Stile giornale | Stile web Minimo 7 - Giugno 2001 Dopo l'articolo sui manga ho pensato che in fondo si poteva scrivere anche del fumetto italiano un articolo non esaustivo ma da semplice appassionato che ama perdersi nelle avventure di qualche eroe di china e quindi vuole presentarvi le serie che più gli piacciono e magari dirvi qualcosa di altre serie, a suo avviso, meno interessanti. Perché oltre ai manga che per ora sona oggetto di molte attenzioni "pubblicitarie" esiste un altro mondo di fumetti totalmente diversi nello stile grafica e narrativo, uno stile che viene identificato con la casa editrice più importante in Italia ovvero la Sergio Bonelli Editore (di cui è da poco nato il sito internet www. sergiobonellieditore.it). Partiamo dalle differenze più evidenti tra manga e "bonellidi", la prima è puramente grafica, il fumetto italiano ha un piglio più artigianale, meno sofisticato e pulito del cugino nipponico, casa che personalmente gradisco molto perché i manga mi "suonano" fasulli nell'eccessiva pulizia delle linee, ma è un fatto di gusto puramente soggettivo. La seconda differenza è nei contenuti che spesso sono un po' più buonisti nel fumetto no-strano, per quanto non manchino le eccezioni come Diabolik ad esempio (che però non è un bonellide). Infine i bonellidi hanno un formato uguale per tutti e un tipo di impaginazione delle tavole decisamente meno libera, troverete praticamente sempre la pagina divisa in righe e colonne a formare 6-9 vignette, ovviamente non ogni pagina rigorosamente, mentre nei manga di fatto la divisione in vignette è molto labile, e questo secando me va a favore dei manga. Nella produzione di Bonelli e bonellidi potete trovare molti generi differenti tra cui ha malta spazio la fantascienza, infatti la Bonelli attualmente produce da sola 5 serie fantascientifi-che, Legs Weaver, malto ironica e che ha carne protagonista una donna, Brendon, serie horror fantascientifica in un futuro simil medioevale, Gregory Hunter, l'ultimo nato, in stile space opera in un universa parallela in cui non esistono i computer ma al loro posta troviamo astronavi e balzi nell'i-perspazio, Jonathan Steeìe, che mischia fantasy e fantascienza in un futuro dove parte degli uomini ha misteriosamente acquisito poteri magici, e infine ma non per ultimo il fumetto che ha dato inizio a tutto questo Nathan Never, una delle mie due serie a fumetti preferita, che si muove in un futuro dai contorni ben definiti, inquietanti e molto realistici, con megalopoli sviluppate anche in verticale su più livelli, con la tecnologia che domina la vita e il pianeta superaffollata e lo spazia tra terra e luna riempita da stazioni orbitanti. Ma non di soli Bonelli vive la fantascienza italiana, infatti un serie che gode di un ottima successa ed è pubblicata da anni è la creatura di Ade Capone, un grande sceneggiatore di fumetti, dal titola Lazarus Ledd, ambientata in un futuro prossima è la storia di un uomo dal misterioso passata paramilitare costretto a dividersi tra il sud lavoro di giornalista e quello di "giustiziere" al soldo di una organizzazione misteriosa, anche se definire un panorama preciso per Larry è complessa perché la serie è in continua evoluzione. Di recente inoltre una mini serie di 4 numeri ha dimostrato come il mondo dei fumetti italiani cerchi altre strade Ar-khain, di Lorenzo Calza e Stefano Raffaele, è stata una felice riuscita, magari non esaltante però di buon livello, la storia è quella di un "mostro" che viaggia indietro nel tempo per fuggire alla cattura e viene inseguito da tre soldati del suo tempo, tra cui la donna che l'uomo che una volta il mostro era amava, forse troppa carne al fuoco per soli 4 numeri però un buon fumetto. Vi dicevo che Nathan Never è una delle mie due serie preferite, perché la mia serie preferita è una serie dai forti toni fantasy scritta e disegnata da uno degli autori più interessanti del panorama italiana cioè Luca Enoch. La serie in questione è Gea dove una ragazzina ha una doppia vita come normale studentessa liceale e come baluardo, persona addetta a sorvegliare il passaggio tra il nostro universo e i vari universi paralleli abitati dalle razze più strane, un inno alla fantasia e al disegno di puro piacere visivo con l'impegno solito di Luca Enoch sulle varie tematiche sociali. E di serie con un po' di fantasy in mezzo ne abbiamo varie, gettate sull'horror, come Dylan Dog, di cui non ha senso parlare perché è noto a tutti, o in maniera più scientifica alla Martyn Mystere, il professore newyorkese da ormai più di un decennio nelle edicole italiane, e infine Napoleone, che mischia il giallo e il noir con un tocco soprannaturale davvero intrigante, nato come una miniserie di otto numeri è ormai divenuto un appuntamento bimestrale fisso, e generalmente di buon livello. Discorso totalmente a parte merita l'ultimo fumetto di cui vorrei parlarvi: Rat Man. Ideato dalla mente vulcanica di Leo Ortolani, l'uomo ratto (e questo già dice molto sulle intenzioni della serie che traduce uomo ratto in rat-man), ed è una serie di invenzioni visive e comiche praticamente irresistibile, difficile da trovare in edicola o in fumetteria a Palermo, Rat-Man può contare su orde di ammiratori che restano affascinati dallo stile ironicamente simil Marvel (la mitica serie a fumetti dei super eroi americani) prendendone in giro le forme e i contenuti in maniera straordinaria. In Rat-Man ogni vignetta contiene un'invenzione, la trama si sviluppa per accumulo di situazioni fantastiche e la debolezza del super eroe, uno sfiga-tissimo uomo topo, debole e incapace, lo rendono davvero irresistibile, per questo motivo vi saluto con una sua frase tipica: "fletto i muscoli e sono nel vuoto". Bartolo Megna bmegna@infinito.it P.S. se valete parlare di Bonelli e bonellidi in generale potete iscrivervi ad ayaaaak, la mailing list sui fumetti Bonelli ospitata da ayaaaak@yaboogroups.com. Di questa è in preparazione il sito internet www.ayaaaak.org da cui potete contattare i moderatori della lista. E nuovamente fletto i muscoli e sono nel vuoto... |