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I, VOIDHANGER MAGAZINE - INTERVISTA


ESSI  VIVONO...
di Voidhanger

Dati alla mano, Jus Oborn è nel giro rock da circa quindici anni, prima con Thy Grief Eternal ed Eternal, poi sotto le illustri insegne degli Electric Wizard, la più oscura, dopata e pesante doom band del pianeta, l’unica in grado di rivaleggiare con gli Sleep. Per lo Stregone Elettrico oggi è tempo di consuntivi, complice la ristampa completa dell’intero repertorio ad opera della label di sempre, Rise Above Records. In compagnia dello stralunato Oborn (e con un breve intervento della chitarrista Liz Buckingham), ripercorriamo le tappe più importanti del viaggio di questi crononauti, gettando uno sguardo anche sul loro futuro.

Jus, sono passati 10 anni dalla pubblicazione di "Electric Wizard", ma siete cambiati davvero poco, mentre intorno a voi si succedevano i trend più diversi...
Quello del doom è l'unica strada che conosco. Non sono informato sulle mode e sui trend musicali, la cosa non mi interessa assolutamente. Traggo ispirazione da altre cose, non da altra musica.

In tutti questi anni siete rimasti fedeli non solo a voi stessi, ma anche alla Rise Above di Lee Dorrian...
Conosco Lee Dorrian da lungo tempo, da prima che formassi gli Electric Wizard. Lo conosco dai tempi dei Napalm Death, per cui lui è stato sempre al corrente dei miei progetti musicali. Lavorare con un'etichetta che condivide le stesse idee e la stessa visione del doom è stato molto importante, non credo che altrimenti gli Electric Wizard sarebbero esistiti. Non vedo altre label capaci di tollerare la mia attitudine anti-convenzionale e anti-professionale.

All'inizio eravate probabilmente influenzati dai primi Cathedral e dalla nascente scena death-doom. Poi l'incontro con Tim Bagshaw e Mark Greening. Com'è avvenuto?
Sì, all'inizio abbiamo suonato death metal per un po', ma poi ho capito che i riff lenti e pesanti mi interessavo di più. Ho conosciuto Tim per il tramite di suo fratello, era un momento in cui gli Eternal si stavano trasformando in un gruppo di merda a causa delle influenze grunge fatte filtrare da alcuni componenti del gruppo. Quindi Tim e Mark mi contattarono per una jam. In comune avevamo l'amore per la marijuana, l'heavy rock dei '70 e i film horror a basso costo.

Da lì alla realizzazione del primo full-length il passo è breve. "Electric Wizard" suona sostanzialmente come un sentito omaggio ai Black Sabbath, con solo qualche accenno a quel che sarebbe venuto dopo...
Yeah, era pura adorazione dei Black Sabbath al 100%. E' quello che all'epoca ci piaceva, tipico doom sabbathiano. Ricordo che cercammo anche di abbigliarci come loro, indossando flares e croci, haha... e in effetti lo faccio ancora!

Nelle note di quel disco ringrazi la marijuana per essere "un pozzo d'ispirazione senza fondo", mentre su "Come My Fanatics..." omaggi la cocaina e l'acido lisergico. Fuggire dalla realtà ti piace proprio tanto...
Il fatto è che quando iniziammo a suonare eravamo tutti disoccupati e annoiati. Vivevamo in un posto molto noioso, una di quelle cittadine sonnolente e molto noiose... ma i funghi magici erano davvero abbondanti da quelle parti! Lì li si inizia a prendere ben presto, sin da giovanissimi...

La passione per le droghe ti ha causato però parecchi problemi. Non hai persino dato alle fiamme un'auto della Polizia che ti pedinava?
Sì, ed è successo anche ben altro, per via di certe nostre idee rivoluzionarie. Eravamo una heavy metal gang à la Baader-Meinhoff!

