THE BEATLES  - 1962/1966 – 1967/1970

 

Se un giorno qualcuno mi chiedesse di scegliere due dischi da portare nella famosa isola deserta, penso che avrei pochi dubbi: porterei “la rossa” e “la blu”.

Trattasi, infatti, di due doppie compilation caratterizzate dalle copertine pressoché identiche ma differenti nel colore, rosso appunto per quella dedicata al periodo intercorrente tra gli esordi e l’esplosione della “beatlemania”; blu per il disco dedicato agli ultimi anni, quelli della maturità. E quest’aspetto è peraltro confermato dall’aspetto dei quattro “scarafaggi” nelle foto di copertina: giovani e puliti nella rossa quanto piacevolmente vissuti nella blu. Queste due raccolte, che consentono una visione sufficientemente ampia del percorso artistico del quartetto, furono pubblicate all’indomani dello scioglimento del gruppo. Ricordo arrivarono provvidenzialmente in casa da subito, grazie all’interessamento dei miei fratelli, e giocarono un ruolo chiave nella formazione del mio gusto musicale.

Riascoltando “la rossa”, si rivive con piacere il senso di gioia e spensieratezza che usciva dai solchi del disco (cari vinili, perché il progresso è stato così crudele da relegarvi in soffitta…?  In particolare si gode il fantastico groove, la freschezza ritmica ed i meravigliosi impasti vocali di canzoni come “A hard days night”, “Ticket to ride”, “Help”, di “Nowhere man. Ma il primo periodo riservava anche “gemme” importantissime nelle ballate del gruppo, e penso a “And i love her”, a “You’ve got to hide your love away”, a “Norwegian wood”. E come non citare le celeberrime “Yesterday”, “Michelle”, “Girl”, o la raffinatissima “In my life”?  

La blu” è invece testimone degli ultimi turbolenti anni del gruppo, quando abbandonati i bagni di folla oceanici dei concerti e delle tournee, i quattro continuarono la loro attività unicamente in studio, dove il genio di compositori e sperimentatori ebbe modo di fiorire e di mettersi in evidenza in tutta la sua grandezza. Riassaporiamo quindi “Strawberry field”, le imprese del “Sgt Pepper”, la profonda “A day in the life”, oppure i capolavori di Paul “Hey Jude”, Let it be” “The long and winding road”. Rifacciamo un “Magical Mistery Tour”  in “Penny lane”, viaggiamo con “Lucy in the sky with diamonds” o gustiamo il genio di George Harrison compositore, in “Here comes the sun”, “Somethine” o la struggente “While my guitar gently weeps”, con il grande assolo di Eric Clapton.

Certo, i veri amanti dei Beatles non rinunceranno all’ascolto degli album originali, i vari Revolver, Rubber Soul, Sgt. Pepper, il doppio bianco o il fantastico Abbey Road e posso sicuramente comprenderli.  Ma personalmente, non rinuncerò mai e poi mai a tenere a portata di mano una copia della rossa o della blu. Nessuna discografia, anzi, nessuna casa si potrebbe definire completa senza.

 

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