Può sembrare una favola. Per certi versi lo è ma solo per il cittadino
probo che legge e non può esimersi, sbigottito, dal dire: possibile?
E lo scrivente (può sembrare persino tronfio come se dovesse compiacersi
invece di gridare ai quattro venti per lo scandaloso comportamento di chi
in questo paese le fa di cotte e di crude) risponde: dire possibile, sia
pure con il punto interrogativo può mostrare il fianco a qualche
incertezza che si può insinuare in chi, appunto, dice è possibile?
La risposta: è certo!
Abito in Via circonvallazione, al n° 10, alle spalle della (ex) scuola
materna che, con l'utilizzo della modica cifra di un miliardo e mezzo
(avete letto bene!), ha assunto le caratteristiche architettoniche delle
strutture industriali dei primi anni del '900, quelle inglesi per
intenderci, a ridosso degli insediamenti minerari delle sue ex colonie. Ma
questa è una divagazione che ha lo scopo di sbollentare la rabbia che da
qualche anno rode in corpo alle persone (attente), quelle che l'Erario
chiama "fisiche" in quanto contribuenti per il funzionamento dello Stato.
Veniamo ai fatti: il "manufatto siderurgico" poggia su quattro plinti, al
fianco di ognuno dei quali vi è sistemato un pluviale per lo smaltimento
delle acque piovane.
Chi si interessa un pochino di ciò che gli gira intorno, viene a
conoscenza che una normativa molto recente impone che le acque piovane,
prima ancora di essere convogliate nella fogna o nei corsi d'acqua, se ve
ne sono, devono subire il trattamento di decantazione; devono cioè essere
convogliate in cisterna per liberarsi di tutti gli inquinanti che hanno
raccolto in atmosfera con la caduta. Detti inquinanti, in seguito,
subiranno il trattamento dei rifiuti speciali.
E' stato fatto questo? Nossignori!
Non so dove tre pluviali depositano le acque di pioggia; so invece con mio
grande rammarico (ma più rabbia e sdegno per la protervia, la sicurezza di
farla sempre franca anche quando si contravviene ad una legge dello Stato)
che il quarto, ben in vista, avrebbe riversato l'acqua, prima sul
marciapiede della scuola e poi sulla strada che porta dritto ai garage del
condominio.
Ad una prima rimostranza viene risposto che il direttore dei lavori ne
sarebbe venuto a conoscenza. Passa qualche giorno e si ritorna
sull'argomento. Sapete qual è la risposta questa volta? Dobbiamo aspettare
perché il Sindaco non c'è. Avete capito bene. Stiamo parlando di nuovo di
quel Sindaco che tutto può. Egli, secondo l'interlocutore dello scrivente,
avrebbe potuto anche decidere che il pluviale, di autorità, restava lì
dove il progettista e direttore dei lavori, forse per una svista, aveva
deciso di sistemarlo. Lo scrivente, dunque, assume le sembianze del
postulante che è lì a chiedere "una grazia" ma, ahimè, gli viene risposto
che il Padreterno, in quel momento, è fuori sede.
Il cittadino "persona fisica" (specialmente quando si rende conto che lo
Stato emana una Norma e l 'Ente Locale - che dovrebbe vigilarne il
rispetto - è il primo a disattenderla) cosa fa? Va su tutte furie
minacciando, civilmente, ferro e fuoco.
Non voglio dilungarmi. Giusto mezz'ora dopo la sceneggiata hanno posto
mano a correggere la malefatta, sia pure parzialmente…
E' possibile tutto questo in un paese civile? Fate un po' voi
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