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Il sistema dell'arte é oggi dominato da un conformismo generalizzato che assume ottimisticamente il vuoto di idee e di atteggiamenti innovativi come elemento di semplificazione del reale.
E' invece necessario che l'artista usi tutto ciò di cui dispone per affermare il valore positivo della complessità di cui l'opera é espressione, una complessità irriducibile ai rassicuranti luoghi comuni del pensiero secondario.
Al contrario, come l'arte non può mai rinunciare a rimettere in discussione le proprie radici, i propri fondamenti, i propri luoghi, ed insieme i propri comportamenti e le strategie, cosí essa non può prescindere da una rinnovata ricerca di senso che le conferisca dignità d'essere, capacità inesauribile di produrre significati, ripensando il proprio statuto ontologico per ricondurre l'opera alla fonte del proprio che é, alla sua stessa origine, all'offerta della propria alétheia.
Un'arte che continui ad esprimersi come necessità e destino dell'umano, come praxis o azione di un fare originario assolutamente libero, in virtú del quale la necessità si trasformi in libertà rivelando l'assoluto, che o é nell'opera o non é in alcuna parte.
E' solo attraverso la praxis che l'opera può infine apparire e darsi quale télos, compimento ed evento, esito e risultato, al theoréin che la contempla, in quanto accade secondo necessità propria, non rimandando ad altro da sé, totalmente riposando in se stessa.
Costruzione di un vero atto vitale, la libertà, la bellezza e l'eternità dell'arte sono pari soltanto all'intima coerenza interiore che ad essa è richiesta, alla necessità del proprio ordine, ma di un ordine che non subisce pressioni estranee, venute da fuori a sottrarre coerenza ed autonomia alla concezione dell'opera.
L'artista, in quanto fattore e demiurgo, deve essere osservatore della legge, ma di quella legge interiore, di quell'ordine che ispira il suo fare, che egli trova dentro sé stesso e che si manifesta nell'arte, nella téchne, "qualsiasi causa - dice Platone - che fa passare qualcosa dal non essere all'essere".
Questo é il mistero dell'arte.
Trarre dal Silenzio, un Silenzio che parla nell'artista, e quasi per caso, l'inesprimibile e il necessario.
L'atto dell'artista che ci riconduce all'origine della materia determinandola come essente, acquista il significato generale del dominio su tutto ciò che é plasmabile, su tutto ciò che é forma, distanza ed avvicinamento al nulla originario, al vuoto purissimo.
Forse l'arte é proprio questa sospensione sull'abisso del nulla, e del nulla essa riferisce agli uomini, del fascino del principio.
L'essere dell'arte, come si svela nel suo accadere, nel suo apparire, nella sua determinata indeterminatezza, indica all'uomo il fondamento della struttura dell'esistente, dove necessità e caso riposano insieme.
L'esserci dell'arte é dunque la testimonianza ad un tempo dell'esserci dell'uomo, attraverso il suo essere nel mondo ed il suo fare, come della presenza necessaria del nulla.
Un nulla che i secoli hanno chiamato Dio.
(L. Viola, 1992)
Exillandschaft, rame, bitume, patina, ferro, 130 x 195 cm, 1990
Costellazione d'autunno,velluto, ricamo, legno dipinto, 100 x 145 cm, 1990
Costellazione d'inverno,velluto, ricamo, legno dipinto, 100 x 145 cm, 1990
Costellazione di primavera,velluto, ricamo, legno dipinto, 90 x 125 cm, 1990
Exillandschaft, lamé su tela, ferro, 110 x 110 cm, 1990
Exillandschaft, lamé su tela, ferro, 110 x 110 cm, 1990
Exillandschaft, lamé su tela, ferro, 110 x 110 cm, 1990
Exillandschaft, lamé su tela, ferro, 110 x 110 cm, 1990
Exillandschaft, lamé su tela, ferro, 115 x 115 cm, 1991
Exillandschaft, kevrak, fibra di vetro, rame, 220 x 180 cm, 1992
Exillandschaft, fibra di carbonio, kevrak, rame, 300 x 200 cm, 1992
Paesaggio d'esilio con fiori, tessuto impermeabile, ricamo, rame, 200 x 120 cm, 1992
Area di natura protetta, lasercopy e pastelli su carta acquarello, ferro, 140 x 170 cm, 1992
Area di natura protetta, lasercopy e acquarello su carta, ferro, 34 x 42 cm, 1992
Area di natura protetta, xerox danneggiata, vernis noir, ferro, 34 x 42 cm, 1992
Grund - Grab, installazione con cemento, pietre, fiori di plastica, ceramica, 180 x 80 cm, 1978;
realizzazione conclusiva: rame, ferro, bitume, fotografia, 56 x 186 cm, 1994
Grund - Grab, rame, ferro, plexiglass, bitume, fotografia, t.a.c., 181 x 85 cm, 1994
Grund - Grab, rame, ferro, plexiglass, bitume, fotografia, t.a.c., 181 x 85 cm, 1994
Veduta dell'esposizione, I.C.C. , Wien, 1995
da destra verso sinistra:
Grund - Terra verticale, quattro barre di rame semi-dipinte, 160 x 40 cm; fotografia, polvere di quarzo, 11 x 16 cm, 1994;
Grund - Cielo orizzontale, 1994, sei barre di rame semi-dipinte, 50 x 120 cm; fotografia, polvere di quarzo, 11 x 16 cm, 1994
Grund - Grab (dittico), ossido di ferro micaceo, bitume, metallo in polvere,
xerox, acrilico su carta, 45 x 45 cm ciascuno, 1995
Grund - Grab (dittico), ossido di ferro micaceo, bitume, metallo in polvere,
xerox, acrilico su carta, 45 x 45 cm ciascuno, 1995
Grund - Grab di Leopardi, tecnica mista su tavola, 110 x 110 cm, 1996
Grund - Grab, fibra di kevrak, fibra di vetro e tecnica mista su tela, 200 x 300 cm, 1996
Grund - Grab, fibra di carbonio, fibra di vetro e tecnica mista su tela, 200 x 300 cm, 1996
D'aure pestifere, grafite, acrilico, bitume, fotomeccanica, fibra di vetro su tela, 180 x 270 cm, 1996
Luigi Viola
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