OBSCURE METAL UNDERGROUND & VULTURE CULTURE
I, VOIDHANGER MAGAZINE - INTERVISTA

GOTICO ITALIANO: GUIDA AL DARK SOUND E ALLA CULTURA GOTICA IN ITALIA

ANTONIUS REX
SWITCH ON DARK

Intervista ad Antonio Bartoccetti e Doris Norton
di Voidhanger

Ci piace pensare che gli Antonius Rex, sigla storica del dark prog apprezzata a livello mondiale, sono tornati perché, in un panorama culturale sempre più povero di originalità, c’è ancora bisogno della loro “droga mistica”, di una musica dai risvolti esoterici e di un messaggio profondo e destabilizzante, oggi come 35 anni fa. Il magister Antonio Bartoccetti e Doris Norton, rispettivamente l’anima rock e quella elettronica della band, continuano a cantare fuori dal coro, e “Switch On Dark” è finora la loro opera più ardita e sperimentale, quella in cui i Nostri hanno perfezionato un linguaggio espressivo unico e inimitabile. Non ancora paghi della rivoluzione concettuale-musicale di cui sono alfieri sin dai tempi di Jacula, nella lunga intervista che segue i due artisti rivelano di essere tornati per restare, per dare la spallata definitiva alle convenzioni e alle barriere mentali che frustrano l’uomo, nato per essere immortale, ma fatalmente schiavo di se stesso.

Dopo 25 anni avete sentito il bisogno di tornare a pubblicare un disco, in effetti annunciato già da qualche tempo. In che modo è maturata tale decisione?
Partiamo con una micro precisazione: nel 2005 è uscito l'album, solo in vinile dal titolo identico al DVD, "Magic Ritual", contenente la suite "Fairy Vision" composta nel 2001 ed incisa nel 2005. Detto questo, abbiamo fatto uscire, lo scorso Novembre. il nuovo album "Switch on Dark" contentente fra gli altri una particolare versione delle medesima "Fairy Vision". Indipendetemente da tutto, dal 1980, quando si è concluso il primo mondo Antonius Rex, abbiamo naturalmente continuato a comporre avendo a tutt'oggi materiale per altri 3 nuovi album. Uno di questi è stato ed è "Switch on Dark", da noi creato in ogni sua parte (grafiche e video inclusi eccetto il front-cover da noi commissionato all'americana Stephanie Pui-Mun Law) primariamente per la nostra soddisfazione (o se preferisci egocentrismo, oppure megalomania) e di conseguenza per donare un'ora di sogno mistico a quanti ci seguono.

Sappiamo dell’importante carriera professionale di Doris Norton e dei successi di Rexanthony, ma di cosa si è occupato Antonio Bartoccetti in tutti questi anni? Immaginiamo che non sia rimasto lontano dalla musica…
La musica con la "M" maiuscola è stata e sarà il soundtrack del mio essere e divenire, simbiotizzata con molteplici esperienze miranti all'auto coscienza e alla conoscenza della realtà oggettiva. In questi periodi quello che è  andato alla deriva è l'aspetto umano degli umani che progressivamente si sono volutamente fatti sottrarre la volontà di pensare e decidere, forse per comodità esistenziale.... forse per desiderio inconscio di suicidio. La dea TV già da noi condannata in un album del 1974, ha continuato a plagiare le menti dando prima indicazioni poi sequenze sempre più ossessive di DICTAT. Oltre ciò, in questi anni, come filosofo e musicista, ho osservato come non vi siano più differenze fra droghe legali e illegali... le prime in vendita regolare come psicofarmaci... le seconde legalmente abusive... gli effetti identici. Insomma la società va procedendo dove "il tutto è falso". Torniamo alla musica la quale, quando almeno scaturisce dall'anima è restata una forma autentica.  Da quella volta ad oggi ha avuto diverse configurazioni e svariate volte abbiamo fatto ironicamente anche dischi con la "d" minuscola disimpegnati ma dalle vendite "pesanti"... sotto pseudonimo, d'accordo con majors e networks onde dare da mangiare ai nostri corvi e gatti e dare monete d'oro a chi ne avesse realmente bisogno. Ma il sound degli Antonius Rex ha continuato imperterrito nel proprio impegno, nella sua impenetrabilità, nella assoluta incommerciabilità tracciando strade underground che ciclicamente riaffiorano, come il caso di "Switch on Dark". Sempre in questi anni ho frequentato monasteri di clausura, ho scritto un'opera death-metal assolutamente distruttiva e ho collezionato chitarre Gibson. Dulcis in fundo mi sono perfettamente reso conto che è stato il Diavolo a fare la fortuna della Chiesa.

