OBSCURE METAL UNDERGROUND & VULTURE CULTURE
I, VOIDHANGER MAGAZINE - INTERVISTA

GOD VIBRATIONS: IL POTERE MISTICO DEI SUONI


BRING ME THE HEAD OF THE BAPHOMET...
di Voidhanger

 

Unicità e delirio! Le parole usate più avanti da Mord non lasciano dubbi circa la natura totalmente 'out of control' dei Caput LVIIIm, progetto che il chitarrista dei Tronus Abyss condivide con la maggior parte dei necrodoomsters Malasangre.
Nei 30 minuti di "Resurgent Atavism", unico brano all'attivo, la band riscrive in senso ambient-drone lo space doom degli Electric Wizard, tingendolo di black metal e aggiungendo anche un'importante componente occulto-esoterica, esplicitata tanto a livello concettuale quanto a livello musicale.
Impressionante è infatti la mole di suoni ed effetti che avvolgono le melodie cosmiche di "Resurgent Atavism" e che agiscono sulla mente come interruttori psichici, "accendendo" conoscenze e ricordi sopiti da millenni. Forse gli stessi che hanno permesso a Lovecraft di descrivere quegli scenari di orrore cosmico per cui è diventato famoso e di cui in un tempo lontanissimo l'uomo potrebbe essere stato testimone.
Al momento ancora inedito, il brano troverà posto su una compilation tematica top-secret che, secondo indiscrezioni, coinvolgerà nomi importanti della scena doom underground.
Intanto, rapiti dalle atmosfere ultra-psichedeliche di "Resurgent Atavism", non abbiamo resistito alla tentazione di indagare più a fondo sui Caput LVIIIm, nero abisso destinato ad inghiottire tutti gli appassionati di heavy-psych doom.

Come nasce il progetto Caput LVIIIm, e con quali obiettivi?
FN - CAPUT LVIIIm nasce tra il 2004 e il 2005 per volere di FN, che da subito coinvolge RC e Mord. Durante il 2005, prima MV e poi MW (singer dei Necroart) si uniscono al progetto. Trai primi mesi del 2006 e la fine dell’anno, la versione definitiva di "Resurgent  Atavism" viene alla luce. L’obiettivo è da subito quello di preparare un pezzo per una compilation-split con altri gruppi, pur non sapendo chi avrebbe partecipato di preciso e quando sarebbe stata pubblicata. Ci si è basati sulla fiducia incondizionata verso chi ha deciso di occuparsi di questa uscita. Non se ne è parlato nei dettagli e non se ne parlerà finché lo split non vedrà la luce, come da accordi. Il nostro compito è stato solo quello di lavorare sulla canzone nel miglior modo possibile, senza pretendere inutili anticipazioni; in questo senso il CD sarà una sorpresa anche per noi.
Mord - Il progetto Caput LVIIIm nasce dall’idea di alcuni membri dei Malasangre, i quali grazie al batterista FN mi contattarono più di due anni fa. Ho apprezzato parecchio i loro lavori, l’ultimo CD è incredibile, molto, molto personale! Nel tempo si è instaurata un’amicizia, così spedii a FN un CD con alcuni miei pezzi mai pubblicati, più che altro, embrioni di canzoni… ed un giorno ricevetti una mail nella quale mi veniva chiesto se volevo partecipare al progetto Caput. Ho accettato con molto entusiasmo, per me si presentava una duplice sfida, suonare con altre persone, all’infuori del “solito” giro, quindi confrontare le proprie idee con altri musicisti. E poi, in secondo luogo, affrontare uno stile per me nuovo, non dal punto di vista del mero ascoltatore, questo è ovvio… ma esporsi in prima linea è stato interessante. L’obiettivo per me rimane sempre quello di creare musica con una propria identità, l’ascoltatore dovrà sempre rimanere spiazzato, ma deve anche comprendere subito che sta ascoltando i Caput LVIIIm… unicità e delirio!!  

