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I, VOIDHANGER MAGAZINE - INTERVISTA

 

MORKOBOT
MOSTRI DI BRAVURA
di Voidhanger

 

In passato si chiamavamo Escrescenzo, Marcescenzo e Putrescenzo. Per fortuna MoRkObOt, l’entità aliena che ne ha plagiato le menti, ha avuto pietà di loro ribattezzandoli Lin, Lan e Len.
Siamo però convinti che un domani i tre lombardi adotteranno nomignoli nuovi di zecca, perché nell’universo di MoRkObOt nulla è immutabile. Neppure il Getal, il linguaggio musicale che il misterioso alieno ha ordinato loro di propagandare sulla Terra.
Volendo semplificare, si tratta di noise rock psichedelico interamente strumentale, che sul recente “MoStRo” è giocato principalmente sull’interazione tra una sezione ritmica rimbombante (due i bassi coinvolti) e i suoni spaziali di un synth.
Ma è davvero difficile descrivere compiutamente le infinite sfumature che caratterizzano lo stile MoRkObOt: quando pensi di averlo decodificato e assimilato, i Nostri s’inventano qualcosa di nuovo, scombinando le carte in tavola.
Se nutrite interesse per Lightning Bolt, John Zorn, Primus, Neurosis, Pink Floyd e Hawkwind, e se ascoltate volentieri post metal, math-rock, stoner, space rock e ambient, sappiate che i MoRkObOt li hanno ingoiati e masticati tutti. Il risultato della digestione? Il Getal, ovvio!

Cominciamo dal titolo del disco, “MoStRo”. In sede di recensione accennavamo al significato originario che il termine aveva per i Latini, vale a dire “meraviglia”, qualcosa che suscita stupore e colpisce la fantasia, esattamente come la vostra musica. Oppure avevate in mente l’accezione negativa che oggi caratterizza la parola “mostro”?
Mah, al Latino e alla “meraviglia” non ci abbiamo pensato. Noi intendevamo proprio un MoStRo, che in fondo è una cosa vaga e alquanto indefinita, se ci pensi bene! Non ci vedo alcun significato negativo, solo una miriade di immagini, facce cadaveriche, corpi mozzi, frattaglie subacquee, morsi, lacerazioni, sangue, sangue, sangue e uova al burro.

Anche il moniker scelto sembra denso di significati, il suo suono robotico ben s’accoppia alle meccaniche cibernetiche dei brani. Com’è nato?
Purtroppo non so cosa voglia dire ‘moniker’, comunque sono contento che pensi si accoppi così bene con le meccaniche cibernetiche dei brani… magari nasceranno degli esserini meccanici tutti sbrodolosi. Comunque credo sia nato così, dall’accoppiamento, un po’ come tutte le cose… a parte certi pesci sfigati, alghe e vari monocellulari.

“Mostro” è il vostro secondo album, dopo il debutto eponimo dello scorso anno. Lo considerate un punto d’arrivo, o pensate di essere ancora lontani dalle idee che avete in testa?
No, no, non è per nulla un punto di arrivo. Direi che dobbiamo fare ancora tante cose, suonare tanti strumenti (a patto che siano elettrici e con un jack normale), scoprire tante nazioni e i loro cibi, incontrare scienziati, scopare e fare altri dischi… Non so che idee avremo in testa tra sei mesi o sei minuti, so solo che tra 60 anni difficilmente ci saremo ancora, speriamo di essere già putrefatti!

Il disco è uscito per Supernatural Cat, label che fa capo agli Ufomammut e al collettivo artistico Malleus. Difficile immaginare label migliore, per un gruppo come MoRkObOt. È stato amore a prima vista?
I Malleus sono delle persone straordinarie, ci seguono con grande passione e professionalità, abbiamo uno splendido rapporto umano e una comunicazione molto stretta e continua. Per la nascita dell’artwork di ‘MoStRo’ abbiamo parlato un po’ di musica, film, videogame e altro… appena ci hanno mostrato i disegni, abbiamo avuto l’impressione di una radiografia cerebrale!!! Ci è piaciuto tutto subito, non abbiamo discusso neanche un secondo che sia uno, e ti assicuro che abbiamo dei gusti difficili… magia!!!

Un giudizio sugli Ufomammut…
Un gruppo di culto, un mega-elefante con le zanne ritorte che incula una nave spaziale in fiamme!!!

Nella biografia parlate di MoRkObOt come di un dio alieno, una sorta di Galactus che impersona la vostra musica e di cui siete messaggeri. Un po’ come dire che la musica esiste prima e fuori di voi. Diteci del vostro rapporto con l’ispirazione, e del modo in cui “ricevete” la parola di Morkobot…
Non si tratta di ispirazione, MoRkObOt ci costringe a suonare questa musica orrenda!!! E guai a contraddirlo, le punizioni corporali da lui inflitte sono quanto di più doloroso si possa immaginare! L’arsenale di strumenti di tortura di MoRkObOt è praticamente infinito, noi abbiamo provato solo una piccola parte della sua malvagità… il resto toccherà a voi!

Cos’è esattamente il “Getal”, che MoRkObOt vi ha ordinato di portare sulla Terra?
Il Getal è semplicemente la ‘musica’ composta da MoRkObOt, non ha riferimenti nella musica terrestre, e a dir la verità non so che gruppi ascolti MoRkObOt nell’oscurità delle sue caverne infernali. Magari non ha neanche lo stereo… Non sappiamo molto del suo mondo, lui non ci considera all’altezza della conoscenza assoluta, tanto meno ci parla degli elettrodomestici di casa sua!

