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Tutte le donne del presidente

 

[a cura dell'Avucat]

 

 

Il Presidente era in ritardo, perché, come tutti Presidenti, oltre agli incarichi istituzionali, doveva pur anche occuparsi della sua azienda.
Arrivò sgommando, parcheggiò malamente e, afferrando il borsone sportivo, si diresse verso lo spogliatoio, cominciando a sbottonarsi il giaccone. Spalancata la porta, si piantò, alla vista del folto gruppo di giovani ragazze in pantaloncini e maglietta che lo accolse con la gioiosa esclamazione “finalmente, presto, che andiamo a fare una bella partita! Questa sera niente Veterani Volpiano; sono tutti avvertiti, stasera giocano le Volpine e tu ci farai l’onore di essere il nostro Presidente-Capitano”.
Il Presidente si guardò attorno, stupefatto: eppure era proprio il suo solito spogliatoio. Una delle ragazze si presentò come Ruby-nha e, con uno spiccato, cantilenante accento brasiliano, gli disse: scendi in campo, Presidente, ti regaleremo un’emozione unica!”.
Il Presidente è uomo di mondo, anzi di due mondi, stante la sua intensa frequentazione del continente asiatico e, quindi, conoscitore anche del suo antico, fine pensatore, il Maestro Confucio che, tra l’altro, sentenziò: se tu non vuoi decidere, lascia che gli altri decidano quello che Tu vuoi. Si lasciò illustrare da Ruby-nha il programma dell’insolita e promettente serata: “ facciamo una partitella, poi una bella doccia (il Presidente deglutì sonoramente) e poi andiamo a divertirci in una villa che abbiamo affittato per l’occorrenza”.
Davanti a un Presidente sbigottito e incredulo, le atletiche figliole sciamarono via verso il campo ed egli, rimasto solo, cercò di analizzare la situazione: non ci riuscì. Allora lo soccorse ancora un’altra massima confuciana: non sempre quello che accade ci é comprensibile, tuttavia, non per questo si deve rinunciare a viverlo. Forse la traduzione non è fedele, ma ciò potrebbe dipendere da alcune tracce di sbavature nella copiatura dei segni alfabetici originari.
Indossata la maglia n. 8, il Presidente “scese in campo”, dove la partitella fu divertente e le ragazze  dimostrarono di essere dotate di buona tecnica, capaci di interpretare perfettamente gli schemi che il Presidente proponeva, ottenendone l’osservanza, molto più che dai suoi veterani.
Terminata la partitella, il Presidente, come d’abitudine, andò a spegnere le luci, ma il lieve ritardo gli fu fatale.
Infatti, al ritorno, trovò lo spogliatoio chiuso dall’interno e la sua borsa e gli indumenti posati davanti alla stanzetta dell’arbitro, dove fece la sua solitaria doccia, mentre dalle confinanti pareti gli pervenivano le voci allegre delle Volpine.
Quando il Presidente uscì, le giovani erano già pronte ad attenderlo e lo trascinarono, senza ricevere resistenza, fino al loro pullmino.
Ruby-nha si sedette molto vicina al Presidente e lo incalzò, dandogli il tormento, sulle marcature alte e basse e le diagonali centrali.
Dopo un breve percorso nella campagna canavesana, il veicolo imboccò il viale fiancheggiato dai cipressi di Villa Giuanun-a.
La comitiva scese sotto la luce debole delle fiaccole e si introdusse, attraverso il grande portone, direttamente nel salone, rischiarato solo dai bagliori del caminetto di pietra. Una mano sfiorò il Presidente, che sussurrò, gutturalmente: sei tu, Ruby…”
“NO, sono Roby…Converso!”. All’istante lo stanzone si illuminò a giorno e il gruppo compatto dei Veterani intonò il rituale:
“ Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Presidente, meno male che Claudio c’è!”
Fu una travolgente ondata di commozione, che raggiunse il culmine quando venne portata la torta con 60 candeline, dalla quale schizzò fuori Nicolino”. Nell’euforia della festa, tuttavia, il solito CR non venne meno al suo ruolo e si attivò per raccogliere tra i veterani le quote per i festeggiamenti e il pagamento della serata alle giovani, tutte rigorosamente maggiorenni, componenti della squadra di calcio femminile della Virtus Eporedia, un nome che era, purtroppo, di per sé, sinonimo di moralità!


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Caro presidente, la squadra avrebbe voluto offrirti una serata dall’esito più consono al tuo titolo,
ma, come si dice…basta il pensiero! Comunque,

FELICE COMPLEANNO DAI TUOI VETERANI.

P.S.
1. L’autore non è affatto sicuro che Confucio abbia scritto o solo pensato le massime riferite.
2. Eventuali collegamenti con la recente attualità sono imputabili solo alla morbosa fantasia dei lettori.

 

 

 

 

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