Se in questa vita non
siamo dei pellerossa, ma siamo nati qui vuol dire che il nostro scopo non
è quello. Insegniamo, quindi, anche ad altri a rispettare la cultura dei
nativi, di madre terra e padre cielo. Siamo come dei messaggeri, spiriti
guerrieri tra altri spiriti e saremo comunque molto vicini a loro...
Gregg
Braden
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La ruota di medicina
Grandi cerchi di pietre decorano praterie e altopiani del Nord America.
Queste antiche strutture sono note come Ruote della Medicina. Una delle
più famose (nel disegno), si trova nelle montagne del Big Horn (Wyoming),
e misura ben trenta metri di diametro.
L'origine delle Ruote si perde nella notte dei tempi e il loro
significato è ancora misterioso. Si tratta, secondo alcuni studiosi, di
mappe astrologiche, secondo altri di rappresentazioni religiose dei cicli
dell'universo e dei segreti della vita e, secondo interpretazioni più
recenti di complesse simbolizzazioni filosofiche dell'esistenza nel suo
complesso e della mente umana in particolare.
Tra tante interpretazioni, però, la meno citata e quella che ci viene
raccontata dagli stessi autori delle Ruote, cioè i Nativi Americani.
Anzitutto c'è da dire che il termine Ruota non appartiene alla cultura
indiana e dunque bisognerebbe parlare più esattamente di Cerchi o di
Spirali. Il Cerchio, per gli indiani del vecchio West, era la struttura di
riferimento fondamentale della vita. Le loro migrazioni stagionali
avvenivano in cerchio, seguendo gli spostamenti delle mandrie dei bisonti
che anch'esse si muovevano in senso circolare. I villaggi erano edificati
in cerchio. La struttura conica delle tende nasceva da un cerchio. Ci si
schierava in cerchio per le danze, le assemblee, i consigli dei capi. Il
primo significato del cerchio, infatti, era la Comunità, come viene
raccontato in un mito Crow sull'origine della prima Ruota della Medicina.
Eccolo. Un bambino indiano, giocando, cadde in un fuoco da campo e ne
restò ustionato. II suo nome divenne così Faccia Bruciata, e lui,
sentendosi schernito e vergognandosi del suo aspetto, passò l'infanzia
restando il più possibile chiuso nella sua tenda. Una volta cresciuto,
lasciò la tribù e si isolò sulle montagne. Fu qui che costruì la prima
Ruota, che simboleggiava per lui il cerchio di un villaggio invisibile,
parenti, amici, compagni di vita che avrebbe voluto avere e non aveva
più. Un giorno Faccia Bruciata, mentre piangeva la sua solitudine, vide
un tornado avvicinarsi e tramutarsi in una Grande Aquila. Interrogato
dall'aquila, Faccia Bruciata le rivelò il perché della sua tristezza.
Allora l'aquila lo portò in volo fino al suo nido e gli fece conoscere i
due aquilotti suoi figli, i quali gli chiesero in dono degli archi e delle
frecce. Faccia Bruciata li costruì per loro, e venne ricompensato con uno
specchio magico nel quale poteva rimirarsi con il volto miracolosamente
intatto. In seguito Faccia Bruciata uccise a pietrate una mitica Lontra
del fiume, divoratrice di aquilotti. Per premiarlo d'aver salvato i suoi
figli da una possibile minaccia, la Grande Aquila lo riaccompagnò al suo
villaggio garantendogli per sempre la sua protezione sacra. Cosi Faccia
Bruciata venne onorato, si sposò e visse fino a diventare vecchissimo,
insegnando a tutti a costruire cerchi di pietre. Il mito ci dice che sono
proprio gli esclusi e gli emarginati a sentire più forte il bisogno della
comunità e a capirne l'importanza. La Ruota rappresenta l'Appartenenza a
qualcosa di più grande del nostro piccolo io, l'identità collettiva che
ciascuno di noi porta in sé... e che è capace di grandi magie. Un
singolo individuo, ci insegnano insomma gli Indiani d'America, può anche
diventare un eroe leggendario, ma è insieme che si vince o si perde la
battaglia della vita. |
Da Blizzard Gazette - Magico
Vento che ringraziamo |