Il
Cervo rappresenta la forza, la gioventù e l’amore; è coraggioso, ha cura del
suo branco. I Sognatori del Cervo a loro volta si prendono cura delle donne, dei
bambini, dei deboli, degli indifesi e dei poveri, che trattano con rispetto e
gentilezza. Possiedono poteri legati ai sentimenti d’amore. Un Uomo Cervo avrà
una bella voce, sarà un buon musicista ed un abile suonatore di flauto; creerà
il canto d’amore con cui i ragazzi affascineranno le loro ragazze. Questo
canto viaggerà lontano, incanterà gli animali nei boschi, attirerà uno
spirito buono.
Un Uomo di Medicina Cervo cresce simile al suo animale protettore: può lasciare
le medesime impronte, per far conoscere il suo potere. Il Sognatore del Cervo ha
potere sulle donne (si riteneva che i membri della “confraternita” godessero
di particolare fortuna quando si trattava di rapirle), ed è particolarmente
abile a guarirle. Quando cura solitamente indossa una maschera. E’ in grado di
uccidere una persona con il solo potere dello sguardo, carpendone l’immagine
attraverso uno specchio oppure guardandola attraverso un sacro cerchio; sa
riconoscere le erbe medicinali; spesso gli si richiede di preparare pozioni
d’amore per i giovani amanti o si richiede il suo consiglio negli affari di
cuore. Utilizza il bulbo oculare del cervo, il suo cuore, la parte tenera dello
zoccolo, unendoli ad alcune erbe particolari, preparando così una pozione che
poi assume.
L’emblema della confraternita è un cerchio laddove la forma circolare
rappresenta l’arcobaleno. Il Sognatore del Cervo porta sul fianco sinistro un
piccolo cerchio adorno di aculei di porcospino e di una piuma dell’aquila bianca, sospesa al suo centro. Il suo tipi è esternamente
dipinto di giallo, l’entrata rivolta a Sud-Est; sul lato destro dell’entrata
è dipinta una gru che regge una pipa con il cannello rivolto verso l’alto,
simbolo di sincerità e devozione; sul lato sinistro è raffigurato un corvo che
regge una pipa con il cannello rivolto verso il basso, simbolo di dubbio,
disonestà e rabbia.
(Gilbert
P. Douville, Canto senza fine, Hunkapi Editore)
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