Nel nome del padre - 19-10-01 - Nicola Pagliarulo |
Ognuno di noi avrebbe dovuto “prendere” qualcosa da chi si è prodigato ad offrire…apprendere dal gesto, dalle immagini, dal suono o dalle parole. Avremmo dovuto imparare a dare un valore alle cose (diverso da quello di piazza affari e lontano pure dal banco dei pegni), perché le collocassimo nel posto giusto. Ho visto grandi uomini “poveri”, festeggiare con pane e fagioli…avevano figli grati e felici. Ho visto piccoli uomini “ricchi”, festeggiare con caviale e champagne…avevano un solo figlio, insofferente ed incazzato col pusher. A quest’ora dovremmo sapere che spesso l’idiota l’ha vinta…anche perché concorre da solo. Veste il suo bel paraocchi, è ignaro di questo e di quello ma ha il suo obiettivo. Statene certi, lo raggiungerà…ed occuperà un ruolo di “potere”…e prenderà decisioni che subiremo anche noi. Per questo tipo di “successo” essere idioti non solo aiuta ma è indispensabile, lo diceva anche quel mattacchione di Oscar… Bisognerebbe essere grati a tutti quanti ci hanno consentito di “vedere”: al Cristo, che ci ha “denudati” e poi offerto sé stesso…perché gli “imperi” sono gli stessi di sempre e Pilato è un politico uguale ai nostri, perché c’è sempre un ladrone che in ogni situazione prova a fare il furbo, perché Giuda avrebbe tradito anche in “euro”, perché se c’è da linciare il più debole la folla s’ingrossa e s’ingrassa, perché per quanto possiamo cercare giustizia, ci sarà sempre una legge che lo impedirà; a nostro padre, che ci ha dato per quanto ha potuto ed a volte di più…dove un tozzo di pane, equivale all’intipasto…ed un tozzo di pane, è un ottimo primo…e per secondo, c’è un tozzo di pane…ed arrivi alla fine, che non ce la faresti a mangiare il dessert…perché c’è un miliardo di padri che muore di fame ma riesce a insegnare qualcosa; a ogni uomo libero, di cui non conosceremo mai il volto né nome e cognome…un uomo che avrà una luce negli occhi che possiamo chiamare fierezza. Avrà lasciato che “l’occasione giusta” propostagli da qualcuno (vedi l’idiota di prima), andasse a oscurare gli occhi d’un altro…avrà provato a ledere il meno possibile e continuato a vedere le cose con un metro in disuso…grazie, a questi sconosciuti esseri umani ed a tutti quelli come loro, che abbiamo il piacere di conoscere; agli artisti d’ogni genere, che ci hanno chiarito, illuminato, affascinato, che abbiamo “studiato” o coi quali “siamo cresciuti”. Dai filosofi greci a quelli tedeschi, dalla letteratura russa a quella francese…grazie a tutti quanti hanno creduto in qualcosa subendo il dissenso degli altri, a chi è morto in disgrazia, ai geni incompresi (Mark Twain diceva di non aver mai permesso alla scuola d’interferire sulla sua cultura; Einstain veniva valutato insufficiente in fisica; Van Gogh non riuscì a vendere un quadro mentre era in vita…che ne dite della teoria sugli “idioti”?)…Grazie al sogno latinoamericano, a Borges, Neruda, a Ernesto e Granado, alla melanconia portoghese di Fernando Pessoa ed all’altrettanto “profondo” Tabucchi…meno male che ci siete, che ci siete stati, Voi e molti altri e che ci sarete sempre per chi Vi cercherà; alle note impareggiabili di Keith Jarrett, all’immensità di Tom Waits, agli immortali Rolling Stones…al “favoloso” Fabrizio de Andrè, allo smaliziato e colto Francesco Guccini, all’intensissimo Fossati, al “vecchio” Fortis, all’eclettico Paolo Conte, al simpaticissimo Capossela…grazie, anche a nome di chi non Vi conosce ed avrà altri da ricordare, o ne ha di “nuovi” da ascoltare…in fondo c’è sempre chi segue tendenze e chi invece di più, nella speranza che ogni epoca lasci qualcosa d’immortale e renda tutti noi fortunati fruitori. La speranza è che i padri lascino quel “segno” di cui i figli possano andare orgogliosi…che abbiano quella luce negli occhi e che mai li chiudano in segno di resa…sarà difficile perché il “popolo con la cateratta” è sempre amico del padrone…noi gli indiani, loro i cow-boys…noi di meno, loro di più…e si sa come sono le madri degli stupidi… Un ringraziamento particolare al “signor G” (Giorgio Gaber, per chi non sapesse…), all’ironia ed alle consapevolezze, mentre… “…la luna era immobile e bianca, come ai tempi in cui c’era ancora l’uomo!”
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