Ciò che rende le Hawaii un posto veramente
speciale - a parte la bellezza
della natura, in grado a volte di togliere il respiro - è una bellezza ancora più
profonda, chiamata Aloha spirit, una specie di Karma che si respira dopo
appena poco
tempo che si vive sulle isole e che esprime un forte senso di appartenenza alla comunità
e di rispetto per gli altri.
Come il termine ebraico "Shalom", la
parola Aloha viene comunemente usata alle Hawaii come un saluto, un segno di
affetto e un augurio di buona fortuna, rappresentando il tipico senso di ospitalità
comune a tutti i Polinesiani.
Ogni lettera della parola Aloha rappresenta unaltra parola
Hawaiiana, ed insieme queste cinque lettere esprimono il significato dellAloha: una
perfetta armonia tra cuore e mente, che permette di pensare e trasmettere buone sensazioni
agli altri:
A
- “Akahai” - gentilezza, mansuetudine
L - “Lokahi” -
unità, armonia
O - “Olu’Olu” -
cortesia,
allegria
H - “Ha`Aha`A” -
umiltà, modestia
A - “Ahonui” - pazienza
|
|
L'Hula
è la tipica rappresentazione hawaiiana divenuta quasi sinonimo con Hawaii, che riunisce
canto e danza e viene considerato il battito del cuore del popolo Hawaiiano.
L'origine
di questa forma d'arte è collegata ad una leggenda, che narra di una giovane dea, di nome
Hi'iaka, la quale amava osservare gli alberi che si abbracciavano in una foresta delle
antiche Hawaii. Ella osservava il tremolio delle foglie abbandonate nella brezza: la
foresta parlava con lei attraverso il movimento degli alberi. Il suono leggero provocato
dal tremolio delle foglie contrastava con il profondo rombo delle rocce di un vicino
ruscello. Questo rombo rappresentava il battito del cuore della terra, trasportato nel
flusso delle sue vene acquee. Ella capì che avrebbe potuto interpretare il linguaggio
della natura e iniziò a muovere il suo corpo a tempo con il movimento degli alberi. Le
sue mani potevano parlare con gli alberi imitandone il movimento. Alla fine
Hi'iaka
divenne tuttuno con la foresta che amava ed era in grado di parlarle e raccontarle
storie sullantica saggezza.
Gli
Hawaiiani considerano lHula come qualsiasi altra forma di letteratura, visto che per
molto tempo la lingua hawaiiana si è manifestata solo con la forma parlata. L'Hula è
servito e serve tuttora agli stessi propositi delle altre forme di letteratura sacre e
profane. Ci sono antichi hula che parlano della nascita del mondo e delle sue creature;
alcuni che raccontano storie; altri parlano di eroi, comandanti, ecc.. Osservare un hula
è quindi molto simile a leggere un libro sulle Hawaii.
Le
danzatrici di Hula vengono per tradizione suddivise in Olapa (le giovani che ballano, che
iniziano alletà di tre anni) ed Ho'o-paa (le anziane che cantano e suonano). Tutte
le danze Hula traggono origine semplicemente da sei movimenti base che vengono combinati
tra loro in infinite possibilità.
Gli
ornamenti più popolari per decorare le danzatrici erano costituiti da piume di gallo (moa
kane), di uccelli colorati e foglie di palma da cocco. Il costume tradizionale consisteva
in una gonna corta per le donne ed un perizoma per gli uomini, ma dopo l'evangelizzazione
dei missionari venne introdotta la gonna corta per gli uomini e lunga per le donne.
Una
variazione dell'Hula è l'Uli Uli, un tipo di danza veloce, tremolante, in cui le
danzatrici usano molti accessori, tra cui nacchere di cocco, pietre, o foglie di cocco
(Aha) che vengono suonate per scandire il ritmo della musica.
Slack key
tradotto letteralmente vuol dire "chiave allentata" ed in fatti
descrive una particolare accordatura delle chitarre in cui le corde vengono
allentate ed accordate sul tono di un accordo superiore. Le melodie delle
canzoni vengono suonate con le corde sulle note più acute e le corde più
gravi vengono pizzicate per accompagnare la melodia. La chitarra accordata
in questo modo viene utilizzata generalmente per accompagnare le danze
hula.
Anticamente
il Lei rappresentava un'offerta agli dei durante le danze sacre ed i canti
(Lei di piume), oppure venivano donati ai capi, oggi è un dono che si porge
a chiunque: una ghirlanda di fiori profumati accompagnata da un bacio. Il
gesto di regalare un Lei rappresenta un senso di gratitudine e riconoscenza
o un simpatico modo di dimostrare il proprio affetto, che si esprimono già
dal momento in cui vengono raccolti i fiori e le foglie. In alcuni Lei sono
necessari centinaia di fiori per formare una ghirlanda e ciascun fiore e
foglia hanno particolari significati, infatti ogni diversa isola ha un
proprio Lei tipico, composto da conchiglie, fiori, bacche o felci.
Quello che oggi noi chiamiamo surf, in antico hawaiano era
he'e nalu, una parola carica di significati e poesia. la prima parte, he'e,
in hawaiiano significa "passare dallo stato solido a quello liquido";
"scorrere come sangue o acqua", "fluire"; "sciogliersi", o
"fuggire per la paura". Nalu significa invece "il formarsi, il
gonfiarsi e il correre dell'onda"; ma anche "il liquido viscido che bagna il
volto di un neonato". Mettendo insieme le due parti della parola otteniamo una
definizione semplice: "scivolare nell'onda", un'interpretazione molto poetica
che permette al surfista di diventare un neonato racchiuso in un ventre d'acqua salmastra
che sorge, si gonfia, ed esplode scrosciando. Queste interpretazioni potranno sembrare
astruse o fantasiose a chi non appartiene a questo mondo, ma ogni surfista le troverà
certamente molto calzanti.