Sappiamo che alla band partecipano musicisti che già militano in altre formazioni, anche se da parte vostra il riserbo è massimo. L’idea di un gruppo senza identità vi garantisce forse maggiore immedesimazione nel clima che si respira nei Caput LVIIIm?
FN - In realtà il riserbo è massimo tra alcuni di noi, perché nessuno dei membri della mia zona ha mai incontrato Mord e io l’ho fatto unicamente “in rete”, ma non significa che non si è potuta stabilire un’ottima intesa, anzi.
All’inizio non abbiamo nascosto che membri dei Malasangre avevano intrapreso il progetto CAPUT LVIIIm e sono state pubblicate due o tre interviste (di cui una cartacea) in cui se ne parlava, insieme a una news su un’altra ‘zine e alla biografia su myspace. Forse si sentiva la necessità di motivare l’inattività dei Malasangre dicendo che avrebbero ripreso una volta portato a termine l’impegno con CAPUT LVIIIm; in realtà abbiamo ripreso da un anno e la sovrapposizione non ha causato particolari rallentamenti. Chi si avvicinerà a CAPUT LVIIIm non verrà informato direttamente sulla line-up, ma avrà comunque la possibilità di scoprire chi ci suona, se lo desidera.
Mord - Nessuna forma di presunta superiorità…né finzioni true evil… concentriamoci sulla musica, questa è l’essenza di tutto. In un mondo, quello della musica “estrema”, fatto tanto di immagine, la scelta di non avere un’immagine può essere controproducente, come al solito mi trovo a remare contro… ma preferisco scremare i possibili ascoltatori. Pochi, ma buoni. Poi non ho mai creato una mia immagine, né con Caput LVIIIm, né con Tronus Abyss.

A proposito, cos’è il Caput LVIIIm da cui avete tratto il nome?
Mord - Vorrei che l’ascoltatore fosse invogliato in una ricerca autonoma del significato… o meglio, dei suoi molteplici significati. Da parte mia posso elencare vari collegamenti. Il culto Baphomettiano dei templari, il codice Atbash, i sottili legami che portano all’alchimia, quindi al "caput mortuum", per arrivare alla gematria, una delle tre basi per celare la conoscenza esoterica con la temurah ed il notariqon… i numeri creano un gioco infinito…un piccolo esempio può essere questo: l’iscrizione originale era Caput LVIIIm trasliamo la “m” finale, spostandola all’inizio, ed eliminiamo a.p.u.t., così avremo MCLVIII, ovvero 1158: 11, il numero divino della terra, bianco, la purezza.; 58, il numero di Marte, il rosso. In un periodo storico in cui l’uomo e la terra erano al centro dell’universo, è probabile pensare che i templari avessero delle informazioni sulla diversa disposizione della terra nel sistema solare, com’è altrettanto probabile che impararono le basi della gematria dagli ebrei, assegnando numeri alle lettere dell’alfabeto per celare le loro conoscenze.
FN - CAPUT LVIIIm è il nome attribuito a ciò che è stato ritenuto un idolo e compare in un capo di imputazione ai Templari durante la violenta repressione dell’ordine avvenuta per opera del Re di Francia e dalla Chiesa Cattolica. E’ innegabile che vi siano motivazioni politiche ed economiche dietro a un simile gesto, ma è altrettanto innegabile che i Templari seppero unire l’ideale ascetico del Cristianesimo a un ideale guerresco, in cui la guerra assumeva un carattere liberatorio . Si trattava di un ordine fondato su una dottrina interna e con un forte carattere iniziatico: emblematica è la richiesta che veniva fatta all’iniziato di camminare sulla croce per dimostrare la capacità di andare oltre la forma più exoterica e costrittiva del Cristianesimo, cioè la cristolatria (“…Et  post crux portaretur et ibi diceretur sibi quod crucifixus non est Christus, sed quidam falsus propheta, deputatus per iudaeos ad mortem propter delicta sua…”). Il CAPUT LVIIIm, secondo varie teorie, avrebbe potuto essere il Baphomet, una maestosa figura aurea, una vergine, un vegliardo coronato, una figura bifronte o androgina, una testa animalesca d’ariete. E' importante specificare che in nessun caso si tratta di un idolo, ma di un simbolo, avente cioè un significato che va al di là dell’oggetto, che non si esaurisce nell’oggetto in sé. Naturalmente il CAPUT LVIIIm, proprio perché simbolo, trascende la dimensione templare ed è facile trovare riferimenti ad esso sia anteriori che posteriori al 1300 in varie tradizioni.

