Da "Dal Broili e dal ronco ad habitar Giemona - Indagine sui cognomi gemonesi dall'analisi
dei registri battesimali 1546-1656"
di Decio Tomat (in GEMONA, ed. Soc. Filologica Friulana, 2001)
"In niuno locho del Friuli se scrivevano li putti quando
sono baptezati excepto che qui a Giemona".
Questa nota del sacrestano gemonese del 1553
evidenzia l'importanza del fondo archivistico dei registri battesimali conservati nella Pieve di
S. Maria di Gemona, i più antichi dei quali risalgono al 1379.
Il primo studioso a dare notizia dell'esistenza di tali registri battesimali fu Mons. Giuseppe Bini,
Arciprete di Gemona dal 1737 al 1773, il quale, riordinato l'archivio della Pieve, ne
compilò un primo elenco.
In tempi più recenti, le presenza a Gemona di registri Battesimali anteriori al Concilio di
Trento(1564) viene segnalata alla comunità scientifica dallo storico H. Jedin, sulla base
di informazioni avute dall'Arciprete di Gemona Mons. Monai intorno al 1950.
Sul contenuto di questi documenti si accentrò l'interesse di studiosi come Giuseppe Marchetti.
Un primo esame, limitatamente a sette anni compresi tra il 1379 e il 1384, venne compiuto
nel 1961 da E. Armellini. In seguito i registri furono oggetto di indagine sistematica
da parte di Flavia De Vitt che pubblicò la trascrizione del primo libro dei battesimi
riguardante il periodo dal 1379 al 1404, e da Elena Ursic che pubblicò la trascrizione
del secondo libro dei battesimi riguardante il periodo dal 1441 al 1446.
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Da "Il registro Battesimale di Gemona Del Friuli 1379-1404"
di Flavia De Vitt, 2000:
Il più antico registro battesimale manoscritto
conosciuto al mondo è conservato nell'Archivio della pieve arcipretale di S. Maria
Assunta di Gemona del Friuli, sezione Anagrafe ecclesiastica, ed è designato come
"Registro dei Battesimi 23" o più semplicemente
"Registro dei Battesimi Libro I°".
Il libro, membranaceo, fu scritto fra il 1379 e i primi anni del Quattrocento.
Il registro fu commissionato dall'amministrazione della pieve di Santa Maria Assunta
di Gemona nel 1378 e realizzato a partire dall'anno successivo:
1378. Per far far 1 libro da scriver li infanti che si batiza, lib. 4, sol. __.
(da DRUSIN, I codici miniati, p. 111. Su Giovanni Molinari, DE VITT, Istituzioni ecclesiastiche,
p. 145, 137-149, 217).
Per le decorazioni, nel 1388 fu pagato un cappellano gemonese, prete Giovanni Molinari,
nipote di prete Giusto Buffa:
1388. Item spendey, ch'io dey a Zuan, el nevot di pre Just, ch'al alumia un codis
di batià, sol. 5.
(Da DRUSIN, I codici miniati, p. 111).
Riporto la trascrizione di F. De Vitt dell'inizio del Libro I° dei battezzati:
In Christi nomine. Amen. Anno Domini M° CCC°LXXVIIII°, indictione secunda, die IIIa
marcii, sub Iacutio Muntisani tunc camerario, constructus est liber iste, continens
baptizandos, sacerdotem baptizantem et qui baptizatum de sacro fonte levarunt. In primis
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Thomasina filia Ludovici de Alteneto baptiçata fuit per presbiterum Nicholutum,
cuius compatres fuerunt Nicholaus Francischini, Iacutius Schode, commater Katherina
uxor Marcie, die III' marcii.
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Agnes filia Petri Odorici de Brayda baptiçata fuit per presbiterum Nicholutum,
cuius compater fuit Iacobus Scharacini, commatres vero fuerunt Bituça quondam Nodoni,
Margareta filia Herici Buduscli, die VI marcii.
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Christoforus filius Martini quondam Martiniç baptiçatus fuit per presbiterum Iustum,
compatres fuerunt Dominicus Folopanni et Riçardus fistulator, commater Margareta filia
Driusii Buduscii, die Xa marcii.
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Gregorius filius Blasoti Curte baptiçatus fuit per presbiterum Iustum, compatres
fuerunt Nessius cerdo et Piçolus tabernarius, commater fuit Dilena uxor Iohannis Sivinel,
die XIIIa marcii.
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Leonardus filius Gonchi Sweygin baptiçatus fuit per presbiterum Nicholutum, compatres
Piçolus tabernarius, Nicolaus Artichi, commater Armilina uxor Stephanic Peregrine Longe,
die XXVa marcii.
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Questo primo libro riporta i battesimi fino al 1404(in realtà
fino al 1403), e purtroppo i libri o i fogli successivi dal 1404 al 1441 sono andati dispersi.
Il secondo libro dei Battezzati che ci è pervuto riporta i battesimi dal 1441 al 1446.
Questo libro è stato trascritto da Elena Ursic nella sua tesi di laurea 'Registro battesimale
di Gemona del Friuli 1441-1446' (2000).
Il terzo libro, riporta i battesimi dal 1452 al 1482.
Il quarto libro, riporta i battesimi dal 1490 al 1545. E' il primo libro
di carta, ed è stato più volte restaurato, invertendo spesso l'ordine dei fogli. E poichè
nelle singole registrazioni dei battesimi non è riportato l'anno ma solo il mese e giorno,
mentre l'anno è riportato una volta sola nella prima registrazione, la sequenza della datazione
è talvolta poco logica. L'intero libro meriterebbe di essere rianalizzato approfonditamente,
ricercando una sequenza cronologica delle pagine più verosimile.
Il Tomat nella sopracitata indagine sui cognomi gemonesi 1546-1656, analizza:
il libro V: Registro dei battesimi n. 27 (1546-1604)
il libro VI: Registro dei battesimi n. 28 (1604-1625)
e il libro VII: Registro dei battesimi n. 29 (1626-1656)
Dai circa 12000 battesimi registrati nel periodo, ne ricava circa 400
cognomi, dei quali fornisce l'origine, l'evoluzione, il passaggio dal soprannome al cognome e la
consistenza dei vari gruppi familiari in base al numero di battesimi. Purtroppo il Tomat
non ha ancora pubblicato la trascrizione dei libri V, VI e VII.
Molta parte della mia ricerca si basa sui dati del Tomat, a cui spetta grande riconoscenza e a
cui rivolgo l'invito a pubblicare il suo lavoro, anche per evitare che sia disperso e debba essere
rifatto da altri.
Sempre dal Tomat, riporto la curiosa testimonianza del sacrestano Gaspar Lucatellus che nella
prima pagina del libro V°, all'inizio del suo lavoro di scrivano, dichiara di accingersi a
scrivere le date di battesimo di tutti per evitare che poi nascano contese e baruffe
sull'età di ognuno. Così infatti annotava:
1546 die vero 20 Martii
Gaspar Lucatellus lectori salutem
Azio molti non venessero in discordia, et lite io Gasparo Lucatello costituto sacrestano
della Giesa de' Madonna S.tà Maria della Pieve de' Gemona, ho volesto, fatto Camerariato
de' M° Francischino Fantone, principiare questo libreto imperoché molti al tempo d'ozi
vengono in controversia uno c'o l'altro, li quali desiderano sapere lo tempo per l'ora
della sua Natività, per qualchi volta lori ne sapendo la certezza di tal cosa incorrono
in varii casi come in lite, per inimicitie: perho io per evitare simili scandoli ho volesto
far in tal modo, che forse quelli che havranno aprezare de sapere lo certo tempo de sua
natività non incorrerano in questi scandoli per desiideroso de far cosa grata alli posteri
per discendenti non ho temuto de pigliar una tanta
fatica, in remunerazione de quali penso quelli men renderanno infinite gratie (...).
Gasparo Lucatello de fide servitore
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Sulla importanza e ricchezza dell'archivio di Gemona,
vedi l'articolo apparso su un quotidiano
locale nell'agosto del 2005 in occasione dell'apertura della nuova sala di consultazione
dell'achivio storico della Pieve di Gemona.
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