"Papa
he'e nalu" è il nome con cui anticamente venivano chiamate le tavole
da surf, che si distinguevano in quattro tipologie:
Olo: Le
tavole Olo erano le tavole più lunghe in assoluto, da 18 fino a 24 piedi di
lunghezza, spesse all'incirca sei pollici, avevano bordi arrotondati e
superfici convesse quasi simmetricamente che conferivano alla sezione una
forma affusolata. Top e bottom non erano quindi ben distinti e potevano
essere usate su entrambi le parti. Erano costruite per lo più con il legno
di wili wili, leggero e poroso, simile alla balsa, lo stesso usato per le
canoe, che ne permetteva una maggiore maneggevolezza. Lo spessore era
maggiore delle altre tavole, per garantire alla tavola una certa robustezza
in proporzione alla maggiore lunghezza. Secondo il sistema Kapu erano
riservate agli appartenenti alla classe dominante, in quanto il legno con
cui venivano costruite era abbastanza raro, al contrario del legno di koa,
più pesante, con cui venivano costruite le altre tavole. Forse è proprio
grazie a questi privilegi che gli antichi re hawaiiani avevano la fama di
grandi surfisti. Questo tipo di tavola veniva utilizzato per onde poco
ripide, lente, che non rompono mai (chiamate opu'u), come Waikiki beach, e
mai troppo grandi, dove veniva assicurata una lunghissima corsa ma senza
quasi nessuna manovra.
Kiko'o: Le
tavole kiko'o erano l'alternativa più comune e popolare alle tavole Olo.
Con uno shape simile, lunghe tra i 12 e i 18 piedi, potevano essere usate
liberamente anche dalle persone comuni, data la diffusa presenza dei
materiali con cui venivano costruite: il legno di koa, più pesante rispetto
al wili wili, oppure il legno dell'albero del pane (ulu).
Alaia:
Rispetto alle tavole Olo e Kiko'o, l'Alaia era una tavola più corta, più
larga e meno convessa. Lunga tra i 7 e i 12 piedi, larga circa 18 pollici e
spessa da mezzo pollice ad un pollice e mezzo. Data la maggior leggerezza e
manovrabilità e le minori dimensioni rispetto agli altri tipi di tavola,
l'Alaia, conosciuta anche come Omo, era il tipo di tavola preferita per le
onde veloci, con sezioni ripide o tubanti e probabilmente era la tavola più
usata rispetto alle altre. Lo spessore di queste tavole era di un pollice e
mezzo al centro ed un quarto di pollice nel nose e nel tail.
Paipo: Detta
anche Kioe, era quella che oggi chiameremmo body-board, lunga da 2 a 4
piedi, usata per lo più dai bambini che ci surfavano sdraiati di pancia.
Secondo il calendario naturale delle isole Hawaii, ikuwa
corrisponde al nostro mese di novembre. Secondo un famoso studioso delle culture
hawaiiane, Kepelino Keauokalani, ikuwa significa "fragoroso" perchè,
scrive, "...è la stagione delle mareggiate più grosse e violente. E' un mese di
mare grosso e di grandi onde che attirano gli uomini sulla costa. Se alcuni surfisti
diretti verso i campi si voltano a metà strada e vedono le onde rompersi sulla costa,
essi trascureranno il loro lavoro, taglieranno foglie di banano, di ti e di zenzero, le
ridurranno a strisce che fisseranno attorno al collo e se ne staranno là a guardare il
mare, tenendo in mano una canna da zucchero. Poi correranno a casa, prenderanno la loro
tavola e correranno ancora verso la spiaggia. Il lavoro è dimenticato e rimane solo il
desiderio di divertimento. La moglie potrà arrabbiarsi, così i bambini e tutta la
famiglia, ma il padrone di casa non se ne cura, egli è tutto preso dal surf, è quello il
suo cibo."
Ina
a 'ohe nalu, a laila aku i kai, penei e hea ai:
Ku
mai! Ku mai! Ka nalu nui mai Kahiki mai,
Alo
po i pu! Ku mai ka pohuehue,
Hu!
Kai ko'o Loa. |
|
Incisione sul tempio
"ku'emanu" a Kahaluu Bay, sull'isola di Kona, dove i locali
lasciavano offerte e pregavano i loro dei per invocare le onde. Il tempio
ku'emanu era un tempio riservato ai surfisti, da dove si poteva osservare il
mare prima del surf e si poteva fare il bagno in una adiacente piscina
naturale di acqua dolce per togliersi il sale da dosso.
Il grande
Makahiki era una manifestazione annuale della durata di tre mesi che si
svolse fino al 1819, quando venne interrotto ad opera dei missionari perchè
considerato una distrazione nociva. Da metà ottobre a metà gennaio gli
Hawaiiani fermavano ogni lavoro, si rilassavano e passavano la maggior parte
del loro tempo a danzare, banchettare e praticare il surf. La divinità
patrona di questa festa era il dio Lono e non veniva svolta nessuna
competizione se prima non si invocava la sua approvazione attraverso
preghiere ed offerte.
|