Prefazione alla raccolta di Poesie
"RAGNATELE"
Nella
presente raccolta che la poetessa intitola ironicamente «RAGNATELE
» c'è il proprio mondo poetico proiettato in una umanità sociale,
oggettiva, per distruggere le «ombre», divellere le «barriere », scalare
le «muraglie», andando incontro all'umanità per offrire la luce della
sua arte, come preghiera d'amore.
E l'umanità
le corre incontro in forma di cerchi concentrici e sembra gradire l'offerta,
premiandola, votando la poesia “AD UN AMICO D'INFANZIA,
alla « I° TALENTIADE CAMUGNANO 1982 ».
«Ad un
amico d'infanzia» che ritroviamo in questa raccolta, è una lirica
semplice, pulita, sincera nel sentimento; una lirica che chiarisce appieno il
concetto di «poesia»: « Attività
teoretica dello spirito che è espressione della soggettività».
«Con tè
scendendo
il fiume», non aggiunge altro, lascia che la nostra fantasia si sprigioni alla
ricerca di due creature e di un fiume; e ci sorprendiamo a pensare
al «nostro» fiume. E subito vediamo e il fiume e il frugoletto
biondo, tutto pepe e occhioni grandi come il cielo
che forse, «brillano ancora nel vuoto delle O»;
e ne udiamo le risate, i passi frettolosi sui ciottoli,
le corse senza scopo, per il solo piacere di correre; per la sola gioia di
vedere, in gara tra noi, i ciottoli piatti volare
e saltellare sull'acqua e ridere, ridere, ridere
per il gusto di ridere, non perché il ciottolo lanciato dall'uno o dall'altra
è riuscito a giungere più lontano. Ma la poetessa è là, nella sua lirica,
vigile e padrona, non vuole che ci perdiamo per meandri a noi sconosciuti e
riporta, con «prepotente dolcezza» alla sua realtà:
«
S'udivano le nostre voci prolungate nel silenzio affievolirsi nell'eco dei
richiami
oltre
l'argine, al di là del fiume ... ».
Ed è un'altra
immagine (focalizzata al punto giusto) nitida. Le voci prolungate nel silenzio!
Forse non si è resa conto, Ella stessa, di come veniva preparando dentro di lei
«il romanzetto infantile».
Ci accade
che stando con un amico di sesso opposto e sentiamo di trovarci bene insieme,
improvvisamente, i silenzi si popolano di voci e sono voci che si ripetono
all'infinito col nostro respiro ansante (non certo per la corsa) ecco perché
dopo «le voci/ prolungate nel silenzio» Ella
ricordi solo un viale «dove più viva è la tua e la mia immagine/ in un
gioco che ancora intravedo. (...) ridevi. . . ridevo estasiata/ verso
desideri sconosciuti ».
A questo
punto la coscienza si sveglia, si rendono conto di una cosa meravigliosa: sono
innamorati. Non ci credono! Sono cresciuti insieme, hanno giocato da sempre come
fratello e sorella, che significa quel tremore? Ma la
paura non li separa, anzi li fa prendere ancora per mano. E' stato solo un
attimo, un attimo che non hanno voluto (o saputo) afferrare, un attimo che hanno
scacciato mettendosi a cantare, continuando a scendere il fiume: un attimo che
il tempo non ha scalfito perché ora noi, lo stiamo rivivendo con loro. (1)
In
«RAGNATELE » si scorge un lirismo sentilo ed espresso
umanisticamente, che non si esaurisce nella privata contemplazione del ricordo,
come in precedenza, ma si traduce nell'azione. Ed è questo motivo che permette
di cogliere in un'unica prospettiva la sua attività
letteraria.
L’attuale
condizione della poesia porta, necessariamente,
ad una nuova interpretazione della precedente
produzione come
esercitazione
letteraria del tempo, acquista
una fondamentale
importanza della nuova valutazione della Borghi Santucci
come espressione degli ideali di un determinato
clima culturale. La stessa particolare prospettiva
che illumina alcuni canti oscurandone
altri, giustificata in una produzione che
non necessariamente deve sottostare alle norme
della corrente letteratura
poetica.
Lo stile,
l’assunzione della forma, comporta per la Borghi il sorgere di espressioni
convenzionali, retoriche, a scapito del termine tecnico preciso.
Ma ciò che
importa rilevare a questo proposito è lo sviluppo ideologico dell'umanesimo
civile in una visione teologica dell'ideale che s'inserisce nettamente nella
tradizione culturale del nostro tempo.
Quel
che resiste nella poesia della Borghi non è spessore verbale, ma il suo
figurativismo colorito, l'estro puramente lirico, che immette gli umori della
lingua parlata nel codice letterario; quel che resiste è il carattere
personalissimo, carattere che farà storcere, la bocca al critico, e cioè la
bivalenza del repertorio e del discorso autobiografico.
Un tono di
cordiale umanità pervade tutti gli scritti della Borghi che rispecchiano,
appunto, quel mondo poetico di cui abbiamo, accennato, nemico delle
esagerazioni, ma espresso con vigore e convinzione:
«
Lo spazio della notte
nell'ampiezza dei sogni
abbraccia ogni resistenza umana
».