Fa molto piacere sapere che dopo tutto questo tempo la coppia Bartoccetti-Norton è innanzitutto ancora una coppia, e che da questa unione continua a scaturire grande musica. Come descrivereste il rapporto che vi lega, dal punto di vista umano e da quello artistico?
La sorte vuole che gli Ipernormali possano avere nella loro esistenza terrena, mille donne ma poi in realtà ne hanno una sola. Sul fronte artistico è la simbiosi di due personalità forti ma opposte... Creatività + Sapienza + Equilibrio + Dolcezza + Monoteismo contrapposte a Eclettismo + Istinto + Incoscienza + Astuzia + Biteismo... come il Tempo dimostra.

Pensate che il ritorno di Antonius Rex, col suo carico di simbolismo e magia da offrire ad una società in cui non sembra esserci più spazio per l’introspezione e la ricerca spirituale, possa avere un significato anche più profondo di quello legato ad una vostra personale rinascita artistica?
E' effettivamente una società sempre più priva di introspezione e ricerca interiore ma proprio per questo crediamo ci sia necessità di generare un dubbio esistenziale e successivamente la fuga. Personalmente non si tratta di una nostra rinascita artistica ma della necessaria emanazione di un nostro ulteriore documento Esoterico... un'ora di sogno, forse definibile mistico, per entrare in altri mondi onde percepire che il dare troppo peso alle istanze terrene e temporali corrisponde per l'uomo ad una spada di Damocle perpetua. Banalmente e socialmente non contano più la destra o la sinistra perchè il potere mira solo alla poltrona... Non contano più l'essere o l'avere... vale solo il "come ci si sente" e dopo "Switch on Dark" si innesca la tendenza all'auto analisi e alla comprensione che in realtà siamo essere immortali.

Non avete avuto paura, nemmeno per un istante, di potere macchiare una storia così gloriosa come quella di Antonius Rex e Jacula con un album poco riuscito? Con quali stati d’animo avete lavorato a “Switch On Dark”?
Solitamente un musicista riesce a dare il meglio di se stesso nei primi 2 o 3 lavori e se ottiene successi di pubblico, perde la voglia di "andare oltre" e realizza album banali, sicuramente ripetitivi, continuando nel tempo ad emulare se stesso. Nel nostro caso il grande successo, fatalmente, non è mai arrivato e ciò è stato vitale per generare opere particolari e lontane l'una dall'altra. Sicuramente il concept mistico-esoterico o psycho-dark è presente in tutti i lavori ma sempre in forme altamente diverse. "Switch on Dark" è quello che siamo noi "oggi" così come "Neque Semper" era la storia dei nostri Ego nel '74. Si è lavorato sia in fase compositiva che esecutiva con stati d'animo assolutamente liberi e lontani da ogni coercizione o compromesso, ignorando totalmente la cult-story delle 2 band.

