DIARIO DI UNA FINE...

02/09/04 ore 1:33

Ho scoperto.....

 che  posso vivere senza la tua presenza troppo impegnativa e onnisciente;

che sono in grado di prendere le mie decisioni e fare a meno della tua continua e inarrestabile, spesso invadente, energia;

che ho uno spirito forte, indipendente, intraprendente;

che ho  rinunciato a troppo e devo ritrovare il tempo perduto.

Ho visto nel futuro: la mia vita senza te. 

 

Questo, in breve, il suo pensiero

Le sue parole mi entrarono nello stomaco, fecero il giro delle viscere vagando in lungo e in largo fino a quel capolinea così apparentemente lontano e da me troppo a lungo ignorato.

Eppure Eraclito mi aveva avvertito: la teoria del divenire cosmico, panta rei, la vita come flusso perenne...        

Avevo sempre saputo che  lei avesse un debole per me. Certo non fino a questo punto....

Mi spiego. Essere costantemente al centro dell'altrui vita, esercitare una evidente capacità di comprensione e persuasione nella mente della persona amata è, oggi posso dirlo, uno dei prodromi più chiari del regresso da cui nessun amante può sottrarre la sua foga amorosa.

Ho smarrito la facoltà di orientarmi eppure, mai come in questo istante, avverto la necessità di un  contatto intimo, carnale, primordiale. La sua, la mia, la nostra innocente tenerezza è ormai definitivamente perduta. Anche le parole fanno la loro apparizione senza un qualsiasi ordine causale. Non vedo nessuna via di fuga. Occorre solo andare avanti.

 

02/09/04 0re 2:33

L' ho vista cambiare da un giorno all'altro.

Sono solo un povero cieco, o forse un sordo, un tonto...

Forse ero solo troppo convinto di averla definitivamente ed esclusivamente per me.

Questo le piaceva, la faceva sentire speciale, Donna, figlia, amica, amante; amata, desiderata, posseduta in ogni dove.

Ma.....      

 

02/09/04 ore 3:09

Devo fare ordine.

Ho assistito alla prima del mio debutto nella sua vita.

 Apparentemente tutto sembrava inarrestabile. Era come un film...io, lei, noi, insieme sempre, comunque. Non avevo mai provato quel senso di complicità e responsabilità assoluta con altre. Veniva forse dal cielo potrei dire se solo fossi credente. O, più semplicemente, mi trovavo in uno stato di ascesi vigorosa verso sensazioni che andavano molto al di là di ogni metafisica aspirazione. Era un' incessante scoperta di emozioni, odori, sapori, di cui la mia fame ingorda non era mai sazia. Io guidavo lei nelle stanze del tempio di Dionisio, e lei, totalmente dedita e devota, mi rendeva felice per tutto il piacere di cui  eravamo entrambi autori e responsabili.

Non c'era luogo o momento sbagliato; il tempo e lo spazio erano degli adorabili alleati dei nostri incontri. 

E lei....lei era una dea scesa in terra per rendere un povero mortale come me finalmente capace di slanci altrimenti nemmeno oniricamente possibili.  

 

02/09/04 ore 9:38

E' giorno.Vorrei che le poche ed agitate ore di sonno mi avessero portato giovamento, invece........una domanda, La Domanda, ha iniziato a tormentarmi. Perché ha smesso di amarmi? O meglio, lo ha fatto per davvero? Se si come non ho potuto evitarlo o anticiparlo? Risposte non ne troverò, né ora né mai. Se ci fossero, credo, starebbero ben attente ad evitarmi. Anche loro sanno….

L' ho vista. Ricordo alla perfezione il suo essere verso di me. Cinico, violento, ma contemporaneamente fiero di se stesso per aver finalmente sconfitto il più temibile dei nemici. Orgogliosa della sua ritrovata libertà e della conseguente rinascita. Penso come questo, in altri momenti, mi avrebbe mandato su tutte le furie. Io avrei tenuto il più bello degli uccelli in una gabbia senza luce, senza aria, senza rendermi conto di come quell' animale meraviglioso stesse per soffocare! Non me ne ravvidi in alcun modo. Il dubbio che più mi lacera tuttavia è se anche lei ne fu assolutamente ignara o al contrario avidamente consapevole.

 Mi sembra tutto troppo facile per poterlo accettare. Una verità costruita a regola d'arte con l'unico scopo di abbandonare nave ed equipaggio. Si, perché, al di là di ogni apparenza, lei era il capitano della mia nave.   

 

03/09/04 ore 4:20

Anche questa notte sono qui a scrivere. I miei neuroni sono troppo agitati per concedermi una seppur breve tregua.

Continuo a ripetere a me stesso di aver fatto la cosa giusta, di essere perciò fortunato, ma...

Non so se l’onanismo letterario sarà l'epilogo di questa vicenda oppure tutto ciò è solo il preludio di qualcosa di più totale. Mai avrei  potuto immaginare  che il più grosso e recente dono fattomi dall'esistenza potesse divenire un fardello così insostenibile.  L' orgoglio mi ha dato la forza di fare ciò che aveva da farsi, ma non riesco comunque ad accettare il tradimento. Avrei forse preferito da parte sua una distrazione carnale. Ora, invece, devo trovare una ratio altrimenti aggirabile, in quanto assente, nel caso di una parentesi esclusivamente e squisitamente libidinosa.

Sono genuinamente stanco.

Ho bisogno di ritrovare le forze perdute.

Il peggio deve ancora venire.....