Bivacchi, rifugi e sentieri
· Bivacchi
· Rifugi
· Sentieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

la Valtellina

Ricovero di Malghera

Posto proprio allo sbocco della Val de Sach, l'aperto luogo ove sorge il nucleo rurale di Malghèra e' immerso in un ambiente alpino veramente bello e riposante. Ma giungendo a Malghèra, tra le forti emozioni provocate dalle numerose e cristalline cascate che il Ruàsch de Val de Sach forma con fragore sul suo cammino, l'attenzione e' carpita da una cosa sola: il grande Santuario della Madonna della Misericordia. Esso spicca su tutto e pare incredibile, ed e' comunque raro, trovare un'opera d'arte dell'uomo inserita in modo cosi' armonioso in mezzo a tante opere d'arte della natura, offerte dalle caratteristiche ambientali e paesaggistiche di questo angolo alpino. Il Santuario, detto anche della Madonna del Muschio, fu costruito nel 1888, utilizzando come presbiterio la vecchia Cappella del 1 836, che fu eretta a ricordo di una apparizione della Madonna col Bambino ad un pastorello, nel 1750 sul muschio di una roccia, proprio in quel luoghi durante una terribile tempesta. Al suo fianco si stacca una massiccia torre campanaria, risalente al 191 0. Il grande Ricovero Alpino nelle adiacente della Chiesa appartiene alla Fabbricerìa di Val di Sacco. Il nome "Fabbricerìa" deriva, com'e' intuibile, da "fabbrica" e fa evidente riferimento ai cantieri di lavoro impiantati per la costruzione di Chiese e Santuari per le quali pure il popolo Grosino, unito da una profonda fede religiosa, volontariamente si adoperava. Generalmente, prima di accingersi a costruire Santuari, come quello di Malghèra, veniva edificata una Casa, di proprieta' ed utilizzo comune, che serviva come base per chi fabbricava. La Casa di Malghèra, dapprima piccola e modesta fu demolita nel 1897 ed immediatamente riedificata e notevolmente ampliata, misurando m 12 x 8 a due piani, e quindi con una notevole capacita' ricettiva oltre che con ottimo comfort. Assieme alla casa d'Eita ed alla Capanna Dosde' costituiva un indispensabile punto d'appoggio ai tempi dell'alpinismo pionieristico, nel quale gli alpinisti-esploratori vi soggiornavano anche per piu' settimane. Nel Ricovero di Malghèra vi era sempre un piccolo deposito di generi alimentari di prima necessita', che era "gestito" dagli stessi visitatori, occasionali o meno, con una coscienza ed una correttezza oggi purtroppo impensabili. Attualmente e' chiuso, ma puo' essere utilizzato previ accordi con i Fabbricéri in carica (informarsi a Grosio presso Comune, Pro Loco o Biblioteca - Tel. 0342/84.50.47). Durante il periodo estivo (meta' giugno - meta' settembre) le chiavi sono pure generalmente reperibili presso il vicino alpeggio di Malghèra . La Val de Dòòsa, ramo occidentale della Val Grosina, era un tempo molto piu' popolata dai Grosini, pur essendo ancor oggi intensamente abitata rispetto a parecchie altre vallate alpine purtroppo in abbandono. Le contrade piu' basse erano addirittura abitate anche d'inverno, come per esempio il nucleo di Piér, che in vecchi documenti viene indicato come "Molinolzo", nome locale testimone dell'esistenza di un "mulino alto" alla ragguardevole quota di 1300 metri, a conferma di un antico sfruttamento a seminativo (miglio, segale, panico) anche a quelle quote. Pure qui, come a Pugnàlt, c'era una segheria idraulica (Ràsega de Piér), vicino alla quale sorgono ancora i ruderi del vecchio mulino. Un'altra nota interessante, riguardante l'intenso utilizzo delle risorse del territorio, e' data dallo sfruttamento di un banco di marmo (sas del màrmul) che veniva cavato e cotto nei forni (calchèri) che si trovano poco sopra all'esteso nucleo rurale di Dòsa, e che fornirono la calce anche per la costruzione della Chiesa parrocchiale di San Giuseppe, edificata in Grosio tra il 1626 ed il 1670. li Ricovero di Malghèra , nel rispetto del significato sociale che esso ha per gli abitanti della valle, puo' servire, egregiamente come punto di partenza per numerose, bellissime e pressoche' sconosciute escursioni o ascensioni in questa zona delle Alpi che, per sua natura, ha saputo conservare quelle caratteristiche di originalita' che ancor oggi la contraddistinguono. Cosi' come la fortuna attuale di queste valli e' stata quella, per motivazioni varie, di salvarsi dallo sfrenato turismo consumistico che ha aiterato o distrutto piu' "umano", il quale deve sapersi armoniosamente inserire nel territorio e nei ritmi di vita locali, che devono essere mantenuti e custoditi con la saggezza di sempre: aii'oculatezza degli Amministratori pubblici questo delicato compito.

