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I, VOIDHANGER MAGAZINE - INTERVISTA

 


IN ANCIENT DAYS...
di Voidhanger

 

Se siete appassionati di doom metal, conoscete già Peter Vicar, al secolo Kimi Kärki, chitarrista heavy alla corte degli ottimi doomsters finlandesi Reverend Bizarre. Se in quel contesto la scena gli è forse rubata da Albert Witchfinder, che scrive la maggior parte dei brani e canta con la voce di un dio, negli Orne l’assoluto protagonista è lui. E' dal ‘97 che Vicar compone e perfeziona il concept occulto/esoterico attorno a cui ruota lo stile dark prog della band, direttamente imparentato con quello dei Black Widow e degli altri grandi del ‘dark sound’ inglese anni ’70. Persino Clive Jones, che dei Widow è stato l’anima, ha dato agli Orne la sua benedizione, riconoscendo nelle loro canzoni la stessa forza oscura e visionaria che animava la sua band nei fatidici “ancient days”… Tanto basta per fare del debutto degli Orne, “The Conjuration By The Fire”, il “Sacrifice” dei nostri giorni.

Kimi, sappiamo che gli Orne hanno cominciato anni fa col nome di Mesmer. Raccontaci della genesi del progetto…
Più che un progetto, tra il 1997 e il 2000 si è trattato di una band vera e propria. In seguito si è trasformato nel mio progetto personale, dato che ho dovuto lottare per avere una line-up attiva.Adesso, batterista a parte, essa è costituita più o meno da session men. Formai il gruppo insieme ad alcuni amici quando iniziai a studiare Storia delle Culture all’Università di Turku.
L’idea era quella di suonare rock oscuro e a tratti heavy progressive, sulla falsariga di classiche formazioni inglesi come Van De Graaf Generator, Black Widow, King Crimson, Genesis (con Peter Gabriel), Spring, Black Sabbath, Pink Floyd, etc. Fondamentalmente, nell’arco di una medesima canzone cercavo di spostarmi dal folk acustico verso strutture basate su riff più pesanti e arrangiamenti complessi, e questa band sembrava essere il veicolo perfetto per raggiungere l’obbiettivo.

Quando e perché decideste di cambiare il vostro nome in Orne? E quali sono le differenze più importanti tra quanto raggiunto da questi ultimi in “The Conjuration By The Fire” e l’era Mesmer?
Gli Orne si muovono in modo molto più professionale, anche se tutti gli elementi erano già presenti nei Mesmer, soprattutto su ‘A Beginning, demo del 2000. Ho deciso di cambiare nome nel 2001, dopo avere notato che in giro vi erano troppe band con lo stesso nome e che la gente iniziava a confondersi. Penso che Orne  sia un gran nome per una band, qualcosa che richiama le atmosfere di Lovecraft (Orne era il nome di un personaggio in un racconto del grande scrittore di Providence – nda).

Come siete entrati in contatto con la Black Widow Records? Ne conoscete il roster?
Inviammo loro un demo dei Reverend Bizarre verso la fine dei ’90, e loro ci dissero che erano interessati a pubblicarci purché avessimo aggiunto un po’ di flauto e tastiere. Eravamo troppo puritani per farlo, ma invece decisi di offrire loro i Mesmer, come ancora ci chiamavo all’epoca. Finalmente l’album è uscito, è stato davvero un lungo cammino. Ho ricevuto il vinile proprio ieri, e sono felice di dire che ha grafica e suoni magnifici! Conosco molti dei gruppi su Black Widow, soprattutto gli dei Pentagram. Ma anche i Minotauri, qualcosa dei Northwinds, gli Areknames… e certamente Pagan Altar, Manilla Road e Black Widow… un sacco di roba che ti stende! Vorrei solo che si organizzassero meglio coi tempi di pubblicazione, con tutta l’attesa che ho dovuto sostenere per la pubblicazione del disco, non mi si può biasimare di avercela avuta un po’ con loro, a volte...

Considerato il vostro precedente moniker, immagino che “Anton” sia dedicata ad Anton Mesmer. I suoi studi hanno influenzato anche Edgar Allan Poe per racconti come “Rivelazioni mesmeriche” e “Le vicende relative al caso del Sig. Valdemar”. Cosa ti attrae tanto delle teorie di Mesmer?
Mi piaceva l’idea che qualcuno fosse in grado di propagandare teorie assurde come quelle - pensa solo all’ipotesi che nel corpo umano ci siano fluidi magnetici in continuo movimento! – e nonostante questo di ottenere grande successo presso l’elite europea, soprattutto presso le signore. Ovviamente, l’ipnotismo deve molto alle idée di Mesmer, per cui c’è un fondo di verità nei suoi insegnamenti… In generale, amo i vecchi occultisti e la roba che hanno pubblicato, da Agrippa e Dee, fino a Mathers, Crowley, etc. Leggere i loro libri è come viaggiare in una diversa dimensione temporale. Quanto a Poe, è il mio dio, ma credo di condividere questa religione con molti altri.