Quando avete iniziato a scrivere i nuovi brani? Come e con quali ritmi si è sviluppato il processo creativo? Raccontateci la genesi di “Switch On Dark” nei dettagli…
Abbiamo sempre separato la fase compositiva da quella esecutiva... sicuramente per noi più importante è la prima. Ognuno dei brani di "Switch on Dark" (tutti scritti in Romania il biennio scorso) ha una sua ben definita fonte di ispirazione e relativa genesi. La frase di piano di "Perpetual Adoration", frase su cui è basato tutto il brano, nasce dall'osservazione del modus vivendi di una abbadessa di un monastero di clausura rumeno: ha vissuto 24 anni nella totale Adorazione in tutte le ore del giorno... ha vissuto di una felicità immensa di gran lunga superiore all'Amore e potendolo, rifarebbe la stessa scelta. Aggiungo che ogni brano di "Switch on Dark" gode di micro-sceneggiature embrionali. "Damnatus in Aeterenum" ci è scoppiato dentro, quando è scoppiata la guerra in Iraq... e quindi è scritto per i Dannati in Eterno, per i Signori della Guerra, sicuramente impotenti sotto il profilo fisiologico. "Switch on Dark" è molto particolare... in un paesaggio bianco-nero-azzurro, si snoda la storia di LEI che per non rischiare di veder diminuire l'adorazione del Re nei suoi confronti, sceglie di essere decapitata, precipitando felicemente nell'oscurità. "Darkotic" è nata in un pomeriggio di Novembre... le stanze scure, le nebbie, le voci dell'adepta, una voluta malinconia, un'inaspettata violenza. "Fairy Vision"... la mia preferita in assoluto... pioggia, pianoforti lontanissimi, archi ossessivi, sussurri praeternaturali, organo rituale, chitarra giusta al momento giusto. "Mysticdrug"... osservando il rituale del passaggio di Facoltà Medianiche fra un Medium e sua figlia... droga intensa, primariamente mentale, non distruttiva.

“Switch On Dark” è per il sottoscritto la vostra opera più varia, completa e matura. Ma è giusto parlare di maturità espressiva, dopo un pausa di ben 25 anni dall’ultimo lavoro? Per voi si tratta della naturale prosecuzione di quanto fatto fino al 1980, o di un nuovo inizio? Che percezione avete del disco?
E' anche maturità espressiva ma solo in piccole e logiche evoluzioni. E' in realtà una delle nostre locande oscure indicate dal libro o, se preferisci, è la nostra carrozza che corre nel bosco di notte e ti rapisce per un'ora. Penso che il disco sia un generatore sottile e metafisico per giungere a dubbi esistenziali che io codifico come parabiblici... fermo restando il mio Biteismo teocratico.

Che differenza c’è tra gli Antonius Rex dei ’70 e quelli del nuovo millennio? Come siete cambiati, e che ruolo pensate di potere avere oggi nel mondo del rock?
Gli Antonius Rex anni '70 hanno prodotto album interessanti e meno interessanti... fra questi ultimi va annoverato Ralefun... un lavoro orrendo, pre-pagatoci dall'allora RCA e registrato male e con totale fretta mentre in "Praeternatural" (auto-prodotto) eravamo visceralmente e cerebralmente Noi nel 1980. Abbiamo sempre detto che sono gli INFINITESIMI DI SECONDO a disegnare le esistenze dei mortali, visto che a creare il pensiero sarà sempre la sintesi fra gli input esterni e il nostro vissuto. Tutto cambia in spazi brevi... fondamentale è che la metamorfosi sia evolutiva e possa disegnare il futuro sulle basi del passato. Il nostro ruolo attuale nel mondo del rock sta nel dare messaggi che tendano a privilegiare la forma e non la sostanza di chi vuole accogliere le nostre indicazioni.

