Luciana, il mio grande bene prezioso
Era il mese di settembre del 1964, quando da Santa Cristina Val Gardena fui trasferito a Riva di Tures, in alta valle Aurina; paesi appartenenti alla quasi pseudo civile provincia di Bolzano. Avevo accettato l'incarico di fare parte dei servizi antiterroristici quando in Alto Adige iniziarono ad esplodere i primi disordini antitaliani voluti da un branco di fanatici irredentisti con a capo alcuni politici del capoluogo altoatesino.
Il servizio da svolgere era pesante e rischioso. Nulla ci fermava nemmeno le montagne pił alte o i ghiacciai o il freddo intenso o le mitraglie di quei fanatici da quattro soldi.
Nelle giornate destinate al riposo amavo fotografare quegli ambienti posti fuori dal mondo civile, i paesaggi montani, i fiori e quant'altro. Non trascuravo di frequentare l'unico negozio di dischi, in quel di Brunico. L'amore per la musica mi portava, poi, a frequentare l'impiegata dello stesso. Una splendida ragazza da lineamenti puliti, sempre elegante, gentile, pronta al sorriso e alla battuta.
Naturalmente la conquistai grazie al mio essere altrettanto gentile, garbato, attento e, soprattutto, onesto.
La mia Ferrari, modello rampante Fiat 500, colore acquamarina, l'accolse in grembo senza esitazione...
Il sole splendeva nel cielo azzurrissimo dei nostri cuori, negli occhi dell'anima, nelle carni...
L'amai come non avevo amato mai all'ombra di un gruppo di faggi gią tinti di rosso e della gamma dei gialli; classici colori d'inizio autunno e del nostro grande amore. Oggi siamo nonni di una splendida bambina, Gaia, il nostro nuovo grande amore.
Lasciai il mio lavoro dopo quattro anni di servizio antiterroristico svolto nell'Arma dei Carabinieri.
Nel mio piccolissimo essere di uomodedico questi modesti versi a Luciana, la mia sposa preziosa.