Altrove «la mente affamata/ di sapere/ spigola nei ricordi, cercando futuri di luce ».
Ciò che da pregio maggiore all'opera è il voler immettersi nell'umanità, con lirismo sentito, senza mai strafare.
"Nell'inafferrabile
ricerca/ di amore universale".
In virtù del
principio cartesiano, cioè la separazione dell'anima dal corpo, perché solo la
nutrizione o il clima influenza la parte materiale, mentre quello sociale, nutre
la parte spirituale. Pur sapendo che questo e uno degli errori di Descartes è
chiaro che nella Borghi questo principio scaturisce, nella sua poesia. La
diversità delle tendenze non genera disaccordo anche perché c'è un impegno
morale che va oltre il mostrare alle giovani leve una forte volontà la ricerca
e l'affermazione della libertà, della giustizia, della pace.
Sembra che la
Borghi abbia imparato, giocando sulla sbarra del passaggio a livello solo il
fine di sviluppare nell'individuo tutta la perfezione di cui è capace, come se
in lei bambina, coesistessero Emanuele Kant e Stuart Mill. Ella ha avvertito,
guardandosi intorno, una necessità dell'evoluzione umana, allo stesso modo che
nessuno può concepire la vita allo stato attuale del mondo, se non in seno alla
società:
«
Libera d'ogni piaga
dove s'annulla un altro
mi abbandono senza confini
brandello di tempo ».
La qualità
morale richiesta dalla vita sociale è una gerarchia di valori ed Essa mette
l'accento sulle qualità primordiali:
«Lasciate
che la gioia
dell'incanto
non
venga tormentata
da singhiozzi» .
E come
diceva Alexis Correi'. «la morale ordina di amare il prossimo»,
Ella prima di tutto si rende amabile; nel rapporto con i suoi simili,
fornendo prova di onestà, di rettitudine, di equità; tutte cose che esigono,
alla base, una sincerità grande.
Qui scaturisce il
coraggio intellettuale della Borghi Santucci, coraggio che è insieme anche
umiltà, perché questa è la base di ogni valore morale.
«Come
un bambino che attende un balocco
aspetto la quiete ».
Ella ha
fuso in «RAGNATELE» le due sorgenti della
conoscenza quella assunta per via didattica e quella assunta empiricamente; e da
queste due sorgenti del conoscere ha tratto una poesia in cui vengono attratti i
due estremi affinché il lettore, affascinato, partecipi attivamente alla vita
reale in seno alla società, migliorandola.
Affinché questo
avvenga l’individuo deve necessariamente tessere la sua «ragnatela» «nell'angolo
di una stanza
(...)
— come —
su un palcoscenico
breve
di vita ».
per
vivere in armonia, più a lungo possibile.
Risalta una
suggestione che si esercita nell'espressione musicale del pensiero, capace di
calmare fiere e bruti, incitare alla lotta, come il parlare a tutti senza
necessità di traduzioni.
Di una certa
efficacia sono anche le immagini cariche di colori: funzioni cromatiche che
stimolano.
La suggestione
che scaturisce non riguarda soltanto la forma e la dosatura, ma anche la scelta
del tempo.
Questa tecnica
poetica, a mio avviso, non è smerciare manufatti prodotti per «adescare» il
lettore, ma per migliorare ed accrescere il valore morale e intellettuale
dell'opera.
Ma tale aspetto
fa appello alla partecipazione del lettore, nella misura in cui si cerca di
risvegliare in lui quel senso di umanità, che sembra finito sui marciapiedi
asfaltati durante un giro di «footing» o in una scatola illuminata che uccide
il dialogo, gli affetti, disgrega famiglie e società.
Come nei
bambini, questa poesia risveglia il senso estetico prima che il senso morale, ed
allora il verso è tanto più contagioso quanto più semplice è l'espressione
linguistica. Allora ti senti veramente sereno, e questo comporta una
indispensabile fermezza geniale, come una sacerdotessa «figlia della luce»
osserva:
«...
il volo di un Gabbiano
libero
sulla schiuma di un mare in tempesta.
Un
mare malato
umiliato
dalla mano dell'uomo ».
La rivoluzione è
profonda. Senza dubbio si ha una poesia che si esprime con immagini concrete e
non astratte. L'uomo deve risorgere perché
« Dentro
una
voglia di vivere
un bisogno d'amore
una voglia di Te».
Qui l'autrice
avverte che, l'avvenire dell'umanità in questa attuale società dipende più
dallo sviluppo morale degli individui che dall'ampiezza dei mezzi tecnici.
L'Uomo, per la Borghi Santucci, è stato stornato dai problemi essenziali dalla
tentazione ubriacante del vivere la vita nell'arco di un giorno e della
dominazione, sull'altro individuo: la prevaricazione ad ogni costo.
RENO
BROMURO
(1)
Antologia delle poesie finaliste “1° Talentiate Ca mugnano 1982” VIRE
Edizioni