Quota:
m 1937 s.l.m.

Localita':
Malghèra , nucleo rurale situato allo sbocco della Val de Sach (alta Val Grosina occidentale) ed abitato nei periodo estivo.

Proprieta': Cittadini di Grosio. E' in gestione alla Fabbricerìa di Val di Sacco, del Santuario della Madonna del Muschio a Malghèra ( Fabbricéri nominati dai Cittadini di Grosio ogni cinque anni, piu' il Parroco di diritto - ultima nomina 1986).

Attrezzatura:
posti letto 80, acqua e servizi all'interno, uso cucina e stoviglie.

Apertura:
il Ricovero e' generalmente chiuso. Festa popolare a Ferragosto.

Itinerario d'accesso:
da Fusìn (m 1203), in Val Grosina, su carrareccia chiusa al traffico non a utorizzato, si percorre la lunga Val de Dòsa (ramo occidentale della Val Grosina). Quasi alla sua testata, dove questa si pone in direzione NE-SO ricevendo la Val de Sach, si trova il nucleo rurale alpino di Malghèra.

- Dislivello: 750 metri;

Tempo:
ore 2.30-3.

Itinerario consigliato:
Traversata Val Pédrùna - Val Guinäna - Val Piäna.

- Díffícolta':
E

- Dislivello:
m 300

- Tempo:
ore 3

Ecco un altro facile, non faticoso e poco frequentato itinerario, adatto anche a famiglie amanti della natura, oltre che a medi escursionisti che vogliono godersi un po' di solitudine. Ancora in territorio Grosino la Val Pédrùna , in Comune di Grosotto si sviluppano invece le solitarie vallate di Val Guinäna e di Piäna, confluenti di destra del ramo occidentale della Val Grosina e difese, agli sbocchi con quest'ultimo, da forre selvagge e densamente ricoperte da vegetazione. Lungo il versante Grosottino della valle principale si scatenano, d'inverno, paurose e ripetitive valanghe, che disegnano lunghi solchi nel bosco, ben evidenti anche nel periodo estivo. Molti nomi locali (lavìn, lavìna di'.... làvinàl de ... ) debbonola loro origine a questo significato (dal latino labere = scivolare) e non a caso nei vecchi Statuti Comunali la maggior parte di questi boschi era protetta, vagendovi il vincolo del "tenso". L'itinerario, sviluppandosi in un continuo alternarsi di dorsali e valli sempre diverse, si presenta molto vario ed attraente. Lungo i solchi valiivi discendono limpidi torrentelli. Localmente questi ruscelli secondari vengono detti Riàsc, in distinzione dai torrenti che scorrono nelle valli principali, e nei quali affluiscono, che vengono denominati Ruàsch (Ruàsch de Val de Sach, de Ave', de Vèrba, ecc.). Malghèra, punto di partenza di questo itinerario, e' sovrastata da un imponente ammasso roccioso chiamato al Crap de la Madòna, o anche al mat de la gésa, con chiaro riferimento al sottostante Santuario della Madonna, ed il cui spuntone inferiore e' invece indicato come Crap del Viscuntìn, probabilmente da antica memoria risalente al 1552 quando Viscontino fu Antonio Venosta pose fine ad una annosa disputa coi Comune di Grosio circa i diritti di pascolo sugli alpeggi. Da Madòna , appena attraversato su ponte di pietra l'omonimo Riàsc, si prende ii sentiero che corre in quota verso sud a raggiungere la Val Pédrùna. Il Riàsc de viene attraversato su di un ponticello in legno, detto Pónt de la Madòna perche' si trova proprio all'inizio (in senso inverso) del sentiero che daPédrùna porta al Santuario della Madonna del Muschio. Dall'alpeggio Comunale il sentiero corre ora verso levante e prendendo la denominazione di Trócc del Tèrmen in quanto, sulla dorsale che conduce in Val Guinzána (Grosotto) fu posto nel 1540 un cippo confinario ("tèrmen"), Circa a meta' percorso tra le due valli. Raggiunta l'isolata alpe di Val Guinzána la traccia risale di poco nel bosco per poi continuare ancora con leggeri saliscendi, ma praticamente intorno ai 21 00 metri di quota, aggirando verso nord l'imponente Dòs de Sasumèer e superando un ombroso vallone, per entrare nella ridente Val Piàna, tipica valle ad U il cui nome rispetta la promessa che fa, sino a raggiungere in leggera discesa l'alpeggio Comunale (m 1883), nel corpo del quale è sita la stanza adibita a ricovero per gli escursionisti.