Dalla pubblicazione di “Praeternatural” sono successe molte cose alla musica rock. Al di là della nascita di nuovi generi e correnti, è il mercato stesso ad essere profondamente mutato: oggi sono le grosse corporazioni a decidere cosa si deve ascoltare, a guidare il pubblico nelle sue scelte attraverso un bombardamento mediatico senza precedenti. Gli stereotipi imperano, e la gente sembra incapace di quei sogni utopici che nei ’60 e nei ’70 erano ancora possibili. Come vivete questa “malevoluzione”, voi che in quelle epoche avete vissuto?
Quelle che tu chiami grosse corporazioni, traducibili in grossi network assolutamente legati a grosse labels, penso abbiano fatto il loro tempo generando "nuovi movimenti musicali eretici" alias le nicchie, alias la tematicità, alias le scelte libere dei giovani. Allora: uno che va in edicola ad acquistare il periodico per cui tu scrivi, lo fa perchè in quello stesso periodico sa di trovare i suoi artisti preferiti e fin qui tutto ok. Ma uno che accende una TV definita rock e ci trova o i Daft Punk o i Prodigy o artisti comunque non in linea con la dichiarata tematicità di quella TV, non accenderà più quel canale. E questo è quello che succederà pesantemente da questo anno in avanti. Le scelte saranno sempre più soggettive ed una componente positiva sarà andare su un portale video, vedere l'artista preferito ed eventualmente acquistarne il prodotto. Scusami se torno sull'argomento, ma attorno al 1997 alcune TV hanno spacciato sempre i Prodigy (tipico gruppo techno che tra l'altro ammiravo timbricamente) per un gruppo rock ed i più ci sono cascati... evangelizzando il loro album che, pur realizzato egregiamente, non ha nulla a che fare con il rock. Quelle TV non hanno compreso che il telespettatore può cadere nel lago una prima volta, ma non una seconda... hanno perso.

“Switch On Dark” suona estraneo a quanto viene prodotto al giorno d’oggi, esattamente com’era stato in passato per gli altri album di Antonius Rex e Jacula. Si tratta di una naturale inclinazione verso ciò che non è musicalmente ovvio, oppure il vostro stile così particolare nasce dalla ferma volontà di stare alla larga da generi predefiniti e dalle loro comuni formule? E perché?
L'album è sicuramente e volutamente anomalo e lontano dall'oggi... prova ad accendere la radio e passare di stazione in stazione. A parte le comicità dei TG, senti solitamente musica tutta uguale, dai contenuti demenziali, dalle strutture identiche con cantanti sfigati e perdenti, con armonie ridicole. Ecco... "Switch on Dark" è l'opposto e va ad un pubblico impegnato, in costante evoluzione, in costante ricerca che pretende emozioni musicali... E' un lavoro da accettare o rifiutare in blocco.

Così come in passato, anche in “Switch On Dark” non c’è soltanto il prog rock per cui siete famosi, ma anche l’ambient, l’elettronica, il folk apocalittico, l’industrial più rituale, il dark e il gothic. Persino qualche svisata metal, come nella coda heavy di “Darkotic”. La magia sta nel fatto che tutto sembra suonato da chi questi generi li ha solo immaginati, più che averli ascoltati e assimilati. Voi che ne pensate?
Un nostro apparente limite è che in effetti, ascoltiamo poco ma alla fine potrebbe anche essere una nuova freccia al nostro arco. Dobbiamo essere un po "profeti", forse inconsapevoli e quindi in ogni opera vomitiamo, senza pensare, parte delle nostre percezioni inconscie ma siamo anche congenitamente Esteti. "Switch on Dark" è stato come costruire una casa semi-sotterranea partendo dal tetto che si innalza solo un metro da terra... il resto è tutto "sotto" ed abbiamo scavato per creare le singole stanze dove sicuramente i nostri seguaci ascoltano ciò che li emoziona.

