L'ipotesi iniziale di una origine siciliana del cognome, come generalmente ritenuto,
si è rivelata del tutto infondata. La realtà era diversa. Si è dimostrato che i Lepore
sono una delle più antiche famiglie di Gemona. Come i più famosi Artico, Fantoni, Prampero,
Cramis, Alteneto, Franceschini, Brollo..., ma anche come i Dapit, i Venturini, i Bisi,
i Blasotti, i Calderini, i Londero, i Copetti, i Serafini, i Forgiarini...
Non sappiamo da dove giungessero i primi Lepore, se dalla Lombardia o da Praga.
La prima ipotesi, sembra verosimile. Ma anche la seconda ha un suo fondamento. O forse sono entrabe false,
e il cognome deriva semplicemente dal soprannome di un personaggio o dal nome della località
dove abitava quella famiglia.
Non sono stati trovati, a Gemona, personaggi famosi tra i Lepore. Nè sono stati trovati fatti rilevanti
che li riguardassero.
Possiamo solo citare il Reverendo PIETRO LEPORE, nato nel 1571 e morto il 29/10/1641, rettore
della chiesa di Santa Maria la Bella:
R.dus D. ser Petrus Leporus (..) aetatis annorum 70 in cc
Altro personaggio dello stesso periodo è Maria Lepore, ostetrica,
che, il 17 novembre 1600 battezza, "in periculo mortis", Giacomo Francesco,
figlio di Leonardo Cedaro:
Jacobus Franciscus filius l.n. Leonardi Zederi, et Mariae Maseriane
(..) baptizatus cum esset in periculo mortis a Maria Mathie à Lepore Ocstetrice (..)
Ricordiamo anche Filippo Leporini, della Diocesi di Bergamo, che vive a Udine da 20 anni e
che il 15 Aprile 1714 sposa Donna Anna Maria:
D. Anna Maria filia D.ni Andrea contraxit matrimonium per verba
de presenti cum D.no Philippo qm. Joannis Leporini a diocesi Bergomem oriundo nunc vero
viginti abhine annis in Civitate Utini degenti.
Possiamo citare il fatto avvenuto il 29 maggio 1671, quando PIETRO VALENTINO LEPORE, nato
nel 1622, fu pugnalato all'età di 50 anni:
Petrus de Lepore annorum 50 cir. cultro vulneratus immediate obiit
E nel 1677, fu ucciso a 24 anni anche suo figlio GIORGIO ANTONIO LEPORE:
n. 24/04/1653: Georgius Antonius leg. et nat. filius Petri à Lepore , et Anna del Aur
m. 28/02/1677: Antonius fil. qm. Petri à Lepore occisus fuit annorum 24
Sembra una faida famigliare.
La ricerca di fatti e documenti che riguardino i Lepore continua.
Nella maggior parte delle registrazioni, i Lepore vengono indicati sempre
senza appellativo. Solo nel periodo tra il 1500 e il 1700, un ramo della famiglia
cambia cognome, da Lepore a Leporini, e molti membri vengono indicati con gli appellativi
di "Dominus" o "Ser" riservati alle persone di elevato rilievo sociale.Oltre al già
citato Filippo Leporini, si riportano altre tre regiatrazioni:
PIETRO MARCO ANTONIO leporini LEPORE
n. 22/02/1618
Petrus Marcus Antonius filius l. et n. ser Bapta Leporini, et D. Domitilla de Augustinis
GIOVANNI BATTISTA LEPORE
Battesimo: 20/06/1595
Joannes Baptista filius Hieronimi a Lepore et Menica
Matrimonio: 1615, Die 19 Novembris
Previa trina proclamatione tribus festibus diebus (.) inter ser
Johannem Baptam Lepore, et D. Domitillam filiam ser Marci Antonii de Augustinis (..)
Presentibus testibus...
(Dalle due precedenti citazioni risulta evidente che il cognome LEPORINI deriva dal cognome LEPORE,
essendo riferito alla stessa persona).