Circa le influenze dei MoRkObOt, abbiamo letto una sfilza infinita di nomi: dai Pink Floyd ai Primus, dai Neurosis a John Zorn, dallo stoner al math rock. Ed è tutto vero. A questo punto ci piacerebbe sapere cosa non influenza la vostra musica. Vale a dire: da cosa vi tenete alla larga quando componete, e quali direttive seguite?
Beh, quello che non influenza la nostra musica è quello che ci fa schifo… anche se non si sa mai effettivamente da dove venga l’ispirazione. Magari è tutto merito di Piero Pelù… chissà. In ogni caso cerchiamo di tenerci lontani anche dalle cose che apprezziamo, nel senso che se riscontriamo un’influenza troppo evidente in un brano lo lasciamo perdere, o lo cambiamo cercando qualcosa di più personale… che poi significa semplicemente qualcosa di più soddisfacente!

Nella scelta dei vostri nickname e nel modo di concettualizzare l’universo MoRkObOt, emerge chiaramente una buona dose di ironia e umorismo. Forse una critica ad un mondo, quello rock, che si prende spesso troppo sul serio?
Mah, onestamente del mondo rock ce ne sbattiamo i coglioni, non lo conosciamo e non ne facciamo assolutamente parte! Non è per tagliare corto, diciamo che seguo solo le cose che apprezzo e me ne fotto del resto… non approfondisco certo la merda… se penso a tutta la musica del cazzo, anche solo italiana, mi viene in mente l’infinito! Non vale la pena di perdere del tempo per capire le motivazioni e le radici della merda… è solo merda! Capito? Merda. AHHAHAHAHAHAHA! Adoro questa parola da sempre!!!

Seppure con le dovute differenze, il vostro stile sembra in qualche modo affine a quello di molte formazioni del “nuovo noise” su Load Records, in particolare quello di Lightning Bolt e  Noxagt. Ma anche al post metal psichedelico dei vari Isis, Shora e Pelican. Sono scene che seguite e che apprezzate? E quali altri artisti odierni considerati vicini ai Morkobot, per attitudine e visione d’insieme?
I Lightning Bolt mi piacciono molto, dei Noxagt mi piace ‘The Iron Point’, ma dal vivo… mmm…c’è di meglio. Gli Isis… così così, mi rompono un po’ i coglioni. I Pelican proprio non mi interessano… e poi ci sono già gli Isis, no?!?

Nelle parti più dure e convulse, come in quelle più ambient, la psichedelia sembra essere l’elemento preponderante della vostra proposta, quello che la caratterizza pienamente. Cos’è per voi la psichedelia, e cosa significa suonarla oggi?
Non ho un’idea chiara della psichedelica a livello di confini musicali. Più che altro mi piace pensare che non esistano. Direi comunque che si tratta di qualcosa che favorisce la perdizione, intesa come libero e prolungato viaggio di fantasia. Non abbiamo mai pensato ‘adesso facciamo psichedelia’ o ‘questo è decisamente psichedelico’. Abbiamo qualche problema con la terminologia musicale e la conoscenza dei generi, problemi di cui ce ne fottiamo altamente. Meglio suonare e produrre una cifra di roba che ti dà soddisfazione, piuttosto che pensare a cosa stai facendo e perché, no?!?

Ci ha colpito molto il fatto che utilizzate soltanto basso, batteria e synth, senza l’apporto di chitarre. Una scelta consapevole, oppure è semplicemente successo? Resterete fedeli a questa strumentazione, o pensate che prima o poi potreste trovarla limitante?
Beh, il primo disco “MoRkObOt” era interamante fatto con chitarra, basso e batteria, solo dopo abbiamo provato con i due bassi e ci siamo fermati qui… per ora. Come sonorità ci piace molto, anche se in “MoStRo” ci sono 2 pezzi con la chitarra e uno synth, drum machine e batteria. Spero in futuro di poter provare tanti strumenti diversi. Faremo sicuramente altre cose coi synth.

Da cosa è dettata la scelta di rinunciare alle vocals? Un modo per tenere incontaminata la musica o per semplificarsi la vita? Immaginiamo che abbiate provato con un cantante…
La voce rovina tantissimi gruppi che potrebbero essere validi. Inoltre trovo che il sentire parole umane, capirne il significato o anche solo riconoscerne la sonorità, non favorisca una percezione personale di una materia altrimenti meglio interpretabile, la musica.

Raccontateci dei vostri live show. Riuscite a replicare i suoni del disco?
Il disco è registrato interamente in diretta e volutamente senza sovra-incisioni, quindi i suoni che sentite sul disco sono semplicemente i nostri suoni. Dal vivo li sentirete solo ad un volume maggiore!!! Non riusciremmo a mettere in un disco una cosa che ci piace dovendo però rinunciare a farla dal vivo, col cazzo!!!

Quali sono i vostri album preferiti del 2006?
Pink Anvil, ‘La Stanza di Swedenborg’ dei Vanessa Van Basten, ‘Before And After Dinner’ dei Rosalina Mar, “The Gliding Clerks” dei The Gliding Clerks.

Se MoRkObOt fosse un film, che film sarebbe? E se fosse un fumetto?
Se fosse un film, sarebbe un bastardo figlio di Tetsuo, Il Giorno degli Zombi e Anche i nani hanno cominciato da piccoli. Se fosse un fumetto, sarebbe qualcosa di Moebius e Jodorowsky.

Come pensate che si evolverà il Morkobot sound nelle prossime release?
Boh! Ma mi piace pensare che si evolverà!

 

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