LA CASA DEI RICCHI

NELL'ANTICA ROMA

 

I ricchi conducevano una vita più comoda. Potevano permettersi una "domus", una casa monofamigliare. Una domus aveva solitamente poche strette finestre sulla strada ed un atrium. Le case avevano parecchie stanze che si affacciano sul cortile interno, il peristylium, dove spesso si trovava una fontana: un cortile all'aperto con una piccola vasca che raccoglieva l'acqua piovana e serviva a rinfrescare la casa. Luce ed aria entravano appunto dalle aperture nel soffitto di atrium e peristylium. Vi si trovava anche il "larario",il sacrario di famiglia. Le domus erano generalmente piccole, ma spesso avevano diverse camere da letto, una sala da pranzo con una tavola (triclinium)e anche uno studio. Le pareti venivano dipinte con colori vivaci e i pavimenti erano in marmo o con mosaici. Spesso esisteva un sistema di riscaldamento che diffondeva aria calda. La casa,gli oggetti quotidiani, i semplici gesti di profumarsi o di andare a pesca,lo shopping in un negozio del centro o la consultazione di una maga incontrata per strada: aspetti che mostrano una società al tempo stesso diversa e uguale alla nostra. Più lontana soprattutto per l'intensità è la passione fin smodata dei romani per gli spettacoli .

 DOMUS DI POMPEI

disegno di Giulia Z.

TEMPIETTO DI FAMIGLIA 

disegno di Francesca

LE INSULE

La maggior parte dei romani poveri viveva in condomini bui e angusti, chiamati "insulae", edifici di cinque o sei piani, con scale ripide e con numerose finestre perchè non avevano spazi interni da cui prendere luce . Nel cortile c'era un pozzo da cui attingere l'acqua . Erano gruppi di edifici continui , delimitati da ogni parte da strade strette dalle quali giungevano ogni genere di rumori . Al pianterreneo vi erano botteghe laboratori artigiani di ogni tipo in cui lavoravano schiavi,liberti e anche uomini liberi di modesta condizione sociale ed economica.A volte la loro abitazione era nei locali bui e malsani retrostanti la bottega,la maggior parte dei quali in pericolo di controllo per la cattiva manutenzione che per l'arretrattezza dell'ingegneria; spesso tramite una scaletta all'appartamento superiore.

disegno di Francesca

LA VILLA ROMANA

Viene definita villa quel possedimento costruito lontano dalla città con funzione di casa per le vacanze e per la lavorazione della terra. Essa era divisa in due parti a seconda dell'usufruente : la parte destinata ai servi, che attendevano al lavoro agricolo, veniva chiamata "villa rustica"; veniva invece denominata " villa urbana o " pseudo urbana " la zona riservata ai lavori.

La villa rustica era costruita secondo esigenze pratiche con tre diversi raggruppamenti: attorno alla culina (cucina), luogo di riunione e di lavoro , venivano costruite le stanze da bagno per i servi , la cantina , la bubilia , (la stanza dei buoi) e la equilia (stalle dei cavalli) ed il pollaio, in modo tale di che quest'ultime venissero scaldate grazie al calore della cucina. Le loro stanze erano: cellae familiaris (stanze da letto), ergastolum (prigione) e valetudinarium (infermeria schiavi). Vi erano poi i granaria (granai), horrea (seccatoi), oporothecae (ripostigli per la frutta) e la villa fructuaria (magazzini incendiabili).

La villa urbana all'interno aveva: i triclinia (stanze da pranzo), i cubicola ( per riposo e studio) la bibliotheca (studio), gli ambulationes e i gestationes (corridoi) ed il bagno, con spogliatoio, bagno caldo, tiepido e freddo.

 

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