Sappiamo però che apprezzate Opeth e Dream Theater. Cosa vi piace di loro, e quali altri gruppi d’oggi ritenete interessanti e meritevoli d’attenzione?
Opeth... una grande band... ne ammiro la vena compositiva e la capacità come pochi di saper far intereagire le emozioni soft con gli ambienti hard. Dream Theater... amo il loro "saper suonare"... la loro tecnica è una scuola costante per i giovanissimi che vogliono intraprendere la strada musicale. Ma il vero "futuro" lo ascolto nelle auto-produzioni o nelle piccole labels... sono li la vera arte e il suono del domani e ancora una volta critico i network per non dare spazio a questi pionieri a cui consiglio di fare comunque un video e metterlo online, visto che oggi tutto questo è possibile. Tornando agli ascolti ho seguito con entusiasmo l'ex vocalist dei Nightwish ed anche la voce dei Lacuna Coil... i loro primi video sono "ok" ma, dopo il remake o remix o remaster (chiamalo come vuoi) dei Depeche, tutto è crollato. Amo il nuovo esperimento acustico di Sting ed anche noi stiamo preparando qualcosa del genere, così come ammiro le vibrazioni pianistiche di Einaudi, la teatralità old dei Cradle Of Filth e le composizioni di Hans Zimmer.

Qual è stato esattamente il ruolo di Rexanthony in “Switch On Dark”? Non sembra avere agito soltanto da produttore…
Viviamo solitamente in 3 in una villa occupando ciascuno una suite separata ma comunicante.. ci sono 3 studi audio e 1 video. "Switch on Dark" è stato scritto in Romania, inizialmente per piano, organo e chitarra. Tornati in Italia abbiamo cominciato a inciderlo in uno dei nostri studi: in alcuni brani tipo "Perpetual Adoration" e l'omonimo "Switch on Dark", Anthony ha inserito parti di piano, di sintetizzatore e batteria digitale. La cosa ha soddisfatto il team e così è stato lui stesso a seguire la produzione esecutiva, il trattamento dei suoni ed il mixaggio finale. Questa esperienza lo ha sicuramente arricchito e gli sta servendo per il suo prossimo super-album, previsto per Marzo 2007, di genere after-rock/electro. Qualcosa di similare era già stato fatto nel 1995 quando Anthony riprese la melodia di "Capturing Universe" (album "Preaeternatural") non alterando una nota ma rivestendo il tutto con nuovi suoni di piano e cori, cambiando il titolo in "Capturing Matrix" e superando le quattrocentomila copie attraverso la Wea International. Forse la stessa sorte la subirà "Perpetual Adoration" debitamente rivisto e rielaborato. Come vedi a volte i figli possono inserirsi nel cammino dei padri.

Il titolo dell’album, “Switch On Dark”, suona come un imperativo camuffato da invito. Perché dovremmo “sintonizzarci sull’oscurità”? In essa si nasconde forse qualcosa di importante che l’uomo sembra avere paura di scoprire? Quali tipi di emozioni ed esperienze riconducete alla sfera dark?
Ogni nostro album è una forma di indicazione. In "Praeternatural" erano otto le porte da aprire... qui, dopo un Oggi uguale a Ieri e dopo la prospettiva che il domani di domani non nasca nuovo, proponiamo di Innescare la parte oscura della mente. Alla fine ci si può conoscere meglio e cominciare a sorridere di tutte quelle cose per cui i comuni mortali perdono il controllo e la ragione. L'uomo incosciamente ama e teme l'oscuro... meglio amarlo, possederlo, conviverci, percerpirne gli aspetti positivi che temerlo restandone vittime.

Che poteri attribuite alla musica? Credete ad un potere mistico dei suoni, cioè che la musica funzioni da chiave di accesso ad una super-realtà, altrimenti celata ai comuni sensi umani? E in tutto questo che ruolo avrebbe l’artista/musicista?
L'artista/musicista, se è realmente tale, ha il compito di analizzare la realtà percettiva primaria, rielaborarla personalmente, colorarla secondo la sua creatività e comunicarla al mondo. La comunicazione è tale se anticipa i tempi. Quando è uscito "Tardo Pede" è stato visto come un album della Follia ma da anni, a parte il business collezionistico che ha creato, è diventato uno dei riferimenti modiali del prog. La stessa cosa succederà con "Switch on Dark".

