ARDEN SANTUCCI BORGHI



"RAGNATELE"

(Poesie)

« Vivo sulle tue orme l'angoscia taciuta urlata dentro ...»



1) Cerco 2) Pensieri 3) Stendardi al vento 4) Merletti 5) Notte
6) E tu dov'eri? 7) Pozzanghere 8) Eri venuto 9) E nella notte 10) Ignoto
11) I giorni delle favole 12) Ti cerco 13) Lamento 14) Vita sul mare 15) Deserto di vita
16) Il tuo tempo 17) Futuri di luce 18) L'ospite inatteso 19) Mia valle 20) Come rondine
21) Un copione meraviglioso 22) Arcobaleno 23) Il ragno 24) Non conosco 25) Ad un amico d'infanzia
26) Doppi pensieri 27) Morte del gabbiano 28) Come foglia 29) Al poeta 30) Lasciate che



CERCO

 

Cerco la mia trasformazione.

 

Mi specchio ai rami

della vita

scopro un mondo  di

rifiuti.

 

Ombre, barriere, muraglie.

 


 

PENSIERI

 

Cerchi magici

disegna la sigaretta

evanescenti, morenti

luci false

soffi improvvisi

polvere al vento.

Come i cerchi di fumo

della mia sigaretta.

 


 

 

STENDARDI AL VENTO

 

Gli amici erano tanti

quella sera.

 

Nella frana del tempo

è trapelata la verità

non erano amici

solo stendardi al vento.


 

MERLETTI

 

Merletti di pensieri

ricami di risate

collane di pianto

ragnatele di sogni.

 


 

NOTTE

 

Macchiano la notte

ombre degradanti

impazzite in lamenti

come manichini senza vita.

 


 

 

E TU DOV’ERI?

 

E tu dov’eri?

Ti volevo parlare ma

eri lontano dove

non filtra più il sole:

solo ombre in guizzi

senza luce.


 

POZZANGHERE

 

Ricordi

senza squarci di dimenticanze

crudeli teneri come germogli

ricordi.

 

Girotondo di menzogne

desideri non consumati

conflitti della mente

dove bussano

i pensieri.

 

Pozzanghere

senza via d’uscita

i ricordi.

 


 

ERI VENUTO

 

Eri venuto col vento

e nel vento

vagabondo andasti,

forse solo

forse in compagnia.

 

Percossa dal tempo

doloro

per queste ferite

ancora calde.

 


 

E NELLA NOTTE

 

Lo spazio della notte

Nell’ampiezza dei sogni abbraccia

Ogni resistenza umana.

 

Il tormento del giorno

placa affluisce

chiaroveggenza

nascosta nell’oscurità.


 

IGNOTO

 

Ignoto

Che vai per spazi infiniti,

che scavi l’assurdo

in tristi coscienze.

Ignoto

che vivi all’ombra

del peccato trascinando

entusiasmo intessendo

sogni in albe libere

come aquiloni in volo.

 


 

I GIORNI DELLE FAVOLE

 

Sono volati i giorni

delle favole.

 

Nei  giochi non nuvole

ma trasparenze d’orizzonti

di luce d’amore senza barriere.

 


 

TI CERCO

 

Ti cerco

fra le rovine del tempo

in quel borgo selvaggio

infanzia nostra.

 

Mi logoro

su spiagge remote

senza approdo.

Nell’inconscio un singhiozzo

si perde nel silenzio.

 


 

LAMENTO

 

Canto solitario

vecchio lamento di vita

per amore ferito

per sentimento maltrattato.

 

Canto solitario

povero pianto antico.

 


 

 

VITA SUL MARE

 

 

Nell’isola rocciosa il canto

dei pescatori si perde.

 

Dallo scafo del tempo

volti induriti arsi

di salmastro.

 

Sciabordii d’onde velieri

stagioni di promesse

tramonti alle aurore

si susseguono in

trasparenze d’orizzonti.

 

Su rupi rocciose

profumo di zagare

e lume di lampade.

Su flutti ruggenti l’anima

si dibatte come alga

alla corrente marina.

Un volo di Gabbiani all’alba

sul molo

piccole conchiglie accarezzano

la rena

su scogli a strapiombo

l’ultima resistenza umana cede.

 


 

DESERTO DI VITA

 

La vita?

Demoniaca farsa!

 

Dignità perdute odio

cresciuto all’ombra

d’orrendi ghigni semina

umanità smarrita.

 

Consapevolezza assaporo

deserto di vita chiudo

il libro e piango.


 

IL TUO TEMPO

 

Misteri di vita che non capivi

raccogliere pezzetti di sogni

tu ragazzo volevi.

