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Bivacco Cantoni | ||||
Dedicato alla memoria del bormino Maurilio Cantoni, appassionato alpinista colpito da una scarica di ghiaccio nell'Agosto del 1978 al ritorno da n'ascensione alla Cima Piazzi, sul versante che domina la Val Lia, il Bivacco e' stato donato nel 1980, da parenti ed amici di Maurilio, alla Sezione di Bormio del CAI. Assieme all'uguale Bivacco Strambini in Val di Sacco, e' uno dei piu' recenti ricoveri fissi a struttura metallica installato sulle montagne dell'alta Valtellina. Costruito con materiali e tecniche derivanti dall'esperienza impiantistica di celle a bassa temperatura, il "Cantoni"offre un comfort raramente riscontrabile in analoghe strutture, pur disponendo ovviamente dello spazio vivibile molto limitato caratteristico di queste costruzioni. La posizione nella quale e' inserito e' stata ben azzeccata non solo in funzione degli scopi alpinistici che un Bivacco si deve prefiggere, ma anche per quanto riguarda l'aereo panorama su tutta la Valdidentro che da esso si gode. Nelle stagioni invernale e primaverile il Bivacco e' raggiungibile, lungo la stessa via di accesso estiva, solamente con sicure condizioni di stabilita' del manto nevoso. Esso e' infatti indispensabile punto d'appoggio per la salita sci-alpinistica alla Cima Piazzi, che la guida "Dal Sempione allo Stelvio" (CDA-1 977) considera "un itinerario di gran classe, tra i piu' completi e difficili di questo volume" e riservato ad ottimi sciatori-alpinisti. Ovviamente dieci anni fa, non essendoci ancora il Bivacco Cantoni, la salita veniva effettuata dal Bivacco Ferrario. Il Bivacco Cantoni, che puo' servire anche per interessanti e poco conosciuti trekking estivi in questo gruppo montuoso, puo' essere raggiunto anche seguendo la suggestiva e solitaria Val Cardone' e passando per il Bivacco Ferrario, itinerario molto consigliabile avendo piu' tempo a disposizione (con tempi di salita di ore 3-3.30). Quota: Località: Proprietà: Attrezzatura: Apertura: Itinerario d'accesso: Itinerari consigliato: Difficoltà: Dislivello: Tempo di percorrenza: E' la piu' alta delle Montagne comprese tra i gruppi del Bernina a ovest e dell'Orties-Cevedale ad est, appartenenti alle cosiddette "Alpi di Val Grosina". Vista da qualsipasi punto della Valdidentro appare particolarmente bella ed affascinante. Un tempo chiamata piů nobilmente "Cima dei Piazzi", la prima ascensione risale ai 21 Agosto del 1867 e si deve ad una cordata di tre nazionalita' di cui facevano parte il "signore" Svizzero J.J. Weilenmann, con ia Guida Tirolese Pöll ed il Portatore locale Santo Romani di Premadio (quest'uitimo con un equipaggiamento che oggi farebbe rabbrividire). Essi toccarono la vetta provenendo dalla cresta nord-est e ridiscesero poi, come riportano le cronache dei tempi, per la Val "Burrone", che i topografi dell' IGM denominarono valle Elia, l'attuaie Val Lia. L'anno seguente fu l'inglese Clarke a porre il piede sulla vetta, e poi dovettero passare dieci anni prima che Damiano Marinelli ne portasse a termine, colfedele Battista Pedranzini ed il Portatore Alfonso Hoisnecht, la terza salita. l complessi sistemi glaciali del versante nord sono ben divisi da quella Protuberanza pensile posta circa a quota 3300 metri chiamata "il naso", sul prolungamento della quale si sviluppa, piu' sotto, il cosiddetto Mót Penéglia, che geometricamente divide la Val Lia dalla Val Cardone'. Ad ovest, ii tutto e' protetto dalla lunga e rocciosa costiera dei Corni di Včrva di cui il piu' alto (m 3315) e vicino alla vetta della Piazzi, fu dedicato al famoso espioratore di questi monti Giorgio Sinigaglia, che per primo vi pose piede, su proposta del suo "collega" alpinista Barone Col. Von Prielmayer, del Ciub Alpino Tedesco-austriaco con una curiosa petizione appoggiata e presentata dalla Sezione di Milano del CAI al Regio Istituto Geografico Militare, e firmata da molti abitanti delle valli sottostanti. Ma un altro personaggio che, in tempi piu' recenti, si innamoro' di questi luoghi fu il geologo Ercole Martina il quale, verso la meta' degli anni cinquanta, vi traccio' delle interessanti nuove ascensioni, tra cui il lineare spigolo nord del Corno di Sinigaglia. Effettivamente la Cima Piazzi ha sempre avuto, non solo per gli abitanti delle vallate che domina, un fascino ed una attrazione particolari: verso nord, un abbraccio quasi materno di rocciose creste disposte a ferro di cavallo che tengono in grembo, con uguale affetto, freddi ghiacciai e dense pinete; a sud selvaggi dirupi che dominano il verde delle valli Grosine. L'itinerario qui proposto e' quello piů classico di salita alla montagna, molto facilitato dall'accogliente Bivacco Cantoni. E' uno stupendo itinerario di ghiaccio che percorre interamente il "Naso'"della Piazzi, il quale se ben innevato non presenta particolari difficolta' (che si evidenziano maggiormente a fine stagione). Ma questa vetta offre anche un impegnativo e fantastico itinerario sci-alpinistico, che sale sulle intricate gibbosita' della parete nord-est e permette di giungere quasi in cima con gli sci ai piedi. Esso deve essere affrontato solamente in condizioni di neve sicura e da buoni sci-alpinisti, presentando impegno e difficolta' oggettive di scelta del percorso che, di anno in anno, puo' variare. Dal Bivacco Cantoni si percorre l'evidente morena che conduce fino a balze rocciose, contro le quali va a finire. Per cenge e canali, si aggira a sinistra un grosso roccione per raggiungerne la parte superiore, al limite del ghiacciaio. In annate ricche di neve e' possibile, e forse e' meglio, aggirarlo a destra, abbassandosi nel piccolo anfiteatro glaciale e risalendo un ripido, ma breve e sicuro, canale ghiacciato, al contatto della roccia, che porta ai pianori superiori della Vedretta della Piazzi. Si punta verso l'evidente spalla di roccia e neve che divide le ghiacciate pareti nord-est e nord-ovest e che conduce ad una sella sottostante all'arrotondata e ripida protuberanza del "Naso". Superatolo direttamente, un'altra modesta insellatura, delimitata da un crepaccio terminale a volte molto accentuato, precede l'esile crestina nevosa che porta in vetta, dove e' sito un importante segnale trigonometrico. La discesa si effettua lungo la stessa via o, volendo, lungo la panoramica ma detritica cresta nord-est che porta sul P. Rinalpi (m 3009) e, prima di raggiungere il Corno di San Colombano (m 3022), dalla quale si puo' divallare, per pascoli, di nuovo in Val Lia. |