Gli Equi

"Le evidenze di strutture arcaiche presenti nella zona sono numerose e si riferiscono prevalentemente a resti di mura fortificate in opera poligonale attribuibili probabilmente a oppida equi molto simili a quelle conosciute in tutta la media valle dell’Aniene come a Roviano, Agosta, Bellegra, ecc. Strutture simili sono presenti nel territorio di Riofreddo in località Antignano, in contrada la Botte, a Colle Cacione, a Monte Croce, sul monte Aguzzo e sul monte S. Elia. La presenza di queste numerose strutture murarie arcaiche è d’altronde giustificata dalla favorevole posizione nella quale si trova il territorio di Riofreddo, crocevia tra la valle dell’Aniene, la piana del Cavaliere e la valle del Turano. Ma l’evidenza archeologica più complessa presente nel territorio è senza dubbio la necropoli equa di Casal Civitella, l’unica necropoli conosciuta del Lazio attribuibile a questo antico popolo italico. L’antico sepolcreto si trova nella parte più occidentale del territorio riofreddano, quasi al confine con quello del comune di Cineto, molto prossimo alla sommità del monte Morregare ed esattamente in una sella delimitata da due rilievi, posta a 764 m. slm. Gli scavi, condotti nel 1988 e 1989, permisero di mettere in luce un piccolo numero di sepolture. Queste sono poste a una media di circa 30 cm. dall’attuale piano di campagna e sono tutte a inumazione. Per quanto concerne la tipologia, esse si dividono in due diversi tipi di strutture: il primo tipo è costituito da cassoni in calcare spugnoso, formati da più blocchi lavorati e accostati, che racchiudono sia lateralmente sia posteriormente l’inumato; il secondo tipo è costituito da blocchi, sempre di calcare spugnoso, che foderano le pareti laterali della fossa dove il corpo è deposto direttamente sul terreno. Gli equi sepolti nella necropoli di Casal Civitella (37 individui, di cui 31 adulti e 6 infanti) possedevano una morfologia scheletrica complessivamente normolinea, tendente al longilineo, con arti moderatamente allungati e stature piuttosto alte con medie di 167 cm per i maschi e 158 cm per le femmine, che non differisce di molto da quella delle altre popolazioni coeve del centro Italia. I corredi delle tombe sono particolarmente ricchi e comprendono armi e oggetti ornamentali che testimoniano l’esistenza di un forte rapporto commerciale con la fascia medio-adriatica ma soprattutto con il popolo dei Sabini: gladi a stami, spade con elsa a croce (con relativo fodero con ghiera e puntale decorati secondo il metodo del traforo su fondo d’osso), punte di lancia e relativi sauroter, bulle in bronzo, una collana d’ambra, fibule ad arco e a riccio di bronzo, ecc.." (Rossi Massimi, 1)

 

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