il muralismo a Villamar
home
storia del muralismo
il muralismo a Villamar
murales politici
murales di tradizioni
murales decorativi
links
 
il corso di Villamar
 

Alla fine degli anni '70, la vasta produzione degli esuli cileni e soprattutto i numerosi murali realizzati da Antioco Cotza e Antonio Sanna hanno trasformato Villamar in un secondo paese museo.
L'arte murale sarda utilizza modi espressivi sviluppatisi in seno alla cultura latino-americana. La scuola muralistica cilena presenta alcune specificità nelle scelte cromatiche: prevalgono i gialli sulfurei, i blu e i violetti; su un altro piano, le figure sono marcate da contorni forti. A Villamar, in questo senso, i murales s'intonano fortemente alle figurazioni in uso nel Cile e mostrano un'evidente coerenza con l'ambiente e con i murales di autori sardi. Un contributo di qualità è stato fornito Alan Jofré, sfuggito a un'atroce condanna emessa dai tribunali di Pinochet per "reati" politici, ospite del Cotza a Villamar.

Accanto ad Antioco Cotza che esprime col muralismo la denuncia sociale, lavora Antonio Sanna, che con intenzioni diverse, usa il murale per rappresentare paesaggi, località, usi e costumi di Villamar.
Dai primi murales che privilegiavano come tema i messaggi densi di forti componenti sociali e legati all'attualità (rivendicazioni sociali, denuncia e protesta contro le istituzioni, le ingiustizie e le intolleranze) si è passati, soprattutto negli ultimi anni, a nuove tendenze che reinterpretano il murale in chiave astratta e ambientale.
L'opera dei muralisti svolge una funzione nuova, diventa elemento di arredo urbano per iniziativa degli amministratori. Privilegiata la funzione decorativa si arriva allora all'identificazione del murale con la vitalità di un centro abitato e con la valorizzazione delle sue tradizioni, sicchè numerose iniziative che sorgono in occasione delle sagre paesane o delle più diverse manifestazioni folcloristiche diventano un pretesto per la realizzazione delle pitture. Svuotate della componente ideologica esse vengono dipinte persino sulla facciata dei locali pubblici e degli esercizi commerciali.
L'atteggiamento della popolazione risulta sostanzialmente favorevole alla presenza delle pitture, ormai identificative come un prodotto della cultura sarda proprio in virtù delle tematiche prevalenti e dei richiami alle tradizione locali.
Il murale è dunque diventato sardo. Non importa dove sia nato o perché si sia diffuso. Per la gente di Villamar è parte della propria cultura e rende il proprio paese diverso dagli altri, più vivo e colorato.

Villamar fa parte della "Associazione Italiana Paesi Dipinti" insieme a numerosi altri paesi che possiedono un patrimonio artistico costituito da pitture murali esterne. Lo scopo di tale associazione è unire i vari paesi in un discorso culturale comune per una maggiore valorizzazione civile, turistica ed economica.

 
 
 
home storia del il muralismo  |  il muralismo a Villamar  |  i murales politici  | i murales di tradizioni
  i murales decorativi  |  links  |  i ragazzi del corso di Villamar