RELAZIONE

 

Il questionario, distribuito ad un campione di 49 compagni, ci ha permesso di ricavare parecchie informazioni riguardo i nostri atteggiamenti e comportamenti "alimentari".

Partiamo dalla prima colazione. E’ abitudine della maggior parte dei nostri compagni farla; solo 5 iniziano la giornata a digiuno, anche se tutti riconoscono che è buona norma cominciare bene mangiando. Su 44 ragazzi, 29 stanno seduti a tavola, mentre 13, i più dormiglioni, mangiano in fretta e in piedi; inoltre, 2 nostri compagni hanno confessato (aggiungendo la voce che non avevamo previsto nel questionario) di farla sempre a letto.

Al pomeriggio, ad eccezione di 8, 41 consumano la merenda; 27 davanti alla TV, 1 camminando, 2 giocando, 11 seduti a casa  (vedi grafici).

42 ragazzi non hanno un tipo di merenda preferita, mentre 7 sono legati a determinati prodotti. Per fortuna che veramente pochi sono gli abitudinari, perché è bello variare, assaggiando tutto quello che ci sembra buono.

Nella consumazione dei pasti, 28 ragazzi sono molto regolari, in quanto riescono a mangiare sempre alla stessa ora.

In mensa pranzano 28 compagni mentre solo 19, i più fortunati, hanno la possibilità di tornare a casa, dal momento che qualcuno prepara per loro. La maggior parte dei genitori, infatti, lavora.

I nostri compagni, proprio per i motivi che abbiamo esposto prima, non hanno perciò tutti la possibilità di pranzare insieme ai famigliari. Generalmente, il momento nel quale la famiglia si riunisce è quello della cena.

A tavola, 41 preferiscono bere acqua, mentre 4 preferiscono il the e 4 le bibite.

Abbiamo scoperto che 24 di noi mangiano volentieri. Quelli che rifiutano alcuni cibi lo fanno perché ancora sono legati ad una concezione del "disgusto" che li fa ritenere disgustosi.

Ci siamo confrontati anche sul significato del termine "disgusto" e abbiamo scoperto che alcuni lo collegano agli odori, altri ai sapori, altri all’aspetto di un cibo. Abbiamo avuto modo, leggendo le varie risposte, anche di chiarirci su cosa rappresenta per noi il cibo: tutti lo associamo alla crescita e alla salute; tutti, a parte 1, lo ritengono importante perché legato alla nostra vita.

Nel momento in cui ci vengono proposti bevande o cibi nuovi, 7 manifestano diffidenza, 40 curiosità, 2 rifiuto. Questo ci è sembrato un buon dato, visto che la curiosità è un aspetto positivo del comportamento umano.

Abbiamo anche raccolto le varie frasi che al momento del pasto tutti noi non desideriamo ascoltare. Ce ne sono proprio tante e per tutti i gusti: alcune sono dei veri e propri ricatti, altre sono dettate dall’amore, altre dall’idea di imporci determinati comportamenti (giusti, tra l’altro).

Nel questionario non abbiamo tralasciato di confrontare anche le reazioni dei nostri genitori quando ci rifiutiamo di mangiare: abbiamo scoperto che 7 si arrabbiano, 5 si preoccupano perchè non mangiamo e 37 si interrogano sui motivi che ci spingono a rifiutare un cibo. Questi dati ci confortano, in quanto ci fanno capire che abbiamo sicuramente dei bravi genitori, pronti a mettere in discussione, magari, anche la loro cucina.

Ci eravamo proposti di formulare una hit parade dei 10 cibi più graditi e dei 10 meno graditi: è emerso (perché ci abbiamo provato e perso un sacco di tempo) che era troppo laborioso analizzare e classificare 490 dati, sicchè abbiamo tagliato la testa al toro, e, tra i cibi indicati, abbiamo scelto solo il primo.

Nella scelta dei prodotti che mangiamo, invece, abbiamo notato che, in un mondo dove prevale il consumismo, la maggior parte (30) non si fa influenzare dalla pubblicità, 16 confessano di lasciarsi contagiare spesso, mentre solo 3 qualche volta. Quello che ci ha colpito di più è il fatto che ci lasciamo condizionare dal gruppo degli amici: 39 alunni scelgono influenzati e consigliati da essi, mentre 10 asseriscono con tranquillità il contrario.

Siamo, invece, convinti che i nostri gusti non derivino dal fatto che in famiglia si mangi o non si mangi un cibo: risulta, infatti, che 38 non si lasciano influenzare dal fatto che i genitori mangino o meno un determinato alimento, mentre i rimanenti 11 sì. Ciò significa che siamo abbastanza maturi nelle nostre scelte, almeno nell’ambito della famiglia, dove tendiamo ad imporre la nostra personalità anche in queste cose; invece tendiamo ad uniformarci al "gruppo" degli amici, adeguandoci a ciò che consuma.

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