D'altronde ho sempre avuto l'impressione che tu fossi una specie di freak, un po' come il protagonista di quel famoso pezzo dei Saint Vitus, "Born Too Late". E' così che ti senti?
Quella canzone è il mio inno personale! Ma a volte mi sento più vicino ad un personaggio dell'era vittoriana, sogno spesso di orologi e macchine del tempo. Forse mi sono perso nelle pieghe del tempo a causa di un esperimento, di un viaggio temporale andato male. Non mi sento di appartenere a niente, e nessuno ha interesse a parlarmi, a meno che non si tratti di argomenti attinenti alla band. Sono un outsider.

Un po' come H.P. Lovecraft e Robert E. Howard (il creatore di Conan - nda), due tra le tue più note e durature fonti d'ispirazione insieme ai fumetti e al cinema horror di serie B. Come sono nate queste passioni?
Sì, sia Lovecraft che Howard si sentivano ed erano fuori posto nel loro mondo, ed anche loro pensavano di appartenere ad epoche diverse. Infatti hanno cercato una via di fuga dal loro tempo creando altri mondi. Credo che anche certi fumettisti underground e certi registi condividano questa stessa visione misantropica. Odiano così tanto questa realtà da sentire l'impellente bisogno di creare nuovi mondi dove le loro menti possano abitare. Con gli Electric Wizard cerco di raggiungere lo stesso obiettivo. Sì, gli Electric Wizard sono una dimensione alternativa, il mio mondo parallelo.

All'inizio degli anni '90 in Inghilterra c'erano un sacco di doom band interessate alla psichedelia. Cathedral a parte, ricordo chiaramente gruppi come Acrimony, Mourn e Our Haunted Kingdom, poi ribattezzatisi Orange Goblin. Ma anche i Lid di Eric Wagner dei Trouble e Danny Cavanagh degli Anathema, che approfondirono certi spunti pinkfloydiani già presenti nelle rispettive band. Poi gli Acrimony svilupparono del tutto le loro tendenze psych nel capolavoro "Tumuli Shroomaroom", coniando essi stessi i termini di "hippie-doom" prima e "stoner rock" poi. Qualcosa d'importante stava sicuramente accadendo. Quel clima vi ha ispirato, in un modo o nell'altro?
Decisamente sì, credo che fosse qualcosa di tipico di quel periodo. Adesso sembra tutto molto "cheesy", ma a quel tempo era qualcosa che andava contro le mode, qualcosa di anti-trend, per questo a molti di noi l'idea piaceva. Erano appena finiti gli anni '80, così sterili e avversi alla musica dei Seventies. Allora tutti odiavano i Sabbath, non come adesso che Ozzy è un nome rispettato. Perciò la nostra fu una reazione a certo death metal ormai moribondo e con produzioni leccate, oltre che a certa merda "cock rock".

Nel 1997, con "Come My Fanatics...", gli Electric Wizard perfezionano il proprio stile. A riascoltarlo oggi, in quei suoni di chitarra c'è anche il seme del drone doom che ora va per la maggiore, con quelle atmosfere ambient-trance che caratterizzano i dischi di Sunn 0))), Khanate e Teeth Of Lions Rule The Divine...
Direi di sì. Usammo un sacco di amplificatori in studio, il suono delle chitarre era totalmente fuori controllo. Ho sempre voluto quel tipo di sonorità drone per le chitarre, ho sempre pensato che fosse profondamente psichedelico, eppure oscuro e alienante. A originare quel sound furono di sicuro gli Earth e i Melvins, però.

In quel disco, lo strumentale "Ivixor B/Phase Inducer" era un interessante esperimento elettronico che mi ha ricordato il krautrock di Tangerine Dream e Klaus Schulze. Perché non lo hai più ripetuto? E hai mai pensato di realizzare un disco più etereo, in linea con lo stile di quel brano?
Sono molto influenzato dal krautrock, e quello fu esattamente una specie di tributo a quelle band. Spero di registrare ancora altra musica di quel tipo, ma di sicuro non un intero album. Penso che suoni meglio se inserito all'interno della cornice di un album degli Electric Wizard. Ma, sai, non ho mai avuto regole su come debba suonare un nostro disco, è giusto sperimentare!