 

Bianche speranze deluse.

 

Oggi il tuo tempo è presente

remota è l’immagine di ieri.

Sul tuo cammino non più ombre

ma falde di luce in tersi orizzonti.

 


 

FUTURI DI LUCE

 

 

La mente affamata di sapere

spigola nei ricordi.

Cerca nei silenzi

scruta nelle ombre cercando

futuri di luce.

 


 

L’OSPITE INATTESO

 

Entrò

lo guardammo stupiti.

 

Era passato tanto tempo d’ allora

era cambiato il padrone

eravamo cambiati noi.

 


 

MIA VALLE

 

Mia valle mio Delta

turbine padano di risaie

bruciate dal sole terra nera.

Terra mia giorni vaganti

su argini bagnati il sussurro

di fiumi gonfi stagnanti

estesi di misura

anni secolari. Il tempo

carico di ricordi

riporta i giorni di pioggia

e i canterini versi del Pascoli

e piove piove piove.

Versi specchianti ombre abbracciano

“quel tempo” inutile pianto.

 


 

 

COME RONDINE

 

 

I momenti più belli hanno

dilaniato, distrutto:

i falchi.

 

Come rondine ferita

chino il capo ormai vinta.

 


 

UN COPIONE MERAVIGLIOSO

 

No! Non baciarmi, non dire niente

stasera.

I nostri silenzi calano il

sipario.

 

Un copione meraviglioso il nostro,

due soli interpreti: Io e Te.

 

Usciamo di scena

lo spettacolo è finito.

 

Peccato non abbia avuto successo!

 


 

ARCOBALENO

 

La mia ferita non sanguina più.

Il temporale ha spazzato le illusioni.

 

Vi sono pagine scritte nel mio passato

che non voglio rileggere più.

 

Ha portato pennellate di luce

l’arcobaleno come naufrago

sono ritornato in porto.

 


 

IL RAGNO

 

Silenzio un ragno

esegue la sua danza di morte

nell’angolo di una stanza ricami

disperati nel vuoto

di un palcoscenico breve di vita.

 


 

 

NON CONOSCO

 

Non conosco l’avvenire

conosco il passato

violenza e pietà.

 

Come un bambino

che attente un balocco

aspetto la quiete.

 


 

AD UN AMICO D’INFANZIA  (1) 

 

 

Con te

scendendo il fiume

sassi lanciati nel vuoto

per ascoltare i rumori.

S’udivano le nostre voci

prolungate nel silenzio

affievolirsi nell’eco dei richiami

oltre l’argine al di là del fiume.

 

Ma un viale ricordo

dove il pensiero s’adagia di più

dove più viva è la tua e la mia immagine

in un gioco che ancora intravedo.

 

Ai riverberi del sole

la tua ombra mi precedeva

ridevi… ridevo estasiata

verso desideri sconosciuti.

 

Sai? Ho avuto paura quel giorno

tra gli alberi del viale:

mi prendesti per mano tremavi tremavo…

 

Ci guardammo negli occhi

scoprimmo qualcosa:

eravamo cresciuti!

 

Ci mettemmo a cantare

per mano insieme

scendendo il fiume.

 

(1° Premio assoluto Prima Talentiate Camugnano 1982)

 

 


 

DOPPI PENSIERI

 

Fuori non altro che lamenti

e ancora lamenti

per questo silenzio di vita.

 

Dentro

una voglia di vivere

un bisogno d’amore

una voglia di Te.

 


 

LA MORTE DEL GABBIANO

 

Ho osservato

il volo di un Gabbiano

sulla schiuma del mare in tempesta.

 

Un mare malato umiliato

dalla mano dell’uomo.

 

Un mare che ucciderà

Anche te, Gabbiano.

 


 

COME FOGLIA

 

Come le foglie prima di morire

anch’io

m’abbandono senza confini

prima di morire

dove s’annulla un altro brandello

di tempo amaro trascorso.

 


 

AL POETA

 

 

Vivo sulle tue orme

nella dolcezza del mistero

che adombra la tua vita

nell’inafferrabile ricerca

di Amore Universale.

 

Vivo sulle tue orme

l’angoscia taciuta

sofferta urlata dentro

fra ombre chiaroscure

in una girandola

di sogni e di speranze.

 


 

 

LASCIATE CHE

 

Lasciate che la voce del vento

mi ritempri.

Lasciate ch’io viva il presente

del mio tempo.

Lasciate ch’io spazi in libertà

i miei amori.

Lasciate che la gioia dell’incanto

non venga tormentata dai singhiozzi.

 



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