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| Fin dagli anni Settanta la Comunità Montana Val Strona si interessò al "mondo walser", ben consapevole che Campello Monti, insediamento rimellese, era da considerarsi comunità walser. Infatti nell'estate 1979, la Comunità Montana (Presidente Libero Diaceri ed Assessore alla cultura Lino Cerutti) organizzò un incontro di Comunità walser, a cui parteciparono rappresentanze di Rimella, Macugnaga, Gressoney...
Da quel
momento Livia Gulienetti Cesana divenne di fatto "referente" del
Gruppo Walser di Campello Monti, non ancora costituito giuridicamente ma operante
e riconosciuto. Nell’elenco
dei gruppi dell’associazione (VfW) venivano segnati come delegati per la
Comunità Montana: Giuseppe
Diaceri e Livia Gulienetti Cesana. Nell’Aprile
1983 Livia Gulienetti scriveva come “incaricata dal comitato Walser
Internazionale” alle signore di Campello Monti e di Forno per incontrarsi e
“studiare come presentarsi insieme alla sfilata” del raduno Walser che si
sarebbe tenuto ad Alagna Valsesia il 24 e 25 settembre. La partecipazione fu
numerosa e nella circostanza il Gruppo si presentò con il proprio gagliardetto. Scriveva
don Andrea Primatesta in “Aria di casa nostra” (Pag. 26) “tra le persone
più interessate al rilancio di questa tradizione culturale (ci permettiamo
ripubblicarne il nome), ricordiamo la campellese Gulienetti Livia in Cesana,
divenuta di fatto la delegata walser delle due comunità gemelle di Campello e
di Forno . Ricordava inoltre la partecipazione della medesima a tutti i
walsertreffen a partire dal 1980 (Triesemberg nel Lichtenstein).
La "Comunità
di cultura Walser di Campello Monti", continua nel suo fattivo impegno per la salvaguardia della
cultura del proprio territorio (vedi attività) e nella partecipazione festosa
di tutti i momenti d’incontro nazionali ed internazionali. I soci
della "COMUNITA' di CULTURA WALSER di CAMPELLO MONTI in VALSTRONA" si sentono “amanti delle tradizioni e
spontaneamente si sono uniti con lo scopo di salvare la cultura del proprio
villaggio e di trasmetterla alle future generazioni”. Non vogliono essere
avari di amore verso il proprio paese. Per questo, l’attenzione del proprio
operare spazia in tutti i campi dell’azione umana, ricordando sempre che
cultura è civiltà. |