Quali concetti e teorie si celano dietro il titolo di “Resurgent Atavism”?
Mord - A questa domanda dovrebbe rispondere l’autore del testo, non vorrei creare malintesi all’interno del gruppo!!! A parte gli scherzi, molti scrittori hanno fatto propria l’idea che la terra fosse abitata prima dell’arrivo dell’uomo, da entità extraterrestri, dotate di poteri soprannaturali che hanno fortemente influenzato il nostro mondo, e che lo influenzerebbero tutt’oggi. Basti pensare ai racconti di Lovecraft o a Crowley… Ma la domanda è: Lovecraft era solo un sognatore dotato di una vivida immaginazione, o involontariamente, durante il sonno, dimensione sconosciuta, poteva accedere ai tunnel del Meon ed incontrare i Loa? Molte tradizioni occulte affermano che non siamo i soli a popolare la terra… lo stesso Spare, fautore di profondi studi esoterici guarda caso legati agli “atavismi risorgenti”, dichiarò di aver avuto contatti con forme di vita extraterrestri.
FN - Non ci sono grandi pretese dietro il titolo e nel testo, se non un tentativo di omaggiare l’opus di quello straordinario scrittore che è Lovecraft. Non c’è ricorso a teorie sul cosmo, sul tempo e lo spazio o sull’occulto, ma si è voluta semplicemente sviluppare una sorta di fiction dove l’atavismo che risorge è quello che ha ripercussioni sull’aspetto fisico e in seguito sulla sfera spirituale, quello che porta alla conoscenza del sé e a dare prova di sé, è per questo motivo che non c’è orrore o disperazione, ma una serena accettazione del proprio destino. La pazzia, l’orrore provato da molti personaggi lovecraftiani sono reazioni da esseri umani, la cui mente non è adatta a penetrare un tipo di realtà diversa da quella che si presenta ai loro occhi.

