Cenni biografici del Cardinale Ferdinando Nuzzi
- Della nobile famiglia dei Conti Nuzzi. Nacque nel 1645. Fu da giovinetto mandato in Roma ove compì i suoi studi, ed addivenne uno dei più valenti giureconsulti del suo tempo. Papa Innocenzo XI° lo nominò commissario della Camera Apostolica e canonico di S. Pietro.
Continuò poi ad essere onorato della più grande estimazione dai pontefici che, lui vivente, si succedettero nel governo della Chiesa. Prefetto dell’Annona, scrisse un pregevole opuscolo dal titolo :” Discorso intorno alla coltivazione della Campagna di Roma”. Nel 1715 fu onorato della porpora cardinalizia da Clemente XI°. Nominato contemporaneamente Vescovo di Orvieto, morì in quella città nel Novembre del 1717.
(Dal libro “Cenni storici di Orte” di Corrado Ralli
- Prefetto dell’Annona (oggi si direbbe Ministro dell’Agricoltura e degli approvvigionamenti) era una delle figure più audaci e di maggior rilievo nella Curia Romana.Si direbbe che le caratteristiche ortane (insofferenza per ogni forma di ingiustizia, fermezza e decisione nel superare ogni ostacolo) si rivelino inconfondibili in lui nell’audace progetto di bonifica delle paludi pontine. La cosa dovette apparire allora talmente sorprendente e sbalorditiva che il Fontanini, nella sua seconda edizione del “De Antiquitatibus Hortæ”, sentì il bisogno di riportare in appendice, per intero, il discorso “Intorno alla coltivazione e popolazione della campagna di Roma”. L’audacia del progetto sta soprattutto nella tesi avanzata dal Nuzzi, il quale propone addirittura di togliere ai proprietari negligenti le terre e distribuirle ai contadini. Il cardinale Nuzzi lasciò ad Orte molti segni del proprio affettuoso attaccamento: affidò la costruzione del palazzo Nuzzi,severo ed elegante, oggi sede del Comune e anni addietro della Pretura, all’architetto Fontana, lo stesso che presiedette alla costruzione del palazzo di Montecitorio a Roma. Fece costruire (1708) la ridente villa a “Le Grazie” oggi proprietà della principessa di Villafaletto - Mirto), con un bosco secentesco e con un appendice (oggi palazzo Ralli) collegato mediante un ballatoio che attraversava la strada. Il Cardinale veniva a passare la sua villeggiatura in quel luogo ed amava offrire ospitalità ai seminaristi del tempo, per i quali aveva addirittura adattato l’atrio d’ingresso scoperto del palazzo Ralli a teatro, come dice l'iscrizione apposta sulla porta. Fu nominato Vescovo di Orvieto e in quella città morì. Nel 1928 per lavori di restauro del Duomo, le sue spoglie vennero poste nella Cattedrale ad Orte, e da qui, per i lavori della pavimentazione furono traslate nella chiesa delle Grazie.Qui sono custodite le reliquie: il cuore del Ven. Tenderini (1739) , del Vescovo Ercolani (1848) e del Vescovo Mengacci e i resti mortali del Vescovo De Dominicis.
(dal libro “curiosità ortane” di Don Delfo Gioacchini)
Il Cardinale Nuzzi, nato il 10 settembre 1645, era, scrive il Fontanini, “Hortanæ urbis splendidissimum ornamentum (il più splendito ornemento della città di Orte) e “ut bonum civem decet de ea benemereri semper studuit” (e cercò sempre di rendersi di essa benemerito da buon cittadino).
Dopo la morte del padre, Giacomo, avvenuta il 1654, dalla madre Samaritana (detta famigliarmente Maritana) era stato inviato a Roma a studiare in un collegio dei gesuiti, e qui concluse brillantemente il corso degli studi: fu ordinato sacerdote, nominato canonico di S. Pietro e incaricato di amministrare i poderi appartenenti al patrimonio della basilica.
Sotto la sua guida oculata, i redditi crebbero in maniera sensibile: questo fatto non sfuggì al Papa Alessandro VIII°, che lo nominò suo consigliere personale per gli affari dell’agricoltura.
Durante la sede vacante, poichè il Coclave andava per le lunghe, il collegio dei Cardinali lo mise a capo della congregazione dei beni della Santa Sede e il Papa Innocenzo XII° non appena eletto (1691) lo confermò in questo incarico. Nel 1695 fu assegnato come consultore alla Congregazione del Consiglio e nel 1701 fu nominato da Clamente XI° segretario della Congregazione delle Acque e dell’annona. Fu in questa carica che il Nuzzi concepì l’audace disegno di bonificare le paludi Pontine per restituirle alla fertilità che avevano avuto nel periodo dell’Impero romano, quando erano terre feconde e abitate. Dopo uno splendido elogio dell’agricoltura, il Nuzzi dimostrava come la divisione delle terre per effetto delle leggi agrarie e la diffusione della piccola proprietà contadina, avevano reso fruttuosa la campagna romana.
Solo a causa delle devastazioni dei Longobardi, degli Ungari e dei saraceni essaera stata abbandonata ed era diventata malsana per le acque stagnanti e per la folta vegetazione che l’avevano ricoperta.
Bisognerebbe, egli dice, privilegiare ancora una volta i contadini e assegnare la terza parte delle tenute non coltivate a chi aveva voglia di lavorarle, derogando anco gli affitti fatti ad longum tempus (per lungo tempo), esentandoli dal pagamento delle tasse, concedendo prestiti al tasso del 2% e la facoltà di esportare il grano, eccedente i bisogni della città di Roma. Tutto questo, pero, aggiunge Nuzzi, non è ancora sufficiente: potrà spingere ad una più intensiva coltivazione della campagna, ma non a ripopolarla o a bonificarla. Occorre cambiare tipo di coltura, non limitarsi solo alla produzione di grano. Bisognava costringere i grandi proprietari con le buone con amorore insinuazioni o con le cattive con autorità pubblica a estendere i tipi di coltivazione, oppure, se fossero stati sordi ai richiami, espropriare e ripartire le loro tenute e assegnarle ai contadini con una certa e discreta amena risposta : in questo caso, si sarebbero invogliati i contadini a lavorare con maggior impegno e si sarebbe dato loro la possibilità di tornare ad abitare nella propria terra che, con la rinnovata coltura, sarebbe tornata ad esser salubre. Nella sua casa, a Roma, nel pomeriggio, dopo gli impegni d’ufficio, riuniva attorno a se le persone di cultura più in vista, per aver modo di discutere argomenti di attualità.
Giusto Fontanini, che di questi convegni era uno dei più assidui frequentatori, testimonia che il Vescovo partecipava anche a discussioni di carattere artistico e letterario con tanta competenza da dar l’impressione di non essersi mai occupato d’altro.
Il 16 dicembre 1715, Clemente XI° lo nominò cardinale e lo assegnò alla diocesi di Orvieto.
Rimase ad Orvieto appena due anni, giacché morì il 30 novembre 1717, a 72 anni. Fra le tante benemerenze di cui siamo a lui debitori ce n’è una che merita particolare menzione: un volume selle antichità di Orte, “De antiquitatibus Hortæ” , composta per suo incarico dallo scrittore friulano Giusto Fontanini (1666-1736).
L’ultimo discendente della famiglia Nuzzi di Orte fu gonfaloniere della città nel passaggio dallo Stato pontificio al Regno d’Italia.
(dal libro “Orte, le contrade e i borghi attraverso la Fabrica ortana” di Don Delfo Gioacchini- 2001
La statua è conservata in Orte (VT) presso la chiesa di S. Francesco