FILIPPO LEPORE figlio di Giovanni Francesco Lepore e Domitilla Buzzi
SPOSATO con Anna Maria:
1714, Die 15 Aprilis: D. Anna Maria filia D.ni Andrea contraxit matrimonium
per verba de presenti cum D.no Philippo qm. Joannis Leporini, a diocesi Bergomem oriundo,
nunc vero viginti abhine annis in Civitate Utini degenti
Alla fine di questa ricerca, i Lepore possono vantare uno degli alberi genealogici più completi
fra quelli conosciuti in Friuli, con origini all'inizio del 1300, documenti certi fra il 1350 e
il 1381, e una discendenza ininterrotta dal 1430 ad oggi.
Un altro risultato importante della ricerca è dato dalla scoperta delle possibili origini comuni
dei cognomi Lepore e Venturini, e dall'accertato incrocio dei Lepore di Maniaglia,
con il casato dei Madile, e forse anche con uno dei casati dei tanti Job della zona compresa
tra Maniaglia, Montenars, Billerio, Bueris e Artegna.
L'attenzione maggiore nella ricerca è stata riservata al periodo anteriore al 1920-1930 in quanto
il susseguirsi delle generazione nel Novecento è facilmente ricostruibile anche a memoria d'uomo.
Tuttavia nulla vieta di ricostruire con esattezza anche il periodo successivo, soprattutto
su richiesta specifica degli interessati e soprattutto se qualcuno si dimostra interessato e
collaborativo. Finora ci sono stati riconoscimenti ma non c'è stata molta collaborazione.
L'intera ricerca è stata pubblicata su un sito Internet, oltre che per la gratuità, anche allo
scopo di renderla aperta al contributo di chiunque e di ottenere notizie, racconti, fotografie,
precisazioni, segnalazioni di errori ecc. dagli interessati diretti e poter così
aggiornare facilmente e in continuazione i dati.
Sono stati inseriti nella ricerca alcuni rami genealogici collaterali, richiesti per lo più da
emigrati in Argentina e Brasile nella seconda metà del 1800. Questo aspetto della ricerca
dovrà essere approfondito e ampliato, perchè è molto sentita da parte degli emigranti
l'esigenza di conoscere e ricostruire almeno in parte le proprie radici.
Tutta la Genealogia segue la linea patronimica seguendo la nostra secolare cultura, sancita
dalle norme emanate dal Concilio di Trento (1564) che stabilisce, per i figli, l'uso del
cognome del padre. Stabilisce però anche, contrariamente a quanto avveniva fino ad allora,
l'obbligo per i Parroci di indicare sempre anche il nome della madre nei registri dei battesimi,
che da allora e fino alla costituzione dello Stato Italiano, erano l'unica anagrafe esistente.
L'obbligo viene legato alla necessità di evitare i matrimoni tra consanguinei.
Sarebbe opportuno continuare la ricerca seguendo anche le linee genealogiche materne, arrivando così
a costruire la quasi completa genealogia degli abitanti di Gemona dal 1379 al 1400 e dal 1440
all'inizio del 1900.
Si tratterebbe di mettere in relazione tra loro circa 70.000 persone, riunificando i dati dei
Registri dei Battesimi, dei Matrimini e dei Morti (circa 170.000 registrazioni).
Sarebbe un lavoro molto complesso e quasi impossibile, anche psicologicamente, da affrontare.
L'impresa sarebbe fattibile se ci fosse il contributo di altre persone che in modo coordinato
affrontasero l'intera impresa, partendo dalla genealogia del proprio cognome. Se poi fosse
resa disponibile in formato elettronico, la trascrizione dei registri dei Battesimi, dei Matrimoni
e dei Morti, allora veramente l'impresa sarebbe fattibile. L'immensa opera di trascrizione
è già stata fatta, ma purtroppo non è stata ancora pubblicata.
La ricostruzione delle linee Genealogiche, dalla fine del 1400 alla metà del 1700, non sarebbe stata
possibile senza l'aiuto e la disponibilità di Decio Tomat, a cui va molto del merito e i più sentiti
ringraziamenti.
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