Raccontateci nei dettagli la genesi del brano, e soprattutto i momenti salienti che hanno ne hanno determinato una così forte identità…
Mord - Quando ricevetti le prime registrazioni del pezzo, molto grezze, intuii subito che mi trovavo di fronte a qualcosa di molto valido, il pezzo emanava già forti vibrazioni, la sfida per me è stata proprio suonare su una base non creata da me. Può sembrare strano, ma era la prima volta che mi confrontavo in questa maniera con altri musicisti. Con Tronus Abyss abbiamo un modo di comporre diverso, quindi mi sono dovuto “adattare” al loro modo di concepire la musica, ed allo stesso tempo ho voluto mantenere la mia identità, in maniera totale… e penso di esserci riuscito. Ho portato il mio bagaglio di black, di stoner, di doom, l’ho miscelato con quello dei miei colleghi e "Resurgent Atavism" è il risultato.
FN - Sono stati necessari quasi due anni per completare "Resurgent Atavism". I motivi di una così lunga gestazione sono stati essenzialmente i nostri tempi fisiologici necessari alla creazione di riff e arrangiamenti, e la fase di lavorazione a registrazione ultimata. Diverse versioni più grezze sono state oggetto di critico ascolto durante questo periodo. Anche se innegabilmente promettenti, sono state fortunatamente interpretate come un punto di partenza e non di arrivo, in modo da rendere possibile una lenta, ma continua evoluzione (pessima parola).
Parecchio tempo hanno richiesto riflessioni sull’uso o meno della voce, su dove collocarla nel pezzo e su quali tipi di voci lavorare. Non da ultimo, il reperimento e il settaggio degli effetti è stato lento e laborioso. La fase di registrazione delle parti musicali ha richiesto poco tempo, mentre la fase di produzione è stata a dir poco estenuante perché, malgrado la preparazione e la competenza di un amico che si è prestato come fonico, l’esperienza di registrazione casalinga era ben poca. Non è stato facile trovare un suono globale che non penalizzasse troppo il singolo strumento, né è stato facile gestire più di una dozzina di livelli di suono (non eravamo nuovi a esperienze di questo tipo, ma erano state affrontate in uno studio di registrazione vero e proprio).
Pur essendo un prodotto Lo-Fi, siamo soddisfatti della resa sonora ed è facile rimanere avvolti dalla complessità del suono senza trovare difficoltà nel concentrarsi su un singolo strumento o su una parte noise, se lo si desidera. Il punto di forza di "Resurgent Atavism" sta nell’essere molto compatto e allo stesso tempo intricato, in modo che ad ogni ascolto possa essere notato un particolare in più.
Non avendo scadenze, ognuno è stato libero di dedicarsi al proprio lavoro prendendo tutto il tempo e le energie necessarie. Il lavoro a distanza con Mord non ha creato nessun tipo di problema e nessuna collaborazione avrebbe potuto essere più proficua (questo lo si sapeva a priori). Personalmente, in questi due anni ho avuto la sensazione che CAPUT LVIIIm fosse in fondo a un tunnel e si trattava solo di raggiungerlo quando il suo tempo sarebbe venuto.  

Immaginiamo che la scelta di un brano lungo 30 minuti sia frutto di una naturale elaborazione di riff e melodie… oppure ritenete che per esprimere certi concetti occorra spazio?
Mord - Quando ho saputo che il pezzo durava trenta minuti non ero preoccupato, ma un po’ turbato. Un mio progetto black metal, Kaly Gandaky, materiale che hanno sentito poche persone, dura esattamente trenta minuti… ma sono otto pezzi!!! Ora credo che sia la lunghezza giusta per poter esprimere appieno il potenziale di un pezzo come "Resurgent Atavism", il suo crescendo, l’insinuarsi delle melodie che alternano sprazzi di oscurità ad aperture che sfiorano lo space ambient rivisitato in chiave drone… il tempo in sé perde di significato, poi un gruppo come gli Sleep ed il loro album "Jerusalem" la dicono lunga...
FN - L’idea iniziale era quella di non superare i venti-ventidue minuti ma l’aggiunta di intro e outro e la velocità inferiore con cui si è deciso di suonare il pezzo durante la registrazione hanno fatto sì che la soglia prevista venisse abbondantemente superata. Allo stato attuale non sappiamo se ci saranno modifiche nella durata di intro e outro, ma la parte “suonata “ non verrà in alcun modo alterata.
"Resurgent Atavism" di oggi ha delle ritmiche meno piatte rispetto alle prime versioni, tanto che il pezzo si può vedere come una parte centrale in cui arrivano e ripartono due lunghi crescendo, il secondo dei quali contiene il finale dove si raggiunge il momento di massima tensione. Da questo punto di vista potrebbe essere la struttura di un pezzo di tre minuti che potrebbe anche funzionare; forse siamo stati prolissi, ma un brano così breve probabilmente non sortirebbe lo stesso effetto.