Le immagini che avete scelto per il booklet sono molto intriganti. A parte un fotogramma da un film di Mario Bava, c’è anche il famoso “quadrato magico”, che secondo alcuni sarebbe una “crux dissimulata”, che nasconderebbe le parole “pater noster”. Ti piace l’iconografia esoterica e magica, o sotto c’è qualcosa di più?
Sì, sono attratto da tutto questo, ma in modo superficiale, ossia non pratico rituali magici. Mi piace il lato estetico dell’occulto, l’odore dei vecchi libri, la simbologia, i sistemi di pensiero che spiegano l’universo guardando dentro la mente. Per gli Orne volevo creare le atmosfere di una dimensione che oggi è andata persa, a causa di un fottuto mondo neoliberale in cui nulla sembra essere più importante di una nuova stagione del Grande Fratello. Per questo motivo i brani sono intrisi di tristezza...

“Opening By Wathctower” e “Lighthouse” sono i nostri brani preferiti. Raccontaci qualcosa di più riguardo ai loro contenuti…
Opening By Watchtower’ è quasi una bastardizzazione del celebre rituale Golden Dawn, che, ancora una volta, prende spunto dagli insegnamenti di John Dee (noto astrologo e negromante del XVI secolo – n.d.a.). Credo che ognuno possa approfondire l’argomento recuperando i libri che spiegano il brillante sincretismo degli insegnamenti del Golden Dawn. ‘Lighthouse’ riguarda invece i miti e il mondo dei sogni che ci circondano e che possiamo raggiungere quando dormiamo, oppure attraverso i nostri ricordi e l’intuizione.

È corretto dire che gli Orne sono il lato “dark prog” dei Reverend Bizarre, dato che in entrambe le band militano gli stessi membri? Sembra che con gli Orne vi piaccia suonare ciò che non potete suonare coi Reverend Bizarre, per via della loro adesione ad una formula doom i più pura possibile…
In un certo qual modo, sì. Ma c’è anche da dire che gli Orne sono soprattutto il mio progetto, mentre Albert ha sempre fatto la parte del leone nel comporre la musica dei Reverend Bizarre. Non fraintendermi, sono soddisfatto di tutto quanto abbiamo registrato come trinità doom, ma di sicuro il fatto di aderire ad un concetto puro di doom metal mi ha trattenuto dal proporre un certo tipo di brani. Ma ammetto che ci possa essere una stretta connessione tra le atmosfere dei Reverend Bizarre e quelle degli Orne.

Black Widow, Dr. Z, Monument, Necromandus, Zior, High Tide, Uriah Heep, etc. Cosa avete imparato da queste dark prog band dei ’70? Qual è stato il loro più grande lascito?
Alcune delle band che citi le devo ancora ascoltare, ma è evidente che il lato oscuro del rock anni ’70 è una mia grande fonte d’ispirazione. Penso che il lascito più importante sia nei suoni, e in quell’eccitazione quasi innocente riguardo alle possibilità espressive della musica.  Al giorno d’oggi è tutto troppo calcolato, si pensa troppo ai risvolti commerciali. Ho scelto di non essere un musicista professionista. Credo sia stato Robert Fripp dei King Crimson a dire una volta che è il prezzo da pagare, se si vuole servire la musica.

Il ricordo di quelle gloriose formazioni è ancora vivo in molte band di oggi. Quali sono quelle con cui pensi di condividere questa passione?
Ci sono molte doom band in cui arde quella fiamma. Tra esse, direi i Blizaro da Rochester, nello Stato di New York. John Gallo, noto per la sua doom metal band Orodruin, ha certamente una missione simile alla mia. Amo anche gruppi come gli svedesi Morte Macabre, progetto a cui partecipano membri di Anekdoten e Standarte, se ricordo bene. E poi alcune band della Black Widow, a ben vedere...

Sappiamo che avete contattato Clive Jones dei mitici Black Widow per una possibile partecipazione al disco, che sfortunatamente non è avvenuta…
Non questa volta, ma sono ancora in contatto con lui, di sicuro un uomo brillante. Che io sia dannato se non riuscirò a fargli suonare il flauto sul secondo album degli Orne!

