La confessione di Pietro

L'abnegazione cristiana

Trovatosi in disparte un suo ritiro

per recitar coi pochi l'orazione,

il Maestro ha pronto adesso un nuovo tiro

nel porre ancora un'interrogazione.

"Chi dicono le turbe chi io sia?"

è la domanda brusca e stimolante

che ridestando un po' la frenesia

esige una risposta sull'istante.

 

"C'è chi ti dà per uno dei profeti,

chi per Elia e chi per il Battista"

che ha reso i tempi attesi ormai completi.

 

"Tu sei Quel Dio" fa Pietro illuminato

"che esiste prima ancor che il mondo esista

per esser sempre Dio pur da incarnato.

Portando fino in fondo l'argomento

per dargli un senso logico più chiaro,

il Cristo detta il grave avvertimento

che accosta l'oggi a un dopo molto amaro.

 

"Che serve guadagnare il mondo intero"

se poi si approda a un sempre di sconquasso?

Che giova ancor combatter contro il vero,

o concentrar dei beni in un ammasso?

 

"Chi accoglierà il mio Verbo con rossore,

di lui arrossirà lo stesso Verbo

quand'egli tornerà come Signore".

 

Son molti e ancor di più saranno dopo

gli attenti a Dio che in modo meno acerbo

faranno del suo Regno quasi un uopo.

Il quarto mistero luminoso

La Trasfigurazione

Or preso Pietro e gli altri due fratelli

in quello spazio che è pur tanto rozzo,

come un pastore in linea con gli agnelli

il Cristo lega al Cielo il grande accozzo.

 

Non è lontano il Dio da quell'altura

che assorta dentro un barbaglio di luci

spalanca e colma insieme ogni frattura,

togliendo a tutti i monti i loro sdruci.

 

E' tanto bello e già fuor dalle mende

guardare al Cristo in alto che si gloria

e quasi accetta il sorger di tre tende.

 

Ma il grido del discepolo è un assolo

che pure ripulito da ogni scoria

non frena al tempo in corsa un po' il suo scolo.

Elia

Mosè

Lasciata la dimora sul Giordano

che ha secco il suo torrente in un momento,

Elia si porta quasi fuori mano

per chiedere a Sarepta un nutrimento.

 

E' col prodigio poi dei due giovenchi

e ancor con quella pioggia torrenziale

che da mandato ad uomini sbilenchi

si mostra nel suo aspetto più sacrale.

 

Fedele senza indugi al suo Signore

annuncia a tutti i regni l'imprevisto

che suona di minaccia sull'errore.

 

Rapito infin da un carro all'improvviso,

riappare dopo secoli col Cristo

che cambia in cima al Tabor il suo viso.

Cessato il tempo ormai di prigionia

che ha fatto di ogni ebreo uno sconfitto,

Mosè dà corpo a quella profezia,

lasciata dall' "Io sono" nell'Egitto.

 

In marcia senza meta per decenni

va in cerca della Terra a lui promessa

che scoprirà soltanto dagli accenni

a causa di una colpa non rimessa.

 

Non ha che le due Tavole di pietra

da usare dopo il Sinai come guida

a un popolo che mormora ed impetra.

 

E' insiem con l'acqua viva e quel serpente

i fiocchi di una manna un tempo infida

che muove nel deserto ad occidente.

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