Francesco Zardo – I cuori infranti 

28.6.2003

 

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I cuori infranti

Prosegue la corrispondenza con la lettrice che si firma Pasionaria. E i nodi vengono al pettine. Sentite un po' qui.

Caro Mr Zardo,
grazie per la risposta...
Devo confessarle che sono andata dal carburatorista con quell'uomo e lui si è innamorato di me. Le altre donne non esistono più ai suoi occhi, fa i salti mortali per vedermi, percorre chilometri di autostrada per venire da me, anche per poco tempo. Tutte le sere spenderà dieci euro di telefono per parlare con me, dalle 23.00 alle 1.00. Insomma, dovrei essere felice ma... C'è un ma. Lui mi ha chiesto di interrompere una profonda amicizia che ho da molto tempo con un mio collega.
Lei non immagina, Mr Zardo, quanto mi costi slegarmi da questo rapporto. Perchè a questo mio collega io voglio bene così com'è, con il suo presente difficile, il suo passato, i suoi problemi economici, la sua tristezza, le sue enormi difficoltà nell'affrontare la vita. Io gli voglio un bene che non so descrivere nemmeno a me stessa. Ovviamente abbiamo fatto l'amore e per questo il mio attuale "compagno" vuole che interrompa la relazione.
Ma le sembra giusto? Perché le persone non riescono ad uscire dalla propria normalità e pretendono sempre che l'altro gli appartenga del tutto? Io a lui non ho chiesto nulla, eppure è sposato!
Mi aiuti ancora una volta, la prego...

Cordialmente
Pasionaria


Cara Pasionaria,

non solo in quest'ultima lettera sono contenute le soluzioni ai problemi che mi poni, ma essa getta luce anche sui tuoi dilemmi precedenti. Tutta la storia - scusa se sono diretto - mi sembra un po' inverosimile, e bada che questa non è la posta di Natalia Aspesi, a me piace la vita vera e non delle cattive sceneggiature, perlomeno in materia di cuori infranti, eh. Scusa se sono ancor più diretto: sei un po' una casinara. Quello che posso dirti per aiutarti è a sua volta diretto:

1. Lasciare perdere gli uomini sposati;
2. Coltivare la "profonda amicizia" col tuo collega sfigato.

Se è vero che a quest'ultimo vuoi "un bene che non sai descrivere" allora è lui l'uomo per te, non uno che spende dieci euro di telefono (e capirai, è arrivato il principe!) e ti chiede di interrompere una relazione quando lui è sposato. Ma come: nelle altre lettere mi dicevi di volere "un compagno di vita" e poi vai a pescare nel mazzo delle persone con famiglia a carico? Non ci sarebbe niente di male, non faccio moralismi, ma nel tuo caso mi sembra un inutile complicarsi la vita. Sei caduta in un equivoco in cui cadono molte donne, mia cara, cioè che un uomo sposato sia affidabile come compagno di vita perché è già sposato appunto, e quindi se qualcuna se l'è accattato significa che esso è degno di qualcuna, mentre invece chi non è sposato rappresenta un punto interrogativo. Tanto per restare nella sfera dei motori, sarebbe come volersi comprare solo macchine usate, perché se qualcuno se l'era già comprata allora non saremo gli unici cretini a farlo: cretini magari sì, ma non unici.
Comunque rispondo al tuo quesito di oggi: il tuo amante, proprio in quanto sposato con un'altra donna, non può pretendere un bel niente, diglielo anche da parte mia. Tanto più che interrompere questa relazione - dai contorni non chiari - col tuo collega sfigato non è possibile, proprio perché è un collega, e al di là di tutto avete rapporti di lavoro. Non vorrai mica licenziarti perché te l'ha chiesto uno che ogni giorno spende dieci euro di telefono, no?

Ricordati una cosa: a stare soli non c'è niente di male. E salutami il collega sfigato,

Il vecchio Za'