In “Resurgent Atavism” si respira un senso di grandeur cosmica che conduce a profonde riflessioni. Al di là delle melodie maestose, crediamo che molta della vostra attenzione sia stata riservata ai suoni e alla produzione. In che modo pensate che possano influire con la percezione della realtà… ed eventualmente con quella di realtà superori e “invisibili” ai comuni sensi?
Mord - Alla produzione hanno pensato i ragazzi, in maniera molto professionale. Io ho fama di “istintivo”. Magari ho grandi idee, ma le registro con suoni orrendi… non mettetemi dietro un mixer, non sono in grado. La musica di per sé è misticismo, basti pensare ai mantra ripetuti per raggiungere il Samadhi, ai tamburi sciamanici, mezzo dall’incredibile potenziale per entrare in contatto con entità superiori… e per controparte i moderni “tamburi” della techno trance, suoni creati per distogliere l’ascoltatore dalla realtà e catapultarlo in altre realtà ugualmente tangibili a quella che siamo costretti ed abituati a vivere quotidianamente.
FN - Pur non avendo né le conoscenze né forse i mezzi necessari per creare della musica che abbia un qualche effetto “psicoattivo” sull’ascoltatore, e consci del fatto che l’evasione fine a se stessa non porta ovviamente a nessun livello superiore di percezione, non nascondiamo che l’ascolto di CAPUT LVIIIm può essere un'esperienza interessante e intensa, perché in "Resurgent Atavism" coesistono parti noise e delle ottime melodie. Volendo visualizzare le emozioni che si provano all’ascolto si potrebbero accostare scenari angoscianti e stupore di fronte ad una bellezza difficilmente decifrabile, con un equilibrio spostato da una parte o dall’altra secondo quelle che sono le caratteristiche dell’ascoltatore.
MV - E’ innegabile che certe sonorità e rumori possano ampliare l’effetto ipnotico e trance di certa musica e proprio per questo motivo si è cercato di non sottovalutare questo aspetto durante la creazione e produzione di "Resurgent Atavism". Oltre ad un discorso prettamente “di melodia”, abbiamo cercato di ottenere questi effetti lavorando su parti noise e sulle oscillazioni a basse frequenze dei synth.

Il vostro stile ha certamente radici nel doom metal, ma interpretato in senso “space”, come già fatto in passato formazioni quali Electric Wizard, Acrimony, primissimi Orange Goblin, Sons Of Otis e parecchie altre band solitamente ricondotte allo stoner rock. In cosa ritenete di essere diversi rispetto ai gruppi citati? 
Mord - I gruppi da te citati, in particolar modo gli Electric Wizard, per me sono dei maestri!! Quindi ho avuto la fortuna di far mie le lezioni di questi maghi, reinterpretandole in maniera, spero, personale. Credo che il progetto Caput LVIIIm abbia un’impronta più black, in fondo gran parte del mio bagaglio attinge a quel genere, i riff di chitarra rispecchiano esattamente quello che cerco di esprimer a parole!! Caput LVIIIm esprime sentimenti più cupi.
MV: Di sicuro hai ragione a dire di sentire una certa atmosfera lenta e lisergic, ed è normale data la provenienza musicale di alcuni membri di Caput LVIIIm, però il tutto riletto in una chiave più black metal rispetto ai gruppi citati. Sia il testo che i suoni sono volti a rappresentare una visionaria malvagità in maniera ritualistica…  

