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Ha fatto il giro delle liste di discussione alternative in America e su Internet. Un caso studio di successo che viene dalla ricca America, anzi da una cittadina della provincia americana. Riguarda una compagnia di autobus urbani che, non lontano da Denver, nel paese delle auto e del petrolio texano, funziona bene. La gente usa l’autobus, la compagnia ha bilanci attivi, il paese cresce e crescono i posti di lavoro ma senza pagare il costo, che altrove sembra ineliminabile, dell’aumento della congestione, dell’inefficienza, degli alti costi dei trasporti. Usare l’autobus per spostarsi? Si può fare anche nella ricca America. E si possono anche fare soldi con il servizio. Ma bisogna cambiare mentalità e usare strategie “user-oriented”.
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A Boulder, Colorado, un intelligente gestore ha dimostrato che è possibile rendere efficiente, ecomomico e di successo utilizzare l'autobus e combattere la congestione urbana. (Fonte: How the continent's best transit works, By Paul
McKay, The Ottawa
traduzione e adattamento italiano.
di
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. | COME FUNZIONA LA MIGLIORE COMPAGNIA DI AUTOBUS
DEL CONTINENTE
Di Paul McKay, The Ottawa Citizen, Giovedì 31 Maggio 2001 (traduzione e adattamento italiano di G. Di Giampietro, www.webstrade.it 7/2001) Un ingegnoso gestore di un’azienda di trasporto pubblico urbano ha deciso di fare quello che quasi nessun altro gestore ha fatto nel Nord America: chiedere agli utenti che cosa vogliono, e quindi predisporre il servizio. I risultati sono sorprendenti. Ci racconta l’inviato Paul Mc Kay. BOULDER, Colorado. – Quale altro prodotto pagato
dalle tasse dei contribuenti arriva in orario ma è vuoto e perciò
inutile, e quindi consuma risorse per niente?
Per la maggior parte del tempo, sferragliano intorno
alle fermate dove ben pochi passeggeri salgono o scendono.
Non è un segreto dove si trovino quei passeggeri
perduti: normalmente si trovano a guidare da soli, dentro quelle macchine
che stanno intasando ogni città del continente. Forse non lo sanno,
ma questi guidatori solitari stanno pagando per gestire al peggio entrambi
i due sistemi.
Autobus vuoti. Automobili vuote. Strade sovraccariche. Pagare due volte per una mobilità sempre più ridotta. Nessuno ha ancora trovato una via d’uscita a questa pazzia ? Si. Uno di essi potrebbe essere Bob Whitson, un ingegnere che ha arguzia, ingegno e senso pratico tipicamente texani, e dirige quella che potrebbe essere l’azienda di trasporto pubblico di maggior successo del continente. Lavora per la città di Boulder, un’ora di macchina a Nordovest di Denver, dove 100.000 residenti vivono, studiano e lavorano, all’ombra spettacolare delle Montagne Rocciose del Colorado. E 60.000 di essi hanno l’abbonamento dell’autobus. Nel mondo del trasporto pubblico, si tratta di una percentuale stupefacente. Nessun’altra città del Nord America si avvicina nemmeno lontanamente a questo rapporto. Mr Whitson dice che la ragione è semplice:
“Sono i passeggeri che hanno scelto il proprio servizio bus. E non il contrario”
Ma come è possibile tutto ciò? Mandando alla malora l’atteggiamento mentale che ha impedito di riempire gli autobus extraurbani per mezzo secolo. “Noi siamo al di fuori dei modi comuni di pensare il trasporto pubblico” dice Mr Whitson con un sorriso smagliante da imbroglione “Nessuno qui ha mai studiato trasporti. Abbiamo imparato tutto da soli. Quando vado a una conferenza nazionale sul trasporto pubblico tutti parlano di manutenzione, delle ultime novità per i motori diesel, come funzionano i tergicristalli, e come contare ogni centesimo che entra nel salvadanaio della vendita dei biglietti a bordo. Ma non parlano mai dei clienti. Qui noi chiediamo alla gente, -- nelle loro case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, in palestra — di cosa hanno bisogno. Noi ascoltiamo con attenzione, quindi andiamo via e cerchiamo di organizzarlo. Il numero delle conversioni dall’auto- all’autobus è senza uguali. Al Campus dell’Università del Colorado a
Boulder, 26.000 studenti hanno votato di aggiungere 15 dollari alle loro
tasse di iscrizione semestrali per un abbonamento a vista illimitato.
L’abbonamento li porta ovunque in città, virtualmente a qualsiasi
ora. In centro a Denver, o sulle più vicine piste da sci, o all’aeroporto
internazionale di Denver (una tratta che costa 44 dollari ad uno non abbonato,
per un viaggio di andata a e ritorno in navetta).
Una tessera studente con foto elimina l’esigenza della cassa per il pagamento dei biglietti a bordo, e la necessità di avere gli spiccioli esatti per il biglietto. In realtà, la biglietteria è ora l’ufficio dell’amministratore del college, che raccoglie gli importi degli abbonamenti 3 volte l’anno, e prontamente li rimette al gestore del servizio bus di Boulder. Questa semplice formula funziona anche per i commercianti
del centro città di Boulder, per il principale ospedale cittadino,
e per diverse grandi aziende con molti posti di lavoro.
Gli impiegati amano questa formula perché così possono viaggiare senza pagare, non debbono andare, in centro, alla ricerca del parcheggio da pagare, e possono usare l’abbonamento anche per gli acquisti del sabato o per andare a giocare al Bronco la domenica. I commercianti la amano perché così si liberano gli stalli degli scarsi parcheggi disponibili per i clienti. E l’azienda di trasporto la ama perché viene pagata in anticipo per un intero anno, per un servizio programmabile, su percorsi ad alta frequentazione. L’obiettivo successivo per Mr. Whitson ed i suoi collaboratori della Go Boulder sono state le aziende private con centinaia di impiegati. Iniziative di successo hanno portato diversi di essi a firmare contratti, impegnando una media di $50 l’anno per impiegato, per abbonamenti intera rete senza limiti. Con pagamenti anticipati e utenti programmati, è stato possibile per l’azienda di trasporti pianificare i percorsi più idonei da e per questi posti di lavoro. Una strategia chiave è la promessa fatta “un viaggio sicuro verso casa”. Mettendo a disposizione 2 dollari dei 50 di ogni abbonamento, la compagnia bus ha concordato con i taxi cittadini di andare a prendere in taxi, senza costi aggiuntivi per gli utenti, qualsiasi impiegato che necessiti di spostarsi per un’emergenza o per uno spostamento al di fuori dell’orario di servizio dei bus. Lo stesso beneficio si applica a tutti i 1.200 impiegati dell’ospedale cittadino. Le infermiere di turno hanno particolarmente gradito il servizio flessibile con l’autobus, a basso costo, con il ritorno in taxi. Quindi è venuto il turno dei quartieri residenziali. Fino ad ora il gruppo Go Boulder dei collaboratori di Mr. Whitson ha convinto 15 associazioni locali a firmare contratti annuali, impegnando un minimo di 5.000 dollari per gli abbonamenti annuali all’autobus. Si acquista una foto tessera e si ha l’uso illimitato dell’autobus, per ogni abitante del quartiere, dell’isolato, della strada. Tra gli utenti più entusiasti ci sono i
ragazzi, compresi gli adolescenti che normalmente non sarebbero impazziti
dalla gioia, per viaggiare su autobus sfigati.
Mr. Whitson nota con orgoglio che anche i ragazzi delle scuole elementari aiutano a progettare le insegne esterne degli autobus, che annunciano in maniera decisa che l’autobus del percorso “Hop” “Skip” o “Jump” sta arrivando su una determinata linea. I nomignoli sono dipinti in caratteri cubitali e circondati da arguti coniglietti e cavallette. “C’è una ragione per questo. Ciò permette ai nostri clienti più giovani di sapere esattamente quale autobus prendere, ed i genitori si sentono abbastanza sicuri a far prendere loro un autobus per andare ai campi sportivi o alla lezione di musica” dice Mr. Whitson. “Stiamo anche facendo nascere una cultura. Questi ragazzini saranno i nostri clienti per i prossimi venti anni”. Un’altra tattica nuova è basata su una normativa comunale della città di Boulder che richiede ai costruttori di nuovi lottizzazioni residenziali di acquistare per ogni famiglia insediata il valore corrispondente a tre anni di abbonamento illimitato sulla rete autobus, ad un costo medio di 50 dollari ciascuno. Dopo il terzo anno, i residenti possono o rinunciare all’abbonamento, o pagare lo stesso importo tramite la propria associazione locale degli abitanti, o di condominio. Non c’è virtualmente alcun contrasto tra
ognuno di questi programmi per le diverse utenze. La quota degli abbonamenti
annuali (costo medio annuo di $50 ognuno) è passata da 4.000 a 60.000
a partire dal 1994.
“Queste iniziative sono guidate dalla consapevolezza del problema della congestione del traffico, dalla preoccupazione degli imprenditori di non poter portare avanti e indietro i loro impiegati al lavoro in maniera efficiente, dalla preoccupazione dei commercianti che vogliono che la gente venga a fare gli acquisti ma temono che la congestione li blocchi fuori” dice Mr. Whitson. “Questa è la nostra principale motivazione. E’ qui che misuriamo il nostro successo. Abbiamo mantenuto la congestione ai livelli del 1994, nonostante la grande crescita di posti di lavoro e di residenze? Si l’abbiamo fatto”. Denver si sta trovando in difficoltà di fronte al successo di Boulder. Con lo sfondo dei noti fenomeni di inquinamento e diffusione insediativa --“smog and sprawl” li definiscono qui – la città ha recentemente lanciato la propria versione dell’abbonamento di massa al trasporto pubblico. Ma come può permettersi Boulder di vendere
agli utenti del trasporto pubblico un abbonamento annuale illimitato per
$50 ?
Il trasporto pubblico è un servizio essenziale,
di base, fa notare Mr. Whitson. “Nessuna città del Nord America
sta smantellando il proprio sistema di trasporto. Sta ancora lì.
Ed è ancora pagato e finanziato da qualcuno. Il nostro pensiero
a questo punto è: Dal momento che gli autobus stanno andando in
giro, facciamo in modo che non girino vuoti.
Il successo di Boulder è ripetibile in altre
città del Nord America ?
E allora perché altre aziende di trasporto
pubblico non hanno copiato il modello di Boulder?
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riferimenti |
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(Paul Mc Kay è un reporter di Citizen. pmckay@thecitizen.southam.ca versione italiana a cura di G. Di Giampietro, Webstrade digiampietro@webstrade.it www.webstrade.it ************************************************
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