D’altronde molti vi descrivono come la reincarnazione dei Black Widow. Sicuramente un bel complimento… oppure lo trovate limitante, considerate le tante sfaccettature dell’Orne-sound?
È un complimento enorme, per quel che mi riguarda. Senza il rispetto per la tradizione, saremmo solo dei cani arroganti. Riduttivo? Ascolta la maggior parte della musica che si fa oggigiorno!”

Nei vostri brani c’è molto spazio per atmosfere folk. Si tratta di un’influenza definita, oppure un modo naturale di comporre, magari per sottolineare gli aspetti pagani della vostra musica?
Difficilmente li chiamerei aspetti pagani. Di certo c’è un’etica anti-cristiana nelle mie canzoni, quanto meno contro i modi conformisti del Cristianesimo. Trovo lo gnosticismo altamente ispirante, così come molti dei racconti e dei miti della tradizione… Attraverso quelle melodie folk, cerco piuttosto di rispettare la verità che è insita nella musica. Sono un appassionato di musica celtica, come potrebbe risultare evidente ascoltando ‘Island of Joy’, ma soprattutto amo qualsiasi tipo di folk, perché davvero esso ha il sapore della Terra. Trovo interessante molto folk apocalittico, a partire dai Current 93. Mi piace anche un po’ di country, e sono un grande fan di Neil Young, Johnny Cash, Willie Nelson, il vecchio Dylan… Mi affascina l’idea che questi uomini abbiano creato così tante grandi canzoni con pochi e semplici accordi. Cerco comunque di ascoltare un ampio spettro di musiche diverse. Ho le mie passioni, sì, ma capisco anche l’importanza di evitare che le idée stagnino.

Siamo curiosi di sapere quali sono i tuoi album preferiti dei ’70, o quantomeno quelli che più hanno ispirato gli Orne…
Eccovi la mia top ten, dove ho indicato un solo album per gruppo: 1. Van der Graaf Generator,  ‘Pawn Hearts’; 2. Black Widow, ‘Sacrifice’; 3. Spring, ‘S/T’; 4. Black Sabbath. ‘Sabbath Bloody Sabbath’; 5. Led Zeppelin, ‘IV’; 6. Genesis, ‘Nursery Chryme’; 7. King Crimson ‘Red’ 8. Neil Young ‘After the Goldrush’; 9. Kate Bush ‘The Kick Inside’; 10. Pink Floyd ‘Animals’.”

Mai pensato di registrare una cover?
Stavo giusto pensando di fare ‘Darkness, Darkness’ dei The Youngbloods per il secondo album degli Orne. Credo che anche ad Albert piacerebbe cantarla, per cui…

A proposito, non è ancora chiaro se Albert Witchfinder, che ha cantato sul vostro debut, sia un membro permanente degli Orne oppure no...
Non è un membro permanente, e purtroppo è una sua scelta. Il futuro con lui è alquanto incerto, aveva promesso di cantare su un EP che non si è più registrato, e quelle canzoni sono state dunque destinate al prossimo album, che si chiamerà ‘The Tree Of Life’. È difficile al momento dire se parteciperà al disco o meno. Lo spero, dato che possiede un voce davvero unica e sorprendentemente versatile.

Che succede ai Reverend Bizarre? È vero che si stanno sciogliendo?
Abbiamo già suonato il nostro concerto d’addio lo scorso 30 Dicembre. Un evento indimenticabile, molto emozionante… e presto registreremo il nostro ultimo album. Abbiamo sempre avuto problemi, soprattutto divergenze di carattere personale.
Inoltre, Albert ha anche qualche serio problema mentale, ha bisogno di alleggerirsi la vita da una serie di cose stressanti, e i Reverend Bizarre erano in cima alla lista. Non posso biasimarlo, mi rendo conto che l’attenzione intorno alla band a volte era addirittura soffocante, e io stesso ad essa ho dedicato sin troppo tempo, considerato che ho una famiglia e un dottorato di ricerca da portare avanti.

Sappiamo però che continuerai a suonare doom coi Lord Vicar. Si tratterà di una continuazione di quanto fatto coi Reverend Bizzarre?
Una specie, considerato che 5 delle 7 canzoni del debut album erano destinate al quarto e quinto album dei Reverend Bizarre. Quei dischi non vedranno mai la luce, ma io sentivo comunque il bisogno di realizzare quei brani. Mi piacciono, sono i miei bambini… Non si tratta di niente di nuovo, ma chi ama il doom metal resterà soddisfatto. E se tutto va per il verso giusto, la line-up sarà qualcosa di incredibile!  

 

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