D'Occhio? Una "tigre di carta" - 27-12-01 - Gianluca Serafini

 

 

Da "Il Sannio Quotidiano" di GIOVEDÌ 20 DICEMBRE 2001

 

Casa di cura e autogestione scolastica: Gianluca Serafini replica al duro attacco del Sindaco

Rifondazione:<< D'Occhio? Una "tigre di carta">>

<<La clinica? Giustificazione di una nuova cementificazione>>. Solidarietà a studenti e docenti

 

 

Casa di cura e gestione scolastica, Rifondazione rigetta le accuse. Qualche giorno addietro, l'atteggiamento assunto dai militanti locali del Partito della Rifondazione Comunista proprio in merito a queste due questioni erano finite nel <<mirino>> del sindaco della cittadina termale.

 

La difese di Rifondazione giunge attraverso la voce del consigliere comunale, Gianluca Serafini. In merito alla localizzazione in Contrada Piana di una Casa di cura della Group Diagnostic Hospital, Serafini spiega:<< Discutiamo la procedura solo perché il rispetto delle leggi, di fronte ad un atteggiamento che mira costantemente ad aggirare le leggi, è parte di una critica più ampia, che è una critica politica. È pretestuoso , se proprio si vuole discutere di critica alle procedure, dire che la decisione dell'insediamento è stata adottata dal consiglio Comunale e non dalla Giunta: va da sé che il sindaco l'ha fatta votare dalla sua maggioranza, mentre le opposizioni, in quell'occasione, hanno mostrato la propria contrarietà>>.

 

Chiara l'accusa di Rifondazione.<< Quello che noi discutiamo - spiega il consigliere - è innanzitutto l'insediamento sistematico e scientifico della sanità privata su questo territorio, che è volto a smembrare quanto resta di quella pubblica. Dietro vi leggiamo il progetto di utilizzare Contrada Piana, ormai l'unica zona del paese ancora a pertinenza agricola, come zona di espansione edilizia. La clinica vuole essere una sorta di "cavallo di Troia" con il quale giustificare un nuovo processo di cementificazione. Crediamo che, rispetto a tutto questo, non si possa sbandierare il ricatto dei posti di lavoro che si perderebbero bloccando, come vorremmo noi, questo progetto>>.

 

L'altra questione da affrontare è quella relativa all'autogestione degli studenti del Liceo Scientifico. <<Premesso - evidenzia il coordinatore provinciale dei Giovani Comunisti - che ognuno sceglie i propri interlocutori politici, gli studenti hanno legittimamente pensato di confrontarsi con chi si oppone ad un modello complessivo di società di cui sono parte la riforma Moratti, la scelta della missione militare in Afghanistan, la distruzione del patrimonio naturale e la repressione violenta dei movimenti di protesta.

 

Per questo credo sia oltremodo offensiva l'accusa che il sindaco fa agli studenti parlando di loro come "ragazzi senza spessore" che potrebbero essere facilmente strumentalizzati e condizionati. Un'accusa offensiva non soltanto nei confronti degli studenti ma anche nei confronti di gran parte dei docenti di quella scuola che con gli studenti ha solidarizzato. Si tratta di un'affermazione comunque in linea con chi ogni qualvolta accusa il colpo usa la faziosità e la calunnia per imporre la propria linea politica. Classico atteggiamento da "tigre di carta".

 

Noi di Rifondazione esprimiamo solidarietà agli studenti, ai docenti ed alla dirigente scolastica e l'invito, agli studenti, a non cadere nel tranello della polemica sterile nel quale qualcuno tenta di trascinarli>>.

 

Puntuale, poi, giunge anche la risposta in merito a quello che è stato definito dal sindaco il "metodo del rifiuto del dialogo". I comunisti - dichiara Serafini - dialogano con tutti ma questo non vuol dire che ci si debba trovare per forza d'accordo.

Ci sono posizioni che non possono essere mediate. Troviamo fuori luogo, quindi, l'accusa secondo cui i comunisti tendono ad isolarsi>>.

 

Le ultime battute, infine, sono rivolte all'accusa di assumere "atteggiamenti illiberali".

<<Il sindaco dovrebbe sapere che i comunisti, per definizione, non sono liberali anche se insieme con i liberali, in virtù della comune matrice antifascista, sono stati tra i protagonisti della storia dell'Italia Repubblicana. Ma queste cose - conclude Serafini - per saperle bisogna studiarle.