Quando venne pubblicato "Dopethrone", nessuno si aspettava un disco talmente pesante e oscuro, tanto che non sorprende che alcuni vi abbiamo visto connessioni col black metal. E' un paragone che ti piace?
Beh, il titolo è proprio un gioco di parole riferito ai Darkthrone. Amavamo l'ondata black metal dei primi anni '90, era così grezza e anti-commerciale. Come se le band della mia infanzia - Bathory, Possessed, etc. - fossero tornare in vita. Io e Tim discutevamo sempre se fossero meglio i Darkthrone o Burzum! Ma ovviamente tutto si trasformò ben presto in un gay-trend con stupide tastiere, e noi perdemmo interesse...

A quel tempo parlai della vostra musica in termini di "black psychedelia", una sorta di inversione blasfema della musica lisergica dei '60 e dei '70. Non i trip mentali degli hippie, con i loro fiori, i colori sgargianti e le "buone vibrazioni", ma un viaggio oscuro e pericoloso, con chitarre che risucchiavano l'ascoltatore in abissi interiori. L'unico trip psichedelico possibile in tempi viziosi e disillusi come i nostri?
Sì, esattamente, credo che tu abbia l'abbia descritto a perfezione. Ho sempre preferito un brutto trip, pieno di sangue e satanici piani di distruzione, perché visivamente sono molto più attraenti e soddisfacenti delle classiche visioni hippie! Lo sai, i Sixties hanno fallito, pace e amore non sono la risposta, la soluzione. La violenza e la rivoluzione sono gli unici modi di reagire a questo fottuto mondo moderno!

Per molti, me compreso, "Dopethrone" è il vostro capolavoro, oltre che il disco più psichedelico. Altri hanno invece apprezzato di più il successivo "Let Us Prey", decisamente meno violento e heavy. Una scelta consapevole?
No, non esattamente. Nessuno dei nostri album viene programmato in partenza. Però ho intenzione di battere "Dopethrone" realizzando un disco ancora più pesante e psichedelico.

Benché non propriamente attivo, in quegli anni esisteva solo un altro gigante del doom psichedelico in grado di rivaleggiare con gli Electric Wizard: gli Sleep. Che ne pensi di loro?
Una delle mie band preferite. Al Cisneros è un genio! Vorrei che avesse potuto jammare coi Wizard...

Quello è il sogno bagnato di molti dei vostri fan. Che restarono di stucco quando seppero della fuoriuscita di Mark e Tim dalla band. Cosa successe esattamente?
Mark fu il primo ad andarsene, voleva lasciare perché ha sempre odiato il doom e suonare lento. Tim se n'è dovuto andare perché era un pazzo fottuto, uno schizofrenico. Non era divertente!

Come hai reclutato la chitarrista Liz Buckingham e gli altri componenti della band?
Erano tutti amici miei e della band da prima che la line-up originale si sciogliesse. Il bassista Rob ci faceva da roadie, ad esempio, mentre Justin Greaves avrebbe dovuto rimpiazzare Mark alla batteria già da lungo tempo, ma Mark pregava e supplicava ogni volta di dargli un'altra chance. Liz la conoscevo da anni, avevamo anche programmato di creare un side-project dove suonare insieme. Il nostro stile è molto simile, perciò fu logico coinvolgerla nei Wizard.

Liz, hai fatto parte di 13 e Sourvein, due doom band con una forte componente southern. Sei stata testimone della nascita dello sludge doom, con band come Eyeahategod, Buzzov'en, Grief, Cavity e più recentemente Weedeater, Beaten Back To Pure, Floor, Dove, Mugwart, Rawke e molti altri. Pensi che gli Electric Wizard siano stati un'influenza per questi gruppi, ad un certo punto? Cosa pensano gli Americani dei cugini doom inglesi, e quali le differenze?
All'inizio, tra il 1991 e il 1994, nessuno in America aveva ancora sentito parlare degli Electric Wizard, personalmente li ascoltai alla fine dei '90. Quindi non furono un'influenza per nessuna delle vecchie band, ma lo furono sicuramente nell'era della Man's Ruin (label specializzata in doom e psichedelia heavy che ha segnato indelebilmente la scena stoner sul finire dello scorso decennio - nda). L'America impazzì quando vennero in tour la prima volta, e molti gruppi iniziarono ad imitarli, ma nessuno c'è mai riuscito fino in fondo. Gli Electric Wizard hanno un suono davvero difficile da replicare. E, sì, è un suono molto "inglese", come i Sabbath presi da un brutto trip acido. Il doom britannico è più minaccioso, forse per la mancanza del sole. Il vero doom americano è molto simile, mentre lo sludge è una musica americana con elementi doom. Ma il doom e lo sludge oramai vengono da qualunque luogo. Più è noioso e opprimente, più la musica sarà doom. Sembra che funzioni in quel modo. Ogni area ha un suo suono ben preciso, che ha a che fare con la geografia e con la vita da quelle parti... New Orleans, Maryland, San Francisco, New York e New England hanno sfornato gruppi con caratteristiche distintive tipiche di quelle parti.

