L’allegra combriccola nel regno del Mangia - 23-08-01 - Nicola Pagliarulo

 

 

Favola tragicomica senza lieto fine…

(dal pensiero: “Non c’è sviluppo senza progresso ma c’è progresso senza sviluppo).

 

…qualcuno rideva ancora nel paese di Eselet, prima che un personaggio, avido e fasullo, arrivasse con propositi di grandi cambiamenti…

Giunse a piedi, di domenica, in un giorno assolato (come quando ci sono le elezioni, dice Gaber). Era tutto sudato, con indosso pochi stracci bisunti, quando si accorse di un meraviglioso parco dove dissetarsi e trovare finalmente frescura. Quest’immenso ed incantevole giardino, gli dovette apparire come un eden visto che, da quel giorno, cominciò ad immaginare quanto buone dovessero essere le mele di quel posto…

Un dubbio cominciò a balenargli in testa: “è mai possibile che in un luogo così debbano poter entrare tutti? Belli, brutti, buoni, cattivi, poveri, ricchi, giovani e vecchi?” Soprattutto, “non sarà che in questo posto ancora non hanno un Re capace di sfrutt…eehmm…migliorare ogni cosa?”.

Fu così che un sorriso, beffardo ed ingannevole, comparve (per mai più scomparire!) sul volto di chi aveva capito come fare a cambiare il proprio e l’altrui (ahinoi!) destino.

C’è da dire che non gli fu difficile farsi regalare degli abiti, procurarsi del cibo ed ottenere quel credito che gli consentisse di plasmare il suo disegno…quel sorriso era il suo passepartout, in quel luogo senza identità, dove invidia e pettegolezzo seccavano ogni radice. Dunque, spettava allo scaltro sconosciuto il ruolo di SovrAno…e non sarà poi difficile, per l’acclamato eroe mefistofelico, concordare regole e partita con i vari dott. Faust! Costoro non costituirono un problema ( perché già affaccendati nel loro sciacallaggio…) anzi, abbisognavano anch’essi d’una faccia nuova che rassicurasse, promettesse e, soprattutto, sviasse le menti pur sopite del popolo di Eselet.                

 

“Com’è bello il gioco quando puoi barare!”, pensarono i “figuri” ad uno ad uno…”ora che il più è fatto, non ci resta che organizzare seguito e seguaci!”

Ecco che al nome di Eselet fu aggiunto “Emret” e tutti si sentirono più importanti…”finalmente questo posto cesserà di essere una sorta di Gorky Park!”, disse colui che giunto miserabile contava, ora, numerose fortune. 

Com’è vero che il suino è fatto per la dirigenza…questa nuova “Fattoria degli animali”, s’ingozzava cercando solo di non “schizzarsi” reciprocamente (ed intanto una nuova leva di asini arruolabili, andava formandosi…).

Ce n’era d’ogni tipo: l’asino viscido; quello dal pelo folto e quello dal pelo raso; l’asino incantatore e quello incantato; l’asino colto (OOHHHH!!!!), capace di ideare mirabilie architettoniche e tanti, tanti altri figli di degna progenie…

Il popolo s’incazzava ma, al suo interno, una folta schiera di “mezzi sorrisi” costituiva la linfa vitale della combriccola…piccoli omini sempre pronti e stagionalmente in svendita, con ideologie da misurare con l’aerometro, garantivano un consenso ricambiato con la promessa e lo sporadico “favore”.                                                                                           

 

Oh, quanti artifizi a Eselet Emret, regno del Mangia! Le idiozie si chiamano idee e gli abusi, opportunità…quel parco meraviglioso non rischia più, da tanto, di vedere entrare gente (i signorotti ne sono felici!)…le fonti ai piedi del monte, dove il Mangia si rinfrescò e dissetò al suo arrivo, smisero quasi subito di far sgorgare acqua…e non è vero che le strade brulicano di gente e gioventù (come qualcuno ha detto, riferendosi forse alle sfilate da viale pedonale), perché al di là di qualche rissa, i motivi d’incontro si riducono annualmente, inesorabilmente…

E’ una favola triste dove il “c’era una volta…c’è ancora!” e che, per questo, non ha lieto fine.