Da qualche parte nell’artwork di un famoso album degli Hawkwind, “In Search Of Space”, è scritto: “L’uomo è il più piccolo e completo cosmo in questo universo. Dentro di lui stanno la Natura e gli elementi. Egli contiene la sostanza del sistema solare e le energie delle stelle. Egli è un microcosmo dell’Assoluto.” Commenti?
Mord - L’uomo è frutto di una combinazione di elementi, tutti quanti riscontrabili nel sistema solare… siamo i cosiddetti “figli delle stelle”…cerchiamo segnali di altra vita nello spazio, inconsciamente per non sentirci così soli, sperduti in questo “piccolo” sistema solare… Se gli alieni ci guardassero credo che ci troverebbero alquanto contradditori…così affannati nell’inseguimento quotidiano del nulla, così cattivi… cattivi dentro, avidi, ed a volte capaci di amare qualcuno più di noi stessi… l’universo da un po’ un senso di vuoto, riscontrabile in musica in album come “The Place Where The Black Stars Hang” o “Metavoid” di Lustmord, quando ascolti questi dischi ti poni delle domande alle quali non puoi trovare risposta…dove stiamo andando? Dove sta andando l’universo stesso, perché avrà uno scopo tutto questo “esistere”!! non può essere tutto così casuale, nascita morte…spero di ritornare all’essenza stessa dell’esistenza, nella coscienza globale, nel fluire del tutto…e devo ammettere che Jodorowsky su questi argomenti ha avuto una grande influenza sul mio modo di pensare.
FN - Non saprei quale genere di considerazioni ha portato a formulare quel pensiero, né se si tratta di una citazione, ma è difficile commentare qualcosa che sembra essere una perfetta sintesi e allo stesso tempo il punto di partenza di un discorso, di un percorso di studio pressoché infinito. Si può provare a commentare questa frase  citando Olimpiodoro: “Tutto ciò che possiede il macrocosmo, anche l’uomo lo possiede.” Similmente Böhme afferma che l’uomo “è il centro in cui tutto ha fine: racchiude la quintessenza di tutto l’Universo. Partecipa alle virtù e alle proprietà di tutti gli individui.” V’è da dire che l’uomo in questione non è uno qualunque, ma è l’uomo vero, che assume la funzione di mediatore tra Cielo e Terra, tra i quali è sempre stato rappresentato, soprattutto nella Tradizione orientale.
Dal momento che l’uomo si muove nella manifestazione, nel “caos vivo”, egli contiene forme meno pure dei Principi Universali (che assumono i nomi più disparati: essenza e sostanza universali, yin e yang, zolfo e mercurio in forme pure); il mediatore è colui che ottiene la pienezza dello stato umano (si veda il sigillo di Salomone o la stessa Croce), colui nel quale i Principi sono in equilibrio tra loro. Nel simbolismo massonico, tra Cielo e Terra (compasso e squadra) si trova una stella a cinque punte (dove “5” è detto essere il numero del microcosmo) entro cui si trova l’uomo vero, il mediatore, che sa situarsi nel mezzo e non risente in questo modo dei movimenti della Ruota Cosmica.
Plotino nelle Enneadi ritiene che “Vi sono in noi energie analoghe a [queste] potenze dei diversi pianeti”. Dentro di noi ci sono capacità incredibili, ma vanno risvegliate una volta che ci si è resi conto della loro esistenza. 

Oggi si fa un gran parlare di drone metal, e più in generale di musiche che usano sonorità espanse e altamente visionarie. Tutto sembra una rielaborazione moderna e attuale della musica psichedelica, che dunque è concetto sempre più ampio e privo di confini ben definiti. Vi considerate anche voi un gruppo “psichedelico”? E cosa significa per voi questo termine?
Mord - Per me la psichedelica è sperimentazione, tutti i riff che creo vengono fuori di getto, non c’è nulla di studiato a tavolino, non sono assolutamente un tecnico dello strumento, non so nulla di tecnica e non voglio imparar nulla di tecnica chitarristica, ma anche con queste gravi lacune a volte vengono fuori dei pezzi che posseggono qualcosa di “vivo”, qualcosa che nasce da me e prende subito vita propria. Questo per me è psichedelia: creare musica della quale poi perdi in parte il controllo e non sai bene dove andrai a finire. Non puoi sapere se sarà un buon viaggio o un cattivo viaggio, ma in ogni caso servirà a qualcosa. Non posso considerare i Caput LVIIIm un gruppo propriamente psichedelico, se non dal punto di vista della mera creazione del brano, d,ove lascio molto spazio all’improvvisazione ma questa è una considerazione del tutto personale. Conosco bene la scena psichedelica elettronica, che a cavallo tra il ‘97 ed il 2000  grazie alla Dragonfly ha partorito artisti del calibro di Zodiac Youth Hallucinogen Shakta UX Oforia… musica incredibile per chi non vuole crearsi confini e barriere mentali.
MV - In un certo senso sì, sicuramente secondo un concetto di psichedelia lontana da connotazioni freak, più che altro visioni dell’abisso. Da un punto di vista più musicale apprezzo e condivido questa evoluzione psichedelica pesante e molesta del Doom soprattutto se estremizzata con sonorità di stampo black metal… stay primitive!!!

