LA QUATTORDICESIMA PUNTATA - PENSIERI


Esthar... la città di mio padre...

" Zell…" "Sì Quistis?" "Quando ce ne siamo andati, mi sembrava che Melyssa nascondesse qualcosa…" "A me non è sembrato,comunque,meglio chiedere a Rinoa. Lei la conosce meglio di tutti." Zell andò vicino al sedile di Rinoa. Era sola,perché aveva lasciato Squall con Laguna,e guardava fuori dal finestrino dell'auto volante della guida che li stava portando in giro per Esthar. "Ciao!" esclamò lui. "Ciao Zell! Dimmi, c'è qualcosa?" "Veramente…Quistis aveva avuto l'impressione che tua sorella fosse strana, quando l'abbiamo lasciata per Esthar." Rinoa si girò indietro per cercare Quistis, e la chiamò lì vicino a lei. "Veramente, anch'io ho pensato che era diversa dal solito." "Io la conosco poco,ma sono la sua vicina di stanza… non mi è mai sembrata tanto fredda come poco fa." "E' vero. Ma solo dopo lo scherzo a Kiros e Ward. Dopo è diventata anche molto pallida." "Sì." Zell intanto ascoltava gli scambi di battute delle sue amiche. La guida spiegava,ma nessuno dei ragazzi sembrava prestare attenzione. Melyssa li stava preoccupando non poco.

"Winhill." Quello stupidissimo villaggio. Dove abitava qualche stupido vecchietto. E una ragazza. Una sola? Sì.Ma quella era bastata a fargli cambiare idea. "Ma perché? Io lo avrei aspettato con calma! E lui invece…ne ha trovata un'altra!" Già…lui! Si era consolato, aveva fatto in tempo, tra un viaggio e l'altro,a sposarsela. "Ma io no,eh? Non gli è passato neanche nell'anticamera del cervello di chiedermi qualcosa!Mi sembrava di piacergli…" Anche a lei piaceva Laguna Loire. Ma adesso aveva una moglie… "Raine Leonhart, in Loire, adesso."disse con stizza. Voleva parlare a Laguna,solo un'ultima volta,per capire perché. Perché non era tornato da lei. Nel frattempo il veicolo sobbalzava sulla stradina sassosa, e lei si teneva stretta alla maniglia della portiera. La guerra delle streghe imperversava,in quel periodo. Non c'era più carburante per le macchine, e toccava spostarsi in carrozza. Con quella lei era venuta. Giulia spostò la tenda e guardò la campagna. Era brulla e tetra. Gli alberi scheletrici avevano perso tutte le foglie,e frutti marci rimanevano appesi qua e là: nessuno poteva più raccoglierli,erano tutti in guerra. "Tutti a morire…" Forse anche Laguna…ma no…lui era lì a Winhill e la aspettava per darle una spiegazione precisa. "O forse no? Se veramente gli piacesse quella ragazza scialba e sciatta?Una campagnola! Come diavolo ha fatto a…" Finalmente arrivarono alla piazza di Winhill. Il cocchiere le diede una mano a scendere. Era stanca. La bambina che aspettava si faceva sempre più pesante. "Mi fermerò un po' a quel bar laggiù,a riposare. Poi cercherò Laguna.Tanto ci sono quattro case!" Si sedette ad un tavolo. Era sola. Al suono del campanello attaccato alla porta, arrivò la proprietaria della locanda. "Buon giorno." "Ma come…" pensò Giulia "Serve ai tavoli e aspetta un figlio anche lei?Ma non è stanca?" Giulia era nata in una famiglia ricca e non concepiva l'idea di lavoro. Lei suonava e cantava al piano bar dell' hotel Galbadia, ma ora il marito non glielo permetteva più. "Cosa desidera?" la cameriera venne da lei per le ordinazioni. "Oh…beh,io…acqua minerale, grazie. Ma nel lavoro non l'aiuta suo marito?" "Oh, no.Purtroppo lui è dovuto andare ad Esthar a prendere una bambina a cui siamo molto affezionati. Non torna da parecchi mesi. Spero stia bene e che torni per la nascita di nostro figlio. Ma lei? Che ci fa una donna tanto distinta in un villaggio come questo?" Giulia pensò di mentire. Se quella donna era amica di Raine, poteva riferirle il suo arrivo. Raine non avrebbe certo permesso che Giulia rivedesse Laguna! "Anche se forse lei non sa neppure che esisto." pensò. "Niente. Ero in viaggio,ma i cavalli sono stanchi e il cocchiere ha deciso di fermarsi." rispose. "Ho capito. Ecco a lei l'acqua." "Quanto le devo?" "Lasci stare. E' da tanto tempo che non vedo una ragazza della mia età!Offro io." A Giulia cadde il bicchiere di mano,che si rovesciò sulla tovaglia e si ruppe. Quella donna era Raine,lo aveva detto lei stessa:non c'erano altre ragazze nei dintorni. Quella donna così dolce… come aveva potuto volerle male?Era così buona e gentile!Iniziava a capire Laguna… "Mi scusi…è scivolato!" "Non fa niente.Non era poi così prezioso." Giulia e Raine si misero a parlare del più e del meno, mentre quest'ultima asciugava la tovaglia. "Allora,è un maschio o una femmina suo figlio?"chiese Giulia. "Deve essere un maschio. Sono indecisa sul nome,però. O Laguna,ma poi magari fa confusione avere padre e figlio con lo stesso nome." Ecco,lo aveva detto chiaramente. A Giulia non rimase neppure il beneficio del dubbio. "…oppure Squall." "Che strano nome! Come mai?" "Mah…mi piace il suono. A modo suo è dolce. E poi perché mi ha davvero cambiato la vita. Come una tempesta,insomma." "Ha cambiato anche la mia…però!" pensò Giulia. "E lei invece?" "Oh,io? Ah,una bambina. Credo che la chiamerò Mathilda." "Che nome insolito! Se io avessi una bambina, o la chiamerei Rinoa o Melyssa. Sono dei nomi molto belli. Mia madre si chiamava Melyssa Rinoa." "Capisco. Beh,ora devo andare. Grazie di tutto e arrivederci." "Niente,si figuri. Torni, qualche volta, se è sulla strada." "Non mancherò." Giulia andò verso la carrozza e salì. Raine era sulla porta del suo locale e si pulì le mani nel grembiule,poi le agitò per salutarla. Anche Giulia la salutò.Poi parlò alla sua bambina. "Rinoa… Rinoa…ti piacerebbe? Io credo di sì. E vada per Rinoa. Sarà il mio ultimo pensiero a Laguna." Si voltò per guardare Winhill che si allontanava sempre più. "Addio…Laguna. Chissà quanto ti assomiglierà tuo figlio. Io spero che… che possano incontrarsi Rinoa e lui,un giorno. E volersi bene, lì dove io e te abbiamo interrotto,ma perché? Non lo so… Ti auguro di essere felice, con la tua Raine. Io so che lei è la donna più fortunata del mondo,però…sono invidiosa. Al suo posto vorrei esserci io…Laguna…addio!" Giulia si sdraiò sul sedile e pianse disperatamente,poi si addormentò…

Sentii che qualcuno mi appoggiava sul morbido. "Hm!" "Si sta svegliando." Apri gli occhi. Ero su un letto, con Laguna da una parte e Squall dall'altra. Squall mi spiegò dove mi aveva trovata: "Una donna e suo figlio ti hanno vista svenire e hanno cercato nelle tue tasche un'agenda per sapere chi eri. Così hanno saputo che sei una SeeD e i hanno rintracciati." "Dovrò ringraziarli…" poi guardai bene Laguna in faccia: "Allora? Lei conosceva mia madre o sbaglio?" "Sì." "E perché poi non vi siete…" Stavo per chiedergli perché non si fossero più visti,ma mi spiaceva farlo davanti a Squall,perciò decisi di spettare finché non fossimo rimasti da soli, io e Laguna. Gli altri arrivarono verso sera. Avevo chiesto ai due di non dire niente del mio svenimento a Rinoa. Di sicuro,si sarebbe preoccupata. Invece qualcuno la avvertì e lei cominciò a fare la mamma. "Melyssa! Tu non stai bene! Non capisco che cos' hai!" "Niente…" "Va bene,ma per essere più sicuri resteremo qui a dormire. Possiamo Laguna?" "Ma certo! Siete i benvenuti." "Grazie!!!" Squall guardava Laguna di sottecchi. Sì,quello era suo padre. Ora vedeva quanto si assomigliavano. Era contento di essere andato fin là.Non tutti potevano permetterselo. Molti dei suoi amici,per non dire tutti,non avrebbero mai visto i genitori. Era stata un enorme fortuna,per lui,avere quella possibilità.Aveva ragione Melyssa.

Non pensate che sia finita qui!Il racconto,ovviamente,continua...fra una settimana!Nel frattempo,avrete tutto il tempo di scrivere e commentare!Grazie per aver letto fino in fondo!




Continua le nostre avventure!Vuoi continuare la lettura?Non te ne pentirai!


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