Cosa Vedere a Londra

Ritrovo di bohémien, ma anche di Vip

Lasciata la stazione metropolitana di Notting Hill Gate, ci si addentra nelle vie tranquille di un quartiere a prima vista qualsiasi.
Dai personaggi che s'incontrano si direbbe di trovarsi, a tratti, in un sobborgo periferico di Londra, abitato dai rappresentanti di culture lontane.
Qualche metro dopo, presenze dall'aria intellettualmente impegnata e attente a evitare ogni accenno a un'eleganza ostentata (ma il look è studiato) fanno sorgere il dubbio di essere sconfinati in un quartiere residenziale, disseminato di ottocentesche case di un bianco abbagliante e decorate con stucchi.
Fino a che si cominciasse a parlare della nuova pellicola del regista Richard Curtis (già autore del molto inglese Quattro matrimoni e un funerale), pochi sapevano che Notting Hill è anche un quartiere, prima del titolo del film. Per tutti Notting Hill coincide con una sola strada, Portobello Road, dove ogni sabato si tiene "il Mercatino" per eccellenza.
Per i londinesi è invece uno degli angoli più amati (o odiati, secondo i punti di vista) della capitale.
Immigrati più o meno inseriti, nomi famosi o volti anonimi convivono in questo quartiere modaiolo in bilico tra un'atmosfera veramente o fintamente alternativa.
Un perfetto esempio dell'eccentricità inglese e di quanti giocano a fare gli artisti incompresi avendo alle spalle un cospicuo conto in banca, se si tiene conto dei prezzi delle abitazioni, già alti e ancora in aumento. Vantaggi e svantaggi del successo del chiacchierato film, con protagonisti Hugh Grant e Julia Roberts.
La scoperta di Notting Hill non è nulla di recente per gli autoctoni. È da sempre il quartiere delle gallerie d'arte e dei negozi curiosi.
Fatta esclusione per il sabato, quando la strada appartiene ai turisti, si passeggia su una Portobello Road semideserta e colorata dalle facciate pastello delle case. È come vagare per una città abbandonata. Alcune botteghe restano aperte, offrendo la migliore delle occasioni per fare acquisti in assoluta tranquillità. Una davvero originale è David Wainwright (Portobello Road 63). Basta spingersi un po' oltre nel negozio per trovare vasi indiani e lampadari in vetro soffiato, recuperati da decadenti palazzi del Rajasthan. Qui in zona bisogna dimenticarsi i grandi negozi e sbirciare nelle piccole vetrine allineate lungo Westbourne Grove o Ledbury Road. Un negozio già eletto ad attrazione turistica è The Travel Bookshop (Blenheim Crescent 13-15; foto a lato), specializzato in libri di viaggio, e indirettamente protagonista del film Notting Hill, tanto che il manager James Blackburn trascorre ormai buona parte del suo tempo a rilasciare interviste.
Pare, anzi, che sulla scia del film a Londra vada diffondendosi tra le single la moda di frequentare le librerie nella speranza d'incontrare il proprio, strettamente personale, Hugh Grant. Come per ogni covo di artisti, anche per Notting Hill il bello arriva al tramonto.
Pochi locali chiassosi ma piuttosto ritrovi appartati dove mischiarsi a personaggi noti.
Fatta eccezione per il celebre Pharmacy, dove accanto agli habitué ci sono turisti curiosi in pellegrinaggio per ammirare gli scaffali colmi di medicinali (così è l'arredo del locale), gran parte dei locali di moda non seguono le mode, quelle del momento, almeno.
Controcorrente rispetto alle tendenze minimaliste è il bar-ristorante Beach Blanket Babylon (Ledbury Road): decorazioni barocche ispirate a Gaudí, anfratti e giardinetti labirintici. Chi può programmare le proprie uscite con largo anticipo può prenotare un tavolo da Assaggi (Chepstow Place 39, tel. 0171-7925501). Qui cenano i Vip amanti della buona cucina e in fuga dai locali dove si va per mettersi in mostra.

 
 
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