NON CI SONO PIU’ LE
STAGIONI DI UNA VOLTA
Ricordate
la frase fatta per eccellenza, il rompighiaccio delle
conversazioni in ascensore fra lo sfigato di turno e la bellona
del 4° piano, la banalità ripetuta alla nausea da tutte le
casalinghe al negozietto sotto casa?
Chi di noi non
mai ha provato il brivido da disgusto lessicale, l’urticante
fastidio auditivo nell’apprestarsi ad affrontare il principe dei
luoghi comuni ?
Oggi siamo
infatti incapsulati in uno schema comunicativo iperbolico, non
più legato al ripetersi del concetto o della notizia: tutto
deve essere nuovo, veloce, choccante, aggressivo.
Non c’è più
spazio per la trasmissione di messaggi che risuonano lenti e
ripetitivi come le nenie di antichi contadini.
Ma la velocità
stanca; in aggiunta l’imbarbarimento dei costumi, l’abbandono di
ogni etica deontologica, l’assoluta perdita di valori, anche i
più semplici, fanno sì che si guardi indietro e si sorrida
malinconicamente a ciò che è stato e, sommessamente, ci si
ritrovi a mormorare fra sé le medesime parole un tempo
vituperate.
E per
introdurre l’argomento che tanto mi preme dipanare, niente di
meglio di una frase fatta: AL PEGGIO NON C’E’ MAI FINE !!!
Nel ristretto
ambito di tuttopoker poche cose sfuggono al controllo sociale
del gruppo e le novità (molto poche, ormai) sono accolte sempre
con il solito entusiasmo goliardico e, nel caso di notizie
tristi, con la tradizionale bonomia e comprensione che
contraddistingue ognuno dei fab five.
Nel caso
dell’ultimo raduno pokeristico, però, credo si sia passato
qualunque segno !
E tanto per
cambiare il dito è puntato contro colui che è la dimostrazione
vivente della fondatezza della teoria evoluzionista di Darwin,
il vero anello di congiunzione fra l’australopiteco e l’uomo
moderno (altro
che uomo di Similaun!), l’essere che al confronto fa apparire E.
Fede intelligente, G. Ferrara magro e D. Abatantuono un lord
inglese.
Lui, il foggiano con la P maiuscola, la pugliezza più recondita,
la meridionalezza XXXXL, e che se ne fotte dei ripetuti insulti
e fa orecchiette da mercante.
Giudicate voi.
Tralasciando ogni apprezzamento di carattere estetico (dovremmo
aprire un capitolo a parte di proporzioni enciclopediche):
1)
tifa per il Foggia (forse l’unico elemento di reità per il quale
sono ammesse delle esimenti legate al patrimonio genetico del
popolo dei tavolieri urlatori);
2)
seguace di uno dei più seriali e abietti killer di ogni tempo –
er Baffone – e quindi (secondo lui)
comunista (o
viceversa ??’);
3)
sindacalizzato
CISL !!!!!!!!!!!!!!!!!! (in piena coerenza ideologica - si
rammenti che questo sindacato nacque da una scissione della
corrente cattolica della neonata CGIL. I motivi della scissione
sono da legare con lo sciopero generale del 1948 proclamato
dalla CGIL in seguito al ferimento del segretario del PCI
Palmiro Togliatti !!!!) VERGOGNATI !!!!!!
4)
l’iscrizione
alla CISL parrebbe frutto, secondo la versione del Troll, di un
sorteggio dei suoi co-dementi ‘colleghi’. Mi pare del tutto
demenziale: pensate se uno vi avvicina con dei bussolotti e vi
annuncia che state per essere sorteggiati per far parte dei
Circoli della Libertà di Dell’Utri o del nascente Partito del
Popolo !!!!
5)
ma non solo il
micro-cefalo si sottopone al sorteggio, ne accetta il risultato
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
6)
e per finire,
il carico da 11: lo annuncia urbi et orbi !!!!!!! uno scheletro
di tal fatta che fatica ad entrare in un quattro stagioni, quasi
come la dichiarazione dei redditi del Pistis, viene non solo
sbandierata bensì propinata quasi come una iattura ineluttabile
e ineludibile.
I più puri e
coerenti, Franco e Dante, ascoltano inebetiti il racconto del
panzerotto pugliese, incapaci di credere alle loro orecchie: a
Dante gli va la giugulare in stand-by proprio nel momento di
maggiore afflusso ematico così che pare abbia una grondaia
murata in gola, Franco prorompe in un peto roboante che manda in
tilt il centro di rilevazione dei movimenti tellurici di Bora
Bora nonché le centraline antinquinamento di Castiglione T.se.
Il povero
Canio, avulso come sempre dal contesto, inconscio della gravità
del momento, si profonde nella sua solita e monocorde salmodia
(chi manca?) non mancando di sistemare autisticamente le fiches
a imitazione della bandiera del Congo belga o dell’insalata
(sempre belga).
Addoloratissimo Antonello, ferito nella sua atavica sinistrosità,
si abbandona sconsolato sulla schienale della sedia limitandosi,
da persona equilibrata qual è, a lanciare per terra, in un gesto
eloquente, il portachiavi in oro massiccio (peso 0.587 kg.
raffigurante falce,martello e carta Visa) dell’Audi A6, 3.0
turbo xls executive – sultan edition – ripromettendosi di
ricominciare a leggere ai suoi teneri pargoli, prima di
addormentarsi, alcune pagine di “Capital” di Karl Marx (o “il
Capitale” di G. Lozzia, boh, fa sempre confusione).
Eh, non ci
sono più le stagioni di una volta !!! |