Se un giorno qualcuno mi chiedesse di scegliere due dischi da portare nella famosa isola deserta, penso che avrei pochi dubbi: porterei “la rossa” e “la blu”. |
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Trattasi,
infatti, di due doppie compilation caratterizzate dalle copertine pressoché
identiche ma differenti nel colore, rosso appunto per quella dedicata al
periodo intercorrente tra gli esordi e l’esplosione della “beatlemania”;
blu per il disco dedicato agli ultimi anni, quelli della maturità. E
quest’aspetto è peraltro confermato dall’aspetto dei quattro
“scarafaggi” nelle foto di copertina: giovani e puliti nella rossa quanto piacevolmente vissuti
nella blu. |
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Riascoltando
“la rossa”, si rivive con piacere il senso di gioia e spensieratezza
che usciva dai solchi del disco (cari vinili, perché il progresso è
stato così crudele da relegarvi in soffitta…? In particolare si
gode il fantastico groove, la freschezza ritmica ed i meravigliosi impasti
vocali di canzoni come “A hard days night”, “Ticket to ride”,
“Help”, di “Nowhere man. Ma il primo periodo riservava anche
“gemme” importantissime nelle ballate del gruppo, e penso a “And i
love her”, a “You’ve got to hide your love away”, a “Norwegian
wood”. E come non citare le celeberrime “Yesterday”, “Michelle”,
“Girl”, o la raffinatissima “In my life”? |
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La blu” è invece testimone degli ultimi turbolenti anni del gruppo, quando abbandonati i bagni di folla oceanici dei concerti e delle tournee, i quattro continuarono la loro attività unicamente in studio, dove il genio di compositori e sperimentatori ebbe modo di fiorire e di mettersi in evidenza in tutta la sua grandezza. Riassaporiamo quindi “Strawberry field”, le imprese del “Sgt Pepper”, la profonda “A day in the life”, oppure i capolavori di Paul “Hey Jude”, Let it be” “The long and winding road”. Rifacciamo un “Magical Mistery Tour” in “Penny lane”, viaggiamo con “Lucy in the sky with diamonds” o gustiamo il genio di George Harrison compositore, in “Here comes the sun”, “Somethine” o la struggente “While my guitar gently weeps”, con il grande assolo di Eric Clapton. | |
Certo, i veri amanti dei Beatles non rinunceranno all’ascolto degli album originali, i vari Revolver, Rubber Soul, Sgt. Pepper, il doppio bianco o il fantastico Abbey Road e posso sicuramente comprenderli. Ma personalmente, non rinuncerò mai e poi mai a tenere a portata di mano una copia della rossa o della blu. Nessuna discografia, anzi, nessuna casa si potrebbe definire completa senza.
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