Molti artisti sostengono di “ricevere” la musica che scrivono. La musica esisterebbe dunque dentro l’uomo, come la statua esiste dentro ad un blocco di marmo, e guiderebbe la mano del suo autore. Succede lo stesso ad Antonius Rex? Siete unici creatori e totali padroni della vostra musica, oppure un suo strumento?
La nostra è comunicazione esoterica indotta e dedotta... Inizialmente nel nostro team era presente il medium Franz Parthenzy, da tempo passato insieme al batterista Goodman ed al primo organista Tiring a vita Animica. Il medium sapeva emanare anche micro-realtà pseudo musicali che abbiamo usato come micro-input ispirativi per completare i primi album. Da anni è subentrata Monika Tasnad... in fase di trance abbiamo registrato le "sue voci inumane" e le abbiamo inserite in alcune songs di "Switch on Dark". Solo in tal senso non siamo padroni assoluti.

Già in “Praeternatural” gli interventi vocali e i recitativi che tanto peso avevano nei primi lavori erano stati ridossi all’osso. In “Switch On Dark” è ancora così. Perché questa scelta? Un modo per affermare la supremazia della musica, la convinzione che troppe parole finiscano per suonare vuote, oppure la voglia di esprimersi in un linguaggio universale, lasciando libertà d’immaginazione all’ascoltatore senza interferire con la sua visione?
Non è stata una vera e propria scelta... è stato il logico divenire delle cose. Brano dopo brano... non si è sentita l'esigenza di metterci delle parole, incrementandosi altresì la volontà di non voler condizionare gli ascolti, lasciando alla sola Musica il compito di comunicare il concept. Ci sarà in futuro un album totalmente basato su mie liriche dal titolo probabile di "Verba Non Volant".

Avete definito il nuovo album come una “droga mistica” per le generazioni a venire, e “Mysticdrug” è anche il brano più sperimentale e originale del disco. Approfondite i concetti legati al suo titolo…
Tutti hanno bisogno di droghe... fisiche o mentali. L'amore è una droga, l'adorazione di più. L'uomo nasce piangendo e incrementando in sè la paura... la droga è un esorcismo ai vari livelli di debolezza che ogni uomo, anche quello ritenuto più forte, ha insiti. I bambini si drogano? Assolutamente si! Amano che la testa gli giri dopo un giro tondo e una caduta a terra... questa è la loro prima fuga. C'è chi lo fa con l'eroina e con la cocaina... e qui non siamo d'accordo pur decretando la libertà di ciascuno di fare, sempre in forma non coercitiva, tutto quello che vuole. La proposta di "Switch on Dark" è "vai fuori con la nostra droga mistica" e stando a quanto ci comunicano i nostri seguaci, questo avviene... la differenza è che la nostra è emanazione mentale magnetico-costruttiva e non distruttiva.

Per le vostre copertine e l’artwork dei dischi avete spesso utilizzato immagini create al computer, e buona parte del sound Antonius Rex è basato sull’elettronica e i synth. Nonostante che i temi a voi cari attengano alla sfera del fantastico e del soprannaturale, non avete paura nell’esprimerli servendovi di macchine e apparecchiature moderne, che di solto si vogliono fredde e prive d’anima. Diteci del vostro rapporto, apparentemente dicotomico, con la tecnologia applicata alla musica…
Un venditore di dischi ci faceva notare che l'ultima copertina degli Iron Maiden aveva qualche affinità con la copertina di "Tardo Pede" con una sola differenza... che "Tardo Pede" noi l'abbiamo fatto nel 1972. Al di là di questo, non vogliamo scomodare il Machiavelli ma vogliamo puntualizzare: Doris Norton è stata tra le prime musiciste al mondo, forse la prima, a fare musica utilizzando il computer... Al tempo stesso Robert Moog in persona le ha regalato uno dei primissimi Mini Moog... a questo punto bisogna definire il ruolo del "computer" che la band, negli ultimi tempi ha usato come un banale registratore multitraccia. Tastiere e sintetizzatori già dal primo embrionale "In Cauda" sono le colonne portanti del sound delle due bands sia passato che attuale dove non è mai stata presente una sequenza automatica costruita via soft. La title-track di "Switch on Dark" consta di un totale di 104 tracce audio... dove le metti se non negli infiti gigabyte di un Mac Quad? Il problema a questo punto è un altro... Le parti orchestrali o le fai con degli "omini-esecutori" difficili da gestire oppure Doris Norton li suona con una tastiera e se li ri-arrangia dove come e quando vuole.