"We Live" è stato un altro grande album, nonostante fosse il primo di una line-up totalmente rinnovata. Jus, è stato facile collaborare con una seconda chitarra? E in che modo sono cambiati gli Electric Wizard?
Come ho detto prima, io e Liz scriviamo allo stesso modo e abbiamo il medesimo stile. Inoltre, tutto il mio materiale è pensato e creato per essere suonato da due chitarre, per cui si è trattato di un cambiamento naturale. Adesso siamo molto più pesanti, specialmente dal vivo.

Abbiamo passato in rassegna la maggior parte della vostra discografia. C'è però un disco che ti piace di più e a cui ti senti particolarmente legato?
Uh, il mio preferito è probabilmente "Come My Fanatics...". E' pesantissimo, con una produzione davvero sporca per quei tempi, e con Tim e Mark ancora ci piacevamo quando lo registrammo. Fu una faccenda di amplificatori, volumi a picco, droghe, droghe e ancora droghe... sì, nel fare quel disco mi sono proprio divertito.

Ho notato che non avete mai registrato una cover, ma sono convinto che il vostro stile si presterebbe ad interpretazioni molto originali. Si tratta di una vostra scelta?
Suoniamo qualche cover durante le prove, ma non le abbiamo mai registrate. Ho sempre progettato di realizzare cover delle colonne sonore di film horror, e infatti la nostra prossima release sarà un 12" contenente la cover di "Shiver Of The Vampires", che sarà anche un tributo ad un fumetto italiano dei '70, Zora La Vampira.

Jus, hai recentemente prodotto il debut-album dei Moss. Come giudichi quest'esperienza? Ci sono altre band che ti piacciono?
Produrre i Moss è stato grande, sono così freddi e morbosi. Mentre registravamo fuori è ghiacciato. Volevo solo aiutarli a catturare il loro sound grezzo. Molti studi di registrazione sono troppo gay per registrare una band come i Moss. Non ascolto molto le nuove band. Mi piacciono Witchcraft e Unearthly Trance, e Blood Ceremony e Danava sono buoni gruppi underground.

Cosa stai ascoltando ultmamente? Quali sono i cinque album più gettonati?
Formula 3, "Dies Irae" (1971); Necronomicon, "Tips Sum Selbstmord" (1972); Om, "Conference Of The Birds" (2006); Serge Gainsbourg, "Histoire De Melody Nelson' (1970); Reverend Bizarre, "Return To The Rectory" (2003).

So che state lavorando ad un DVD. Cosa conterrà?
E' un po' un segreto, non si tratterà del solito DVD, ma piuttosto di un film/performance, una sorta di "Live At Pompeii" dei Pink Floyd mischiato coi Monkees... aspettate e vedrete! Ci saranno omicidi, musica e donne nude che si drogano insieme a Satana!

A quando un nuovo disco? E cosa puoi anticiparci?
Al momento siamo in una fase di pre-produzione, probabilmente finiremo per fine anno. Sarà esageratamente "over the top". Di sicuro sarà più psichedelico e heavy di "We Live". L'idea è di realizzare un'invocazione occulta, pertanto dobbiamo mettere a punto tutta una serie di dettagli, prima di che il lavoro possa dirsi pienamente riuscito. Ma sta prendendo forma. La gente si dovrebbe spaventare, e anche molto!

 

 

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