|
Ristoro Val di Fraele | ||||
Quota: Localita': Proprieta': Attrezzatura: Apertura: Itinerario d'accesso: Itinerario consigliato: - Difficolta': - Dislivello: - Tempo: Itineario affascinante, anche se piuttosto lungo, che percorre quasi totalmente la Val Del Gallo, una valle quasi selvaggia e ricca di angoli naturalisticamente molto particolari, come le vaste falde detritiche ricoprenti i fianchi orientali della Cassa del Ferro, ed oggi ormai non piu' antropizzata ma che ha molto da raccontare a chi e' capace di leggerne i dettagli. Attualmente fa parte del Parco Nazionale dello Stelvio, dal 1978, e si congiunge, sul confine, con il Parc Naziunal Svizer, formando cosi' un'oasi protetta unica nel suo genere. La Val del Gallo era l'antica via usata fino alla prima guerra mondiale dagli emigranti dell'alta Valtellina che andavano a cercar lavoro a Davos (Taoò Tavò come era, da loro, chiamata la cittadina svizzera). Il lungo tragitto che due volte all'anno, in andata ed in ritorno, li portava, in due giorni di duro cammino, in quelle terre straniere che offrivano lavoro a falegnami, cavallantí, stradini e scopini (pulizia delle strade), bambinaie, cameriere, eccetera, li vedeva passare per la Val del Gallo in gruppi anche di trenta o quaranta. Oltrepassato il Passo di Fraéle, che segna l'impercettibile spartiacque tra il bacino dell'Adda - Po e quello dell' Inn-Danubio, v'erano da varcare le acque del Rin del Gàl, che appunto si dirigevano a nord verso un altro bacino idrografico. Forse proprio per questo motivo, gli emigranti ritenevano che qui corresse il confine con la Svizzera che in realta' era, ed e', dato dall'asta della Val di Chaschabella (pr.Cias-ciabèla). Questo atto di oltrepassare il confine, figurativamente definito "al Pas del Gal", era ricorrente come un momento centrale nei racconti dei vecchi emigranti. L'itinerario, che passando per la Fuorcla dal Gal fa un giro completo attorno alla Cima del Serraglio, offre scorci molto suggestivi sul ramo orientale del lago artificiale di Livigno, che si addentra quasi come un fiordo norvegese in questi luoghi oggi poco frequentati, e permette pure, al ritorno, di scoprire le incontestabili bellezze dell'aua da Val Mora e dei giochi erosivi che, nei millenni, essa ha creato nelle calcaree rocce triassiche. Dal Ristoro Val Fraéle ci si porta, su strada, al citato passo di Fraéle e si imbocca la pianeggiante Val del Gallo camminando sempre in direzione N-O su agevole carrereccia, che si sviluppa in un bel bosco di Pino Montano eretto. Oltrepassate le Baite del Gràs de Pra Grata si raggiunge un ponticello gettato su di una magnifica forra alla cui erosione contribuiscono pure le acque della Val Mora. Si continua sulla mulattiera militare, realizzata nel 1935 dal Btg. Alpini "Intra" e, gia' in vista del lago artificiale di Livigno, superato uno scosceso valloncello, si giunge nei pressi della caratteristica Gròta di Fórmai. Il nome di questa cavita' fu attributio, durante gli ultimi anni della 2° Guerra Mondiale, da gente del luogo che vi depositava pesanti formaggi di grana da portare in Svizzera, dalla quale usciva soprattutto con sale. La stradina, superato un evidente dosso panoramico, chiamato l'oservatòri, battuto in inverno da valanghe, si addentra con numerosi torananti in un intatto e simpre piu' selvaggio,bosco di mugo eretto (Pino Montano Arboreo) sino a raggiungere l'ormai abbandonata Alpe del Gallo. Una piccola variante verso il "Passaggio dell'Orso" permette di vedere, alcuni cembri millenari, relitti di un'antica, originaria foresta alla quale e' subentrato il mugo. Un sentierino a mezza costa porta, con circa duecento metri di dislivello, alla Fuorcla dal Gal, dalla quale si discende, su sfasciumi e pascoli, verso i pianori anche paludosi del Jufplaun. Aggirando la Cima del Serraglio, ci si abbassa, per la Val da las Fontaunas, in Val Mora dalla quale, su buon sentiero ed in ambiente quanto mai suggestivo (all'inizio di stagione superando enormi accumuli di neve abbandonati dalle annuali valanghe invernali), si ritorna attraverso il pianeggiante passo di Val Mora, o della Cruschetta, (pr. Cruscéta) come lo chiamano gli svizzeri, in Val del Gallo e in breve al passo di Fraéle. |