Curiosamente, queste vibrazioni psichedeliche sembrano interessare generi usualmente considerati impermeabili alle novità, come il doom e persino il black metal; oltre ovviamente all’ambient, che per natura è una musica “out” e altamente introspettiva ed esoterica. Pensate che questo possa essere un filo rosso capace di accomunare realtà musicali spesso antitetiche, ma con simili finalità d’introspezione e ricerca interiore?
Mord - A questa domanda è difficile rispondere, semplicemente perché sai bene che io sono uno sperimentatore, in tutti i generi. Quindi posso dirti: ben vengano le commistioni sempre che abbiano un senso e portino a qualcosa di, non dico altamente innovativo, ma almeno interessante e piacevole da ascoltare, non vedo a livello introspettivo grosse differenze tra il black metal e il drone ambient, entrambi se portati a livelli superiori, annichiliscono. Posso dire che ci vuole coraggio ed un briciolo di pazzia ad unirli… si potrebbe creare qualcosa di spaventoso, credo che i Sunn O))) siano sulla buona strada grazie anche a Wrest e Malefic e sperimentatori elettronici come John Wiese e Oren Ambarchi. La mia speranza, credo assolutamente vana, è che questa “nuova” commistione di stili non porti alla creazione di centinaia di gruppi-clone, pompati dalle etichette e dalla stampa, ma che in sostanza hanno ben poco da dire ed annoiano in fretta, facendo collassare tutto. Come è accaduto per il black, dove poche eccellenti uscite sono soffocate da centinaia di ignobili dischetti buoni solo per non far ballare un tavolo zoppo. Per quanto riguarda la musica ambient, come hai giustamente detto è “out”… sarà difficile una vera e propria fusione tra questi stili. L’ambient è come una casta inavvicinabile, poco propensa ad accettare stimoli esterni, soprattutto se provengono da settori con una reputazione non perfetta!!
MV - Come ti dicevo, apprezziamo molto questa commistione di generi, che tra l’altro personalmente non ho mai considerato così antitetici. Non credo sia paranoia nel vedere aspetti psichedelici in generi apparentemente lontani tra loro: un riff lentissimo e disturbante ripetuto decine di volte o un altro suonato molto veloce con una batteria sostenuta e monotona, secondo me possono avere un effetto simile sull’ascoltatore. Purtroppo gran parte della stampa e degli addetti ai lavori non ragiona in quest’ottica e oltre a trascurare alcuni generi/sottogeneri, addirittura stronca dei buoni o ottimi album tacciandoli di monotonia o scarsità di idee. 

Come vi piacerebbe che evolvessero i Caput LVIIIm in futuro?
Mord - Non saprei proprio, adesso mi piacerebbe lavorare su un pezzo molto più lungo di Resurgent Atavism, inserendo al suo interno stralci dark ambient. In più  vorrei lavorare su un video da accoppiare al pezzo, creare un tutt’uno tra immagini e musica… tutto è possibile, basta volerlo.
MV - L’ uscita di 'Resurgent Atavism' non segnerà certamente la fine della collaborazione con Mord, anche se non credo che Caput LVIIIm possa avere un seguito, per lo meno a breve. E' più probabile che le nostre musiche si uniranno sotto un’altra veste, ma se in futuro si ripresentassero nuovamente le condizioni sarebbe enormemente stimolante cimentarsi di nuovo in questo progetto.

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