imbarcazioni presenti in zona. Questo metodo, utilizzato dagli
albori della navigazione, è ancora oggi praticato quando si naviga
sotto costa o per brevi tratti e nelle ore diurne.
È
un'evoluzione della navigazione a vista. Il pilota, con l'aiuto di
strumenti di bordo quali la bussola magnetica, l'orologio, il
solcometro e l'anemometro calcola la sua posizione stimata
in base alla rotta tenuta, al tempo di percorrenza, alla propria
velocità e ne corregge gli errori per l'azione del vento e delle
correnti. Se ci si trova in prossimità della costa, completa e
corregge i dati a sua disposizione, osservando i punti di riferimento
noti.
Alcuni
ricevitori di bordo rivelano al pilota la sua posizione e direzione
rispetto a particolari radiofari dei quali è nota al pilota la
posizione.
Questo
tipo di navigazione è considerata obsoleta. Consente di scegliere la
rotta in base a parametri meteorologici, per compiere il tragitto in
meno tempo possibile, quindi consumando meno carburante, anche se
questa rotta non è la più breve in termini di distanza.
Consiste
nel determinare la propria posizione osservando le stelle come punto di
riferimento.
Può
essere considerata una evoluzione della navigazione astronomica. Le
stelle sono sostituite da satelliti artificiali ed un ricevitore a
bordo determina la posizione dellimbarcazione in base al segnale
ricevuto dai
satelliti. Attualmente il sistema più usato è il GPS (Global Positioning System).
Un sistema di navigazione inerziale utilizza un computer e dei sensori di moto (accelerometri e giroscopi) per tracciare la posizione, l'orientamento e la velocità del mezzo senza la necessita di riferimenti esterni. Una volta specificato il punto di partenza, il sistema è quindi in grado di calcolare la posizione corrente in base direzione, velocità e spostamento effettuati. In pratica si tratta di una evoluzione digitale della navigazione stimata.
Appunti di navigazione di Mario Vultaggio: tutte le dispense.