Se “Magic Ritual” era quasi un omaggio agli horror movie di serie B, il video di “Perpetual Adoration” parla un linguaggio più consapevole. Evita il montaggio aggressivo e stordente stile MTV, e invece dosa immagini e colori che più che raccontare sembrano evocare, tenendosi alla larga dagli stereotipi dark-gothic. Ad ambientazioni lugubri e dove tutto è decadente, voi preferite un chiarore abbacinante, una luminosità insistita che non nasconde nulla all'occhio, e che addirittura ci tiene a mostrare… eppure tutto resta comunque sospeso in un limbo. L'effetto è straniante, e la storia narrata non comincia e non finisce. Condividete questa analisi? E quanto è importante per Antonius Rex comunicare anche attraverso le immagini e i colori?
Quest'analisi è pienamente condivisa. Abbiamo fatto quel video così come l'avevamo scritto... ci sono Vocazione, Istinto, Condanna, Riflessione e Adorazione. Il video è online e serve per creare giovani e nuovi adepti alla band. Immagini e colori possono talvolta dare una sfumatura di espressione al mosaico musicale.

Pensate di ripetere l’esperienza di “Magic Ritual”, realizzando un lungometraggio su vostre musiche?
Doris è una "fissata" del video e trascorre giorni interi con la sua telecamera a girare. C'è molto materiale, parte del quale verrà utilizzato per il prossimo DVD degli Antonius Rex e per il video "Pre Viam".

Per il 2007 è previsto il ritorno di Jacula con un nuovo album. In che modo sarà differente da “Switch On Dark”, dato che già all’epoca Jacula sembrò il prodromo di Antonius Rex?
L'atto terzo degli Jacula è praticamente pronto... mancano alcuni insert di strumenti acustici e 4 mixaggi definitivi ed è di un buon sessanta percento più "stranamente particolare" di "Switch on Dark"... quindi una Geniale Mostruosità Anticommerciale... questo è il suo grande ed assoluto merito. E' un disco estremo... un quadro di vetro sospeso nell'abisso il cui nome è "PRE VIAM". Obiettivo? Chi lo sente cambia vita... molti lascieranno il lavoro, molti la famiglia, molti la vita inutile che conducono, optando per... So che ami lo Jacula sound e quindi prima che esca (Autunno 2007) verrai qui a sentirlo in una mattina nebbiosa.

