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Visitabili gli archivi più antichi
Gemona: sistemati nella vecchia canonica documenti medievali
Anche il registro battesimale del 1379, il più vecchio del mondo

 
     Da alcuni anni a questa parte, per valorizzare maggiormente la festa dell'Assunta, cui il Duomo è dedicato, l'arciprete di Gemona monsignor Gastone Candusso propone iniziative di carattere culturale, per far conoscere ai cittadini e ai visitatori, che numerosi percorrono in questo periodo le vie del centro storico, le testimonianze storiche, i tesori - grandi e piccoli - che la Pieve vanta.

   Molto spesso si tratta di oggetti, arredi, volumi, statue che, salvati dalle macerie provocate dal sisma del '76, sono stati per lungo tempo conservati così com'erano stati ritrovati, che in parte sono stati ora restaurati o comunque recuperati così da poter essere esposti. Ed è proprio un'esposizione l'iniziativa che l'arciprete propone per quest'anno: monsignor Candusso ha aperto domenica la nuova sala di consultazione dell'archivio storico della Pieve gemonese, ospitata fino a ora in un locale piuttosto piccolo, e che invece troverà migliore collocazione al piano terra della vecchia canonica, che - una volta completati gli arredi - diverrà sede del Museo della Pieve. Sono così stati esposti i volumi più preziosi dell'archivio, vale a dire il registro dei battesimi più antico del mondo. Prima del Concilio di Trento, ci ha spiegato l'arciprete gemonese, non era obbligatorio registrare i battesimi ed è grazie alla meticolosità dei parroci dell'epoca se possiamo oggi vantare una simile testimonianza. Si tratta di un volume su pergamena, rilegato in cuoio, che riporta, con una scrittura minuta, i battesimi impartiti a Gemona nel periodo compreso fra il 1379 e il 1404; per rendere comprensibile quanto riportato in esso, sul tavolo della sala sarà possibile prendere visione del volume realizzato dalla professoressa Flavia De Vit, docente dell'Università di Udine, che ha trascritto e commentato il prezioso documento. Sono inoltre esposti il registro dei matrimoni nel periodo compreso tra il 1600 ed il 1606 il registro dei defunti e dei matrimoni dal 1650 al 1666, l'inventario dei beni dell'Ospedale San Michele dal 1475 al 1492: c'è anche una pergamena del 1404, recentemente restaurata, con sigillo di ceralacca, che attesta ordinazioni clericali: il fondo dell'archivio storico della Pieve Gemonese ne possiede circa 500, relative a lasciti, testamenti e legati in favore della Pieve stessa.

   L'iniziativa che l'arciprete propone quest'anno certamente solleticherà l'interesse degli appassionati: esso infatti, oltre all'anagrafe - costituita dai registri dei battesimi, delle cresime, dei matrimoni, dei defunti, dallo "stato d'anime" (una specie di stato di famiglia, che indicava i componenti della famiglia residente in una stessa abitazione o corte, di cui si riportava il numero civico, in uso nel 19° secolo), conserva anche un fondo musicale abbastanza importante, documenti risalenti a visite pastorali ed epistolari.

   L'archivio è già aperto al pubblico una volta per settimana (per informazioni sull'apertura ci si deve rivolgere in canonica)... Il pubblico che finora ha avuto accesso ai documenti è vario: in parte sono studenti e docenti universitari, in parte persone - per lo più di una certa età - interessate alla ricerca delle origini della propria famiglia, che hanno il desiderio di ricostruire il proprio albero genealogico magari per donarlo ad un nipotino appena nato...

Natalina De Pascale

articolo apparso sul Messaggero Veneto del 19 agosto 2005

   
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