I PITTORI DANESI DI CIVITA D'ANTINO
LA SCUOLA DI ZAHRTMANN: "L'IMPRESSIONISMO MARSICANO"
Dipinto con Zachmann protagonista che dipinge a Civita d'Antino nel 1905. (Immagine da internet)
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GALLERY DEI DIPINTI DANESI DI CIVITA D'ANTINO
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La storia della scuola di pittura impressionista di Civita d'Antino, inizia con il viaggio nel giugno 1883 in Italia di Christian Zahrtmann. Egli ha circa 40 anni ed è già un importante e affermato pittore danese.
Zahrtmann giunge nella Marsica, dopo aver attraversato la Ciociaria, insieme ad un giovane di nome Ambrogio, modello originario di Civita d'Antino.
Zahrtmann quando arriva a Civita d'Antino, rimane come folgorato dalla visione del luogo, che ha davanti. Il fascino del piccolo paese arroccato su di un colle strega il pittore danese in tutte le sue sfumature, a partire dalla grande bellezza paesaggistica del posto, dalla gente così diversa fisicamente dai nordici che egli frequenta.
Ma non solo, rimane affascinato soprattutto dal modo di vita degli abitanti, che risulta ritmato dal lavoro quotidiano nei campi e dalla ritualità religiosa. Ma cosa ancora più importante dal modo gentile e allegro con il quale queste persone si pongono nei suoi confronti.
Giovani di Civita d'Antino in campagna. Sullo sfondo Civita d'Antino. (Fonte internet)
Tale folgorazione viene espressa in una lettera da Zahrtmann, dopo diversi giorni di permanenza nel paese. Egli scrive alla madre il 22 giugno 1883:
"Sono innamorato della montagna e del carattere che dona alla gente che l'abita. Dovresti vedere i giovani laoratori tornare dai campi. Con le zappe in spalla, canticchiando allegri alle loro melodie del salterello... tutti cantano con il cuore, così che la loro gioia sale dritta come una bolla scintillante". ... " la vita a Civita d'Antino è come una grande festa. Tutti si fanno in quattro per noi".
E' probabile che il fascino del posto abbia colpito a tal punto il pittore danese che egli decida, già da questa fase di proseguire qui il suo percorso differenziandosi dallo stile e le convenzioni della pittura accademica danese.
Lo stile che Zahrtmann da alle sue opere si compone di una pittura di "impressione".
Quando egli fa ritorno in Danimarca già pensa al suo successivo ritorno a Civita d'Antino e nel suo entusiasmo e con il suo nome già affermato si trascina dietro diversi giovani pittori, desiderosi di fare nuove esperienze e alla ricerca di nuovi stili creativi.
Nel 1884 Zahrtmann con alcuni giovani danesi torna a Civita d'Antino e qui inizia a creare nuove opere pittoriche secondo il suo stile di "impressione. I giovani che sono con lui, lo seguono in questo stile. Nasce così la scuola di pittura impressionista danese a Civita d'Antino.
Grazie ai vividi ritratti di Zahrtmann e dei suoi ragazzi emerge un bellissimo spaccato della vita del paese di Civita d'Antino di fine '800 e più in generale della vita della Marsica di allora. Le semplici scene raffigurate da loro nelle pratiche quotidiane, di donne con le conche, degli uomini con le zappe, dei veli bianchi dei matrimoni danno una perfetta immagine della vita di allora nei vari paesi di montagna.
Zahrtmann e i suoi ragazzi allogiano quando sono a Civita d'Antino presso la locanda Cerroni, che diventa in breve la sede fisica della sua scuola di pittura.
Scena di donne che parlano presso Porta Flora. (Fonte internet)
Non a caso molte delle scene ritratte dai pittori danesi hanno come oggetto principe la vita intorno a Porta Flora, che è il luogo dove è presente la locanda Cerroni.
Nel corso degli anni Zahrtmann si pone come portatore di una cultura pittorica nuova, che si scontra in modo vigoroso con la vecchia arte danese del tempo. Egli s'impegna contro l'accademia d'arte danese per una libera attività degli artisti, diventando in questo modo un punto di riferimento del suo tempo, quindi risultando o amato o contrastato.
Ciò lo pone all'avanguardia nel suo campo ponendolo da esempio per molti. Ciò porta di riflesso a divenire una calamita per molti giovani artisti, che affolleranno negli anni la scuola di Civita d'Antino. Si conta che siano stati ben 89 gli artisti che hanno passato parte della loro vita a dipingere a Civita d'Antino. La totalità di loro proviene dai paesi nordici di Norvegia, Svezia e Danimarca.
Negli anni tra il 1885 e il 1910 il rapporto tra la scuola di Zahrtmann e il paese di Civita d'Antino si fa sempre più stretto fino a spingere questi artisti a firmare con i propri stemmi, le pareti della "Casa dei pittori danesi" e quindi in qualche modo a fissare qui il loro tempo e luogo.
I dipinti della scuola di Zahartmann si affermano fin da subito come bellissime opere. Nel 1895 in occasione della prima Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia viene riconosciuta da Gabriele d'Annunzio, la sincerità dell'Abruzzo degli artisti scandinavi di Civita d'Antino, che rappresentavano con la loro tecnica l'Abruzzo arcaico.
Allo stesso modo di come si rafforza il legame fra gli abitanti e i pittori danesi si viene rafforzando il legame fra Zahrtmann e la famiglia Ferrante, la più importante famiglia del paese.
Il palazzo Ferrante sullo sfondo della scena di fine '800. (Fonte internet)
La famiglia Ferrante che ha esercitato per lungo tempo una grossa influenza sulla vita del paese, con i pittori danesi si afferma ancora di più. Grazie a questi Palazzo Ferrante, comparendo in numerose opere pittoriche, riesce ad emanare l'effetto di una centralità d'azione sociale fondamentale.
La famiglia Ferrante riconoscendo in Zahrtmann un grande artista, commissiona a lui diverse opere, per arricchire Palazzo Ferrante. Purtroppo gran parte di questi dipinti sono andati persi con il terremoto del 1915.
Nel corso dei primi del novecento il paese di Civita d'Antino, riconoscendo il grande lavoro della scuola di Zahrtmann, concede a questi la cittadinanza onoraria come segno di ringraziamento di lui e di tutti i pittori, che hanno soggiornato a Civita d'Antino in questi anni.
Zahrtmann con i suoi allievi alla locanda Cerroni ai primi del '900. (Fonte internet)
Zahrtmann contraccambierà questo grande gesto, rinominando anni anni dopo la sua casa danese con il nome di Casa d'Antino.
Lo stretto legame venutosi a creare fra gli abitanti di Civita d'Antino e i pittori danesi lo si vede anche in occasione della morte di tubercolosi a Civita d'Antino nel 1911 del giovane Anders Trulson, che viene sepolto nel locale cimitero napoleonico, con grande partecipazione della popolazione.
Il grande lavoro della scuola impressionista danese di Civita d'Antino viene presentato a Torino in occasione delle celebrazioni dei 50 anni dell'Italia unita e dell'EXPO di Torino. La mostra dei pittori danesi in questa circostanza riscuote un grande successo, proiettando già allora Civita d'Antino e la Marsica su un piano internazionale con tutte le sue componenti culturali.
Purtroppo il grave terremoto di Avezzano del 13-1-1915 interrompe per sempre il legame fra Civita d'Antino e i pittori danesi. Civita d'Antino riporta danni gravissimi e si registrano diverse vittime.
Il forte sisma fa sentire i suoi effetti anche in Danimarca, dove le persone che avevano legato con i civitiani, soffrono tremendamente per quanto accaduto. Questo dolore è sintetizzato bene da ciò che scrive Johannes Jorgensen poco dopo aver saputo del terremoto abruzzese.
" il crepuscolo degli dei che attraversa il mondo ha colpito anche la Danimarca. Il grande lutto nazionale italiano ha portato cordoglio anche da noi. Civita d'Antino non è più un piccolo paradiso".
Ciò che rimane oggi di questo fecondo periodo artistico è nella memoria per sempre conservata dei numerosi dipinti con cui i pittori scandinavi di quegli anni hanno raffigurato la bellezza del paesaggio appenninico e dei suoi abitanti.
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BIBLIOGRAFIA
1) http://www.civitadantino.com/mostra-impressionisti-danesi-in-abruzzo/
2) http://www.appenninico.it/?p=1442
3) https://www.youtube.com/watch?v=yUXn7t8ZIss
4) https://www.youtube.com/watch?v=SO83jIRyMKY
5) https://ilfaro24.it/una-storia-straordinaria-quando-i-danesi-si-innamorarono-dellabruzzo/
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CIVITA D'ANTINO - URBANISTICA 1497-1915
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