Quest’anno si festeggia anche il 35° compleanno di “Tardo Pede In Magiam Versus”, il capolavoro di Jacula presto ristampato dalla Black Widow. Che sensazioni e ricordi vi suscita un anniversario del genere?
Dopo stampe e ristampe anomale sia sotto il profilo musicale che grafico abbiamo finalmente deciso di concretizzare in primis l'unica vera grande ristampa con la sub-directory di "35° Anniversary Edition". Ma rioffrire al mondo un'opera così com'era non avrebbe avuto senso, quindi l'opera esce entro il Marzo 2007 con tutto quello che i nostri fans nel corso degli anni ci hanno richiesto. Quindi album LP vinile contenente oltre i 5 brani originali l'inedito "Absolution" da noi inciso nel 1973. Nella versione digipack contenente grafiche non solo ad altissimo livello comunicativo ma anche assolutamente legate ai contenuti dell'opera sono altresì inclusi "Absolution" quale inedito audio, ed in coda il video omonimo girato da Doris Norton nel 1973 con un insolito Charles Tiring ai vocalizzi. La parte iniziale del video contiene invece una mia improvvisazione di chitarra che Tiring girò abusivamente nel 1973. Oltre ciò due profezie shock in una delle quali si definisce l'attuale Papa come il penultimo della storia di Roma. Insomma... finalmente si è dato a Cesare quello che è di Cesare e quest'opera che io definisco parabiblica sarà di nuovo pronta a ricomunicare il suo grande messaggio esoterico al mondo.

Ultima domanda: gli Antonius Rex sono tornati per restare?
Fatalmente sì.

IL DISCO

 

ANTONIUS REX
"Switch On Dark"
(Black Widow, 2006)

 

Sono passati 25 anni dall’ultima apparizione degli Antonius Rex (con l’album “Praeternatural”, 1980), ma nella dimensione che abitano non solo non si invecchia, addirittura si ringiovanisce. Lì la musica è strumento di conoscenza interiore; le chitarre elettriche fungono da sonde esoteriche, grimaldelli per forzare i cancelli di regni oscuri e mostrarne l’orrore grandioso, la romantica decadenza, gli spaventosi abissi.
“Switch On Dark” è insieme il nuovo e più antico lavoro della band, un’opera fuori dal tempo che coesiste insieme ai capolavori firmati dal Rex e da Jacula nei ’70. Si avvale di uno stile originalissimo, imperniato sulla potenza espressiva della sei-corde di Antonio Bartoccetti e sulle ricche trame elettroniche di Doris Norton. Uno stile che si specchia in se stesso: vecchio quasi 40 anni, qui è perfezionato in modo tale da durarne altrettanti. In termini musicali, sorprende il modo in cui “S.O.D.” ingoia interi generi e sottogeneri (prog rock, dark, gothic, ritual e industrial ambient… persino metal, nei finali enfatici di “Darkotic” e “Fairy Vision”) per risputarli fuori con nuove sembianze, riconoscibili e trasfigurati al contempo.
Se l’iniziale “Perpetual Adoration” è una malia, la seducente promessa di un amore (raccontato nello stupendo video di coda girato dalla Norton), “Damnatus In Aeternum” è la sua tragica fine: pura metafisica dark, un surreale accostamento di suoni ed effetti che agiscono sulla psiche in modo subliminale, atterrendola. La prostrazione dei sensi si fa totale durante i 19 minuti della title-track, che batte lo stesso tempo minaccioso e marziale delle musiche di Wojciech Kilar per il Dracula di Coppola, con archi come pipistrelli in volo su eleganti linee di piano. La marcia nelle tenebre si arresta solo di fronte ad un dolce canto femminile, per poi riprendere seguendo gli intrecci stregati di assolo prog straordinari, keyboards maestose e un drumming tribal-ritualistico.
Ma la vera esperienza ultraterrena è “Mysticdrug”, con la chitarra sabbathiana di Bartoccetti che prende a rasoiate gli ultimi brandelli di realtà a cui ancora ci s’appiglia. È un esorcismo in piena regola, al termine del quale resta un unico, enorme suono ambient, profondo e annichilente. È un vuoto sconfinato e quasi doloroso, e allo stesso tempo la pienezza d’animo di chi ha scorto la verità.
Nella vita artistica come nella musica e nei concetti espressi, Antonius Rex assomiglia ad un serpente-ouroboros eternamente avvitato su se stesso, simbolo della ciclicità delle cose. Sia dunque fatta la sua oscurità, ora e per sempre.

 

Tutte le immagini sono tratte dal sito ufficiale della band:
